La storica scuderia Ferrari ha sempre qualche problema. Purtroppo è la prassi, oramai. Si mira troppo spesso a fare polemiche sterili, come quella abbastanza inutile legata alla presunta scia mancata tra le vetture del Cavallino Rampante nella giornata di ieri. Sì perché seppure sia vero che attraverso i canali radio della numero 16 abbiamo notato un certo non so che di ironico, alla fine queste situazioni sono e dovrebbero essere meno importanti del resto.
Il resto, appunto. Una SF-23 che realizza passi avanti nella gestione del set up. Un week end, quello australiano, che ha chiaramente mostrato un approccio migliore a livello prestazionale che, ovviamente, attende chiare conferme in gara per essere definito fattuale. Tutto il resto sono solo discorsi. Poco utili, come detto.
La configurazione aerodinamica è parsa buona, benché un leggero sottosterzo creato in gran parte da una gestione termica delle coperture non ottimale faccia presenza. Questo, a mio modo di vedere, il punto più importante sul quale focalizzarsi, almeno quest’oggi. Le temperature sono diverse. Più alte. L’attivazione delle mescole sarà più semplice per la rossa. Resta da capire se l’amministrazione durante la gara delle coperture risulterà all’altezza.
Leclerc ha messo giù una macchina da gara. Lo abbiamo visto in qualifica, lo ha confermato lui stesso. Anche Sainz ha pensato alla corsa. Vasseur, poco fa, ha detto la sua in merito agli eventi: “Dobbiamo dimostrare il nostro potenziale. Abbiamo fatto passi avanti nel fine settimana. Ieri eravamo un po’ frustrati, oggi dobbiamo concentrarci sulla gara” sostiene il manager di Draveil.
Poi aggiunge: “La partenza sarà cruciale e possiamo anche contare sulle 4 zone Drs. Sarà difficile perché non abbiamo fatto simulazioni high fuel per via del meteo. Pertanto non abbiamo un quadro chiaro sulle condizioni di tutti. Vedendo le ultime gare i nostri avversari restano le Aston Martin. Red Bull sono avanti“.
Melbourne: live Ferrari SF-23
I due ferraristi stanno ricevendo le ultime informazioni prima di salire a bordo delle proprie vetture. Tutto è pronto. I consueti check relativi a power unit, sistema ibrido, trasmissione e impianto frenante sono andati a buon fine. Allacciate le cinture, gli alfieri di Maranello prendono concentrazione.
Arrivano le conferme sui comandi da mettere in pratica per la partenza. “Radio check, all good“, si ascolta in radio. Gli ingegneri di pista ricordano quanto sia importante l’attivazione delle mescole. Si parla anche di strategia legata all’aggressività da utilizzare durante il primo giro. Sainz è molto interessato al tema gomme. Chiede parecchie info al riguardo.
Si confabula pure su come amministrare papabili sorpassi e scie, appunto, durante il primo passaggio. Charles è più silenzioso in questa fase. “pit limiter off, fire the engine, doble check brake balance“, queste i comandi a 3 minuti dal via. Tutti sono sulle Medium nella top ten. Ocon e Gasly montano le Soft.
Si accendono i motori e si parte con l’installation lap. Grande il focus sulle gomme necessario per preparare al meglio lo start. Endotermico alla massima potenza, mappatura ibrida pure. Si richiedono quattro burnout per alzare la temperatura al posteriore. Ci siamo. Le auto sono posizionate sulla griglia di partenza.
Prima curva e la corsa di Charles termina. “That’s it” commenta il monegasco. Il contatto con Lance Stroll è fatale. Safety Car in pista per dar modo ai commissari di “raccogliere” la numero 16. Leclerc era all’esterno del canadese e dall’on board pareva aver concesso lo spazio utile al pilota Aston Martin. Tuttavia lo scontro tra i due, anteriore sinistra della AMR23, posteriore destra del ferrarista, è fatale per l’ex Alfa Romeo.
Carlos si racconta dispiaciuto e chiede subito informazioni. Lo spagnolo si trova ora in quarta piazza. Bernd Mayländer viene richiamato ai box e la corsa può ripartire. K2 on e via, la gara prende intensità. Sainz si trova alle spalle un cliente assai scomodo, il connazionale Alonso, mentre la brutta partenza di Verstappen concede alle due Mercedes di prendere la testa del Gran Premio.
Fernando inizia a farsi minaccioso alle spalle. Il Drs è attivabile. L’iberico sembra calmo al momento e segue alla lettera le istruzioni di Adami senza problemi. Ancora Safety Car, il ferrarista viene subito richiamato ai box. Lo spagnolo “obbedisce” e chiede un cambio di carico sviluppabile all’anteriore per correggere un leggero sottosterzo.
