Prima o poi quel momento doveva arrivare e pare che sia proprio giunto: la Aston Martin si toglie la maschera e afferma i veri obiettivi di medio periodo. Ossia vincere il campionato del mondo. E non potrebbe essere altrimenti dopo quello che stiamo osservando in questo avvio di campionato 2023 e soprattutto dopo la mole di investimenti che Lawrence Stroll ha messo in campo per trasformare un team di media classifica in una realtà che vuole divenire la stella polare della F1.
Strutture nuove e più efficienti, più efficaci metodologie di lavoro, tecnici provenienti da squadre di primo livello, una galleria del vento all’avanguardia che sarà battezzata nei prossimi mesi, un pilota iper ambizioso come Fernando Alonso… Semi piantati in un terreno fertile che stanno germogliando dopo anni di scarse piogge e canicole asfissianti in cui la vegetazione faticava a sopravvivere.
Quando il magnate canadese era entrato in Racing Point per poi trasformarla in Aston Martin investendo pacchi di soldi, non aveva mai avuto in testa l’idea di bivaccare a centro gruppo per fare qualche sparuta sortita dalle parti del podio. No, l’obiettivo di Stroll era quello di impostarsi come scuderia di riferimento della categoria.
Ed è anche per questo motivo che, in vista del 2026, si sono iniziati ad allacciare i rapporti con Honda per capire se ci sono i margini per una collaborazione esclusiva che vuole in qualche modo ripercorrere il modello definito dalla Red Bull che qualche soddisfazione l’ha generata.
Aston Martin F1: obiettivo mondiale
A Silverstone volano bassi, ma contestualmente non nascondo lecite ambizioni. Se per questo 2023 l’obiettivo è cercare di vincere una gara, per gli anni futuri si è fissato un target ben più importante: quello di laurearsi campioni del mondo. A parlarne è stato il direttore sportivo dell‘Aston Martin F1, Andy Stevenson, che ha ammesso che l’obiettivo della franchigia inglese è quello di sbaragliare la concorrenza. Ma non subito, bensì nel medio termine. Che in F1 vuol dire qualche anno. Il realismo al potere, insomma.
I passi da gigante fatti durante l’inverno non possono essere considerati frutto della fatalità. La AMR23 ha recuperato oltre due secondi rispetto alla sorella maggiore. Un balzo clamoroso se consideriamo un contesto tecnico mutato solo in dettagli che non possiamo considerare affatto rivoluzionari. I tre podi in altrettante gare firmati da Fernando Alonso testimoniano il quanto sia stato proficuo il lavoro svolto nella pausa invernale.
Andy Stevenson e gli altri membri del team non si accontentano solo di vincere le gare, vogliono qualcosa di più: “Ho degli affari in sospeso con questa squadra. Vincere alcuni GP non è quello per cui siamo qui. Siamo qui per ottenere il campionato del mondo. E’ l’obiettivo a lungo termine“.
“Ci è voluto molto lavoro per arrivare dove siamo arrivati – ha proseguito Stevenson – ma non possiamo riposare sugli allori. Sono finiti i giorni in cui ci siamo sforzati più del necessario e abbiamo detto che finire quarti o quinti era sufficiente“.
Stevenson parla con piena cognizione di causa visto che è legato alla realtà di inglese sin da quando, nel 1991, era in Jordan GP che è di fatto l’antenata della Aston Martin. Ne ha visto tutta l’evoluzione dalla pancia, conoscendo prima la paura per la sparizione, poi la speranza dei vari passaggi di mano e ora la convinzione di essere ai cancelli della gloria. La prospettiva interna è dunque cambiata perché non si corre più per un posto nei punti, ma per assalire la vetta che non è più così drammaticamente distante.
Target nuovi per i quali serve una struttura più completa. “La squadra è molto diversa da come era in passato, non si possono fare paragoni. Quando siamo entrati per la prima volta in Formula 1 nel 1991, non eravamo nemmeno sicuri se avremmo completato l’intera stagione. In quell’annata siamo arrivati quinti in campionato, ma ci siamo qualificati a tre secondi dalla pole. Ora siamo molto più vicini“.
In Aston Martin, pur volgendo lo sguardo al futuro, restano ancorarti all’attualità. Tra sei giorni la F1 tornerà in azione dopo la pausa forzata causata dall’annullamento del Gran Premio della Cina. La AMR23 è chiamata ad una sfida dura su una pista che presenta il tratto full gas più lungo del mondiale. Tra le tante virtù della vettura inglese non c’è di certo la velocità di punta, fattore che potrebbe pesare in presenza di un layout che premia le macchine che meglio si comportano alle speed trap.
Ci sono da rintuzzare gli attacchi della Mercedes e della Ferrari che a breve inizieranno a mettere in campo gli update annunciati nelle scorse settimane. Il percorso di crescita della franchigia passa anche dalla capacità di saper progredire nel corso dell’anno. Ecco che il 2023 sarà un bando di prova per le ambizioni future di Stroll e del suo team. Produrre una buona vettura è solo un pezzo del lavoro da fare per arrivare a piazzarsi stabilmente ai vertici. La capacità di gestire l’annata è un elemento vitale. E per sviluppare efficacia in questo ambito serve esperienza e abitudine a volare a certe quote.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Aston Martin F1