Potrebbe essere solo l’inizio. Aston Martin nel breve volgere di tre gare ha conquistato più punti di tutta la campagna 2022. I tre podi consecutivi mostrano in pista come la AMR23 sia di fatto la seconda forza del mondiale. Le ambizioni di patron Lawrence Stroll sono tuttavia molto più alte e la bontà del lavoro svolto nel corso dell’inverno è certamente amplificata dalle difficoltà di Ferrari e Mercedes.
La specifica di base della “verdona” è sana e non rappresenta il risultato di un reverse engineering sulla RB18. Bensì parliamo di un’evoluzione concepita da chi ben conosce i punti di forza della monoposto di Milton Keynes. Del resto, il team di Silverstone nelle sue precedenti denominazioni aveva spesso seguito i concept aerodinamici della Mercedes, essendo cliente della totalità dei TRC (Transferrable Components, nda).
Ne deriva che il lavoro svolto dall’area tecnica guidata da Dan Fallows è stato evidentemente più complesso: calare i punti di forza del paradigma aerodinamico Red Bull sulla tecnologia fornita dalla stella a tre punte: power unit, sistema sospensivo anteriore e posteriore, cambio, sistema di scarico, componenti della parte idraulica, ecc. Per sgomberare il campo da erronei paralleli l’Aston Martin AMR23 non è la Mercedes Rosa (Racing Point, nda) di qualche anno fa e questa è una pessima notizia per la concorrenza.
La vettura britannica ha investito tantissimo denaro per portare in casa il know how necessario, con l’obbiettivo di non specchiarsi nelle scelte dei blasonati competitor e riuscire a impostare un progetto tecnico che possa fare scuola.
Inoltre, considerando il contesto a 360 gradi, risulta più che evidente come il governo dei concetti progettuali fornisca al team inglese ampi margini di sviluppo rispetto a chi cerca di replicarli. E’ verosimile, pertanto, che Aston Martin mantenga il livello prestazionale sciorinato durante i primi tre round del mondiale sino al termine della stagione.
Aston Martin: 7° posto nei costruttori “tesoretto” fondamentale
La battaglia degli update dipenderà dal successo con cui le scuderie inseguitrici gestiranno le rispettive risorse di denaro e tempo nella galleria del vento rispetto. Secondo Tom McCullough, performance director dell’Aston Martin, l’efficacia del lavoro aerodinamico sarà la chiave del successo: “Abbiamo un budget per lo sviluppo e si tratta di ottenere un ottimo rapporto qualità-prezzo. Il monitoring di tale rapporto è un processo settimanale o giornaliero per noi.”
In effetti, ragionandoci su, sul fronte dei test aerodinamici il settimo posto colto da Aston Martin nel 2022 a pari merito con Alfa Romeo potrebbe essere una manna dal cielo per il prossimo futuro a breve termine.
La disciplina nell’utilizzo dei test aerodinamici è funzionale alla posizione in classifica costruttori relativa all’ATP precedente (Aerodynamic test period, nda). L’anno solare è diviso in 6 ATP e pertanto Aston Martin ha goduto e godrà di un maggiore numero di test aerodinamici rispetto a quella che è diventata la sua nuova diretta concorrenza.
L’accesso a un maggior numero di ore in galleria del vento sommato all’elaborazioni al CFD, ha consentito di sviluppare una monoposto performante e al contempo di deliberare i package di sviluppo che saranno progressivamente introdotti nel corso della stagione in corso.
E’ importante sottolineare che gli aggiornamenti vengono definiti in fase di design e per tale ragione Ferrari è stata costretta a divergere dal proprio piano di evoluzione in quanto la pista non ha confermato i riscontri delle simulazioni. Viceversa, i riscontri in pista di Aston Martin sono stati addirittura più lusinghieri delle simulazioni e, per questa semplice ragione, è logico prevedere che gli update futuri possano contare su una base dati attendibili conferendo maggiore performance alla già ottima AMR23.
Ovviamente, considerando la logica del balance of performance, nei prossimi ATP il team inglese perderà questo vantaggio in quanto con ogni probabilità si posizionerà stabilmente nelle prime posizioni nella classifica costruttori durante il 2023.
La penalità comminata a Red Bull unitamente al necessario ricorso su tempo e denaro da parte di Ferrari e Mercedes per la review delle rispettive monoposto, potrebbe risultare un’occasione irripetibile per Aston Martin, in quanto l’obiettivo vittoria non è assolutamente un romantico esercizio di stile.
Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Aston Martin