Il madrileño monta le mescole Hard. Dopo la sosta si trova in undicesima piazza. Sarà interessante capire come la numero 55 sarà in grado di gestire le gomme più dure in questo secondo stint. Poi, all’improvviso, la direzione gara prende un provvedimento: red flag. Le barriere sono danneggiate e serve tempo per ripristinare le normali condizioni. Tutte le auto tornano in pit lane.
Molto sfortunata la Ferrari. Effettuare il cambio pneumatici in regime di Safety CAR poteva offrire un vantaggio che ovviamente è stato cancellato. I piloti scendono dalle auto. La faccenda non si presenta più lunga del previsto. Una decina di minuti e si dovrebbe ripartire. Si torna in macchina. Tutti montano le Pirelli a banda bianca.
Il possibile vantaggio strategico di Carlos si trasforma in svantaggio quindi, con lo spagnolo che perde 7 posizioni, a parità di mescola, rispetto alla quarta piazza che aveva prima del cambio gomme. L’iberico chiede se potrà arrivare alla fine con le coperture attuali. Sarà monitorata la situazione in tal senso, risponde il muretto del Cavallino Rampante.
Si torna in pista con le varie auto che prenderanno posto sulla griglia per un standing start, rispettando le posizioni che avevano prima della bandiera rossa. Last car is on the grid, si parte. Buono spunto dello spagnolo che recupera subito una posizione, collocato ora a sandwich tra le due McLaren. Il passaggio successivo Sainz fa valere la sua vettura e mette dietro Norris, è nona piazza. Prossimo obiettivo Tsunoda.
Il giapponese dell’AlphaTauri dura poco e Carlos prende un’altra posizione lanciandosi all’inseguimento di Hulkenberg. Nel mentre Verstappen si sbarazza di Hamilton e si mette in testa alla gara. Il “Drs train” che si trova davanti al ferrarista renderà più difficile sorpassare competitor dal rendimento inferiore. Adami, pertanto, ordina l’uso del K1, overboost che consente alla numero 55 di sopravanzare il tedesco della Haas piuttosto agilmente.
Sainz si trova ora dietro Stroll e subito chiede se il canadese abbia una penalità. Così non è. Il ritmo della Ferrari è “indiavolato” e anche Lance dura poco. Sesta piazza conquistata. Prossima stazione Pierre Gasly. Il passo della vettura modenese sembra davvero buono malgrado la Aston Martin resti incollata al diffusore della SF-23.
Ulteriore colpo di scena. Russell rallenta sul rettifilo principale e si ferma per un problema alla PU. Virtual Safety Car. Altra posizione guadagnata. Carlos si apre in radio e si definisce contento delle sue gomme. Adami comanda di affrontare la retta principale sulla sinistra, visto la possibile presenza di olio sulla parte destra. La corsa sta per ripartire. K2 on e cambio di mappatura ERS.
Sainz è incollato al francese dell’Alpine. “Pace is very good” sostiene il suo ingegnere italiano. Gasly sta facendo da tappo al ferrarista che non riesce a lanciare un attacco deciso anche perché, Adami, gli aveva chiesto di usare una mappatura più blanda sull’endotermico per preservare l’ICE. Provvedimento che lo spagnolo non prende troppo bene contestandolo. Arriva l’assicurazione dell’ingegnere che lo calma.
Tre tornate più tardi arriva l’attacco in curva 2 e la quarta piazza è di Carlos. Il gap su Alonso è poco superiore ai due secondi adesso. Si torna a mappature più consistenti per cercare di avvicinarsi al campione di Oviedo. In questa fase della gara possiamo dire che l’incubo Hard vissuto a Jeddah sembra un lontano ricordo.
Il delta su Fernando resta stabile. Fase di stallo della gara. Adami fa sapere che le coperture sono in buono stato, malgrado si debbano comunque preservare un minimo. I lap time di Sainz confermano che il passo c’è, girando sui tempi di Alonso senza problemi. Il madrileño vorrebbe incrementare il ritmo ma il muretto gli chiede un po’ di pazienza per non stressare eccessivamente i compound. A tal proposito si richiede maggiore tyre saving in curva 11.
Da quello che pare si tratta di capire se la Pirelli a banda bianca possa durare sino al termine della corsa “addormentando” eccessivamente il ritmo. Senza contare che si deve pur sempre tener conto di quello che faranno gli avversari.
Viene chiesto a Carlos di utilizzare la mappatura K1 standard in questa fase. Dato a margine: nel T2 fa presenza un po’ di porpoising che però non sembra limitare la SF-23 in nulla. Continuano ad arrivare comandi relativi all’amministrazione della PU. Normali provvedimenti che però sottolineano come in questa prima parte del mondiale, i tecnici della rossa preferiscano preservare al massimo l’unità di potenza.
Si parla ora di un’eventuale altra sosta se dovesse apparire nuovamente la Safety Car per montare le gomme più dure. Sainz però vuole prendere Fernando e chiede di essere aggiornato sul gap. Stessa cosa per Hamilton che a quanto pare sta iniziando a “lottare” con le proprie gomme. La AMR21 è oramai vicina. Poco più di 1 secondo. Restano una ventina di passaggi per provare a prendere il podio, impresa di certo non facile.
