Aston Martin, una realtà tutta da scoprire. La F1 da tempo cerca di attirare i grandi costruttori nel Circus come ampiamente testimoniato dal regolamento tecnico delle power unit di seconda generazione che entrerà in vigore nel 2026. In tale scenario Red Bull è la fantastica eccezione che conferma la regola. Un team indipendente capace di dominare la scena della massima categoria del motorsport grazie al supporto economico del munifico colosso delle bevande energetiche.
Certo, altri storici “garagisti” (termine dispregiativo coniato dal “Drake” per definire i team anglosassoni, nda) come McLaren e Williams vivono un presente non degno del loro passato. Ciononostante, la prima parte del mondiale 2023 potrebbe essere ricordata come l’inizio di un “era” vincente di un’altra scuderia indipendente. Stiamo parlando di Aston Martin, leggendario marchio britannico, il cui blasone è stato rinverdito dalla cordata di investitori guidata da Lawrence Stroll.
La “verdona” è senza dubbio la rivelazione dell’attuale campionato e tanti fattori lasciano intendere che non si tratti di una meteora. Le ambizioni della proprietà non si limitano alla presenza fissa nelle zone alte dello schieramento. E’ bene ricordare che Aston Martin nasce sulle ceneri di organizzazioni preesistenti, sempre presenti in F1 dal lontano 1991.
Quando Eddie Jordan vendette il suo team alla fine del 2005, la scuderia con sede a Silverstone fu rinominata Midland F1, prima di diventare Spyker F1, Force India, Racing Point e infine Aston Martin F1 Team. La base operativa britannica è stata completamente ricostruita con un investimento economico stimato pari a 200 milioni di sterline.
Negli ultimi tre anni sono stati ingaggiati pluricampioni del mondo e lo staff tecnico è stato ampliato grazie ad un massiccio insourcing di tecnici di primo livello ingaggiati da Red Bull e Mercedes. In sostanza il team non è il giocattolo del figlio Lance ma una realtà destinata a insidiare i top team.
Proprio a margine del terzo podio consecutivo conquistato dallo spagnolo due volte campione del mondo Fernando Alonso in Australia, Mike Krack, team principal della scuderia inglese, ha affermato che le ambizioni della proprietà sono molto più elevate di questo si possa pensare.
Aston Martin: le affinità con Benetton
La storia di Aston Martin presenta molte affinità con quelle del team Benetton. La famiglia trevigiana, leader nel settore tessile, fece capolino in Formula 1 come main sponsor della Tyrrell nell’oramai lontano 1983 e successivamente con la scuderia Euroracing gestita indirettamente dall’Alfa Romeo.
I fallimentari risultati dell’Euroracing spinsero la proprietà trevigiana a investire su una piccola realtà in forte ascesa grazie alle prodezze di un certo Ayrton Senna: la Toleman. Da semplice sponsorizzazione, Benetton decise di acquisire il controllo del team con sede a Witney, nell’Oxfordshire. Dal 1986 al 2001 Benetton conquistò due titoli piloti, un titolo costruttori e ben 27 vittorie su un totale di 260 gare disputate.
Al pari di Benetton, Aston Martin è entrata nel Circus prima come partner commerciale della Red Bull per poi assumere i connotati di costruttori. Aston Martin eredita il know how di un team preesistente e non è vista dai top team come una reale minaccia sul lungo periodo al pari di come McLaren, Williams e Ferrari giudicavano l’operazione della famiglia trevigiana: puro marketing senza velleità alcuna di successo .
Lo spessore dell’area tecnica farà come sempre la differenza. Mentre Rory Byrne è cresciuto nelle fila della Toleman divenendo una dote preziosa per i successi della Benetton, Aston Martin è in piena fase di costruzione di un organico che possa soddisfare le ambizioni di Lawrence Stroll.
Aston Martin: l’incognita Fallows
La paternità delle brillanti prestazioni della AMR23 vengono conferite all’operato di Dan Fallows, brillante ingegnere inglese proveniente da Red Bull dopo un lungo contenzioso legale. Tale fattore dimostra l’importanza dell’ingegnere britannico nello scacchiere tecnico della Aston Martin.
In molti sostengono che Fallows sia stato il braccio destro di Adrian Newey. Tuttavia nel recente passato altri talentuosi progettisti erano stati accostati al genio di Stratford-upon-Avon come potenziali eredi. Non ultimo James Key, recentemente defenestrato da McLaren a valle dell’ennesimo disastroso inizio di stagione del team di Woking.
In sostanza, come sempre succede nella vita in qualsivoglia ambito lavorativo, solo il tempo ci potrà dire se Dan Fallows sarà stato in grado di sfruttare nel breve periodo le conoscenze maturate in Red Bull o se magari, pensando al prossimo futuro, potrà essere definito uno dei fattori tecnici trainanti dello storico marchio britannico.
I tal senso un fatto è molto chiaro: Lawrence Stroll non si fermerà sino a quanto Aston Martin non sarà in grado di lottare per ambedue titoli iridati. Nell’attuale era regolamentare, tutti i crismi per puntare alla vetta con un programma solido e preciso emerge. Lo conferma lo stesso proprietario canadese, manager che nella vita ha sempre raggiunto gli obiettivi prefissati.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Aston Martin