“K1 exit in curva 5“, questo il comando fornito per massimizzare l’accelerazione in uscita. Le Hard sono ano in buono stato e l’idea di andare sino al termine si fa sempre più fattuale, condivisa peraltro da tutti i piloti della griglia. Noia, questo l’aggettivo migliore che emerge dagli on board per descrivere l’attuale situazione. L’handling della rossa resta molto buono. Zero correzioni a questo ritmo.
Sono questi i momenti nei quali un quesito sorge spontaneo: perché la massima categoria del motorsport non può esprimere tutto il proprio potenziale dovendo gestire power unit e gomme? Non sarebbe più consono e spettacolare poter spremere le vetture al massimo? Non si può fare però.
Più saggio utilizzare meno motori e mescole possibili in nome della sostenibilità, fattore senza dubbio nobile ma che ha poco a che vedere con la F1. Risultato? noia pazzesca. Meglio pensare alle Sprint Race oppure a cancellare le prove libere. Adami si apre in radio e concede l’incremento dei lap time, senza comunque dimenticare la gestione gomme.
Ennesimo colpo di scena. Ancora Safety Car per il ritiro di Magnussen. Adami si apre in radio e chiede di restare in pista anticipando che, con ogni probabilità, la corsa terminerà alle spalle di Bernd Mayländer. La direzione gara, invece, sceglie ancora di stoppare la corsa con la bandiera rossa. “I like it“, il commento di Carlos, conscio che durante le ultime tornate ci si potrà giocare ancora qualcosa.
Dopo un pit stop fisiologico Sainz torna a bordo della numero 55. Il re-start si avvicina. Il motore endotermico della Ferrari viene settato su Engine 1, massima potenza del propulsore a combustione interna. Soc 4 per il sistema ibrido, mappature che consente un utilizzo dell’energia recuperata dai motogeneratori leggermente più alta rispetto a quella accumulata.
Dovrebbe essere ancora standing start, a quanto pare. Ancora due tornate senza l’utilizzo del Drs, però. A questo punto lo stacco frizione al via potrebbe determinare le sorti del Gran Premio per molti. Ovviamente, in tale contesto, tutti passano alle Soft per avere un extra grip. Si conferma la partenza statica, motori accesi e di nuovo tutti sulla griglia.
Installation lap, dove Adami chiede di raffreddare il motore in curva 11. Ci siamo. Nuovamente si ascolta: “last car is on the grid“. Sainz non parte affatto bene e viene affiancato da Gasly. In curva 1, inoltre, arriva il contatto con Fernando Alonso che esce di pista. Rivedendo le immagini, resta da capire come i commissari giudicheranno il fatto e se decideranno di penalizzare il ferrarista.
Considerando gli altri contatti molto brutti nelle retrovie arriva la terza red flag. Sainz chiede un cambio di carico sviluppabile all’anteriore e un ulteriore cambio gomme. A quanto pare, una vota “pulita” la pista, in questo caso l’ultimo giro del Gran Premio d’Australia finirà sotto regime di Safety Car, con i piloti che manterranno le proprie posizioni.
Adami fa sapere la numero 55 ripartirà in quarta piazza, con Alonso che potrà quindi recuperare la sua terza posizione. Dieci minuti alla ripartenza. Vorrei commentare lo “spettacolo di plastica” messo in atto nella giornata odierna dalla F1. Non lo faccio per evitare di scadere nel volgare. Nel mentre, in pit lane, manualmente, hanno riposizionato le vetture ai loro posti per evitare di farlo in pista. Geni.
Arriva la penalità per Carlos di 5 secondi. La direzione gara punisce la rossa. Sainz non ci sta e chiede che i commissari aspettino la fine della gara per valutare la cosa. Per lui si tratta di “semplice” incidente di gara. Motori accesi, tutti in pista. Tornata inutile e finisce qui. Poi, nell’inlap, arriva così a caso la terza Red Flag. Chissà…
In ultima istanza un paio di commenti. Il primo riguarda la Ferrari in quanto, benché i risultati siano pessimi, ritiro e dodicesimo posto, il ritmo della rossa in gara ha confermato i passi avanti delle libere. L’incubo Hard in Arabia Saudita non ha fatto presenza e malgrado la corsa “addormentata” dalle strategie, pare questa la strada che il team di Maranello deve prendere per dare un senso a questa stagione.
Il secondo e ultimo commento riguarda la Formula Uno in generale. Si parla quindi di Liberty Media e Federazione Internazionale. Di commissari vari ed eventuali. E perché no… di team e piloti che alla fine accettano/permettono questo “spettacolo di plastica” assai rischioso, sotto tutti punti di vista. Mi fermo qui, per adesso. Saluti…
Autori e telemetrie : Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari