mercoledì, Dicembre 4, 2024

F1 2023: lo “spettacolo di plastica” mette a rischio l’incolumità dei piloti

I responsabili dello scempio sportivo della F1 al quale abbiamo assistito all’alba hanno un nome e un cognome. Stefano Domenicali per conto di Liberty Media e la Federazione Internazionale con i suoi valenti uomini in cabina di regia (vedi direzione gara). Il primo è un soggetto attivo, che sta sfruttando il momento per occupare tutto lo spazio occupabile e per diventare anche, nella sostanza non nella forma, ente regolatore e decisore.

Il secondo è un soggetto passivo. E’ colpevole per sottrazione, per essere diventato mero strumento e braccio operativo della volontà degli americani che hanno comprato la Formula Uno e ne hanno stravolto le fondamenta forse irrimediabilmente.

Se mai vorremo continuare a seguire la massima categoria del motorsport, noi appassionati un poco attempati dovremo abituarci a togliere il sostantivo “sport”. Sarà uno spettacolo, forse. Non sarà più uno sport. La china pericolosa è tracciata. E il Terminator proveniente da Ferrari e Lamborghini non si fermerà.

I botti cui abbiamo assistito dopo la seconda ripartenza sono frutto dell’ossessiva ricerca dello spettacolo. Ossessiva, compulsiva ricerca di qualcosa che luccichi, ma che sempre di più somiglia alla plastica cromata. Una cosa finta, perché gratti la vernice e vedi che sotto non c’è niente che abbia valore.

F1
La Alpine di Pierre Gasly dopo il contatto con il compagno nel Gran Premio d’Australia 2023

Il vero obiettivo di Liberty Media è chiaro: tasformare una gara in un tiro di dadi (e talvolta ti viene da pensare truccati) o nella pallina che vorticosamente gira sulla roulette di un Casinò a Las Vegas. Niente di meno. E non saranno contenti sino a quando non otterranno questo. Ad un certo punto Alonso ha dichiarato, finita la gara, che non sapeva più dove si trovasse. Obiettivo centrato.

E se Verstappen non avesse avuto il sangue freddo del campionissimo, forse la gara avrebbe avuto un altro vincitore. Sarebbe stato vergognoso per lo sport, ma sarebbe stato ottimo per Liberty Media. Siamo al punto di non ritorno. Qualcuno lo sa, vedi Max. E sempre più addetti ai lavori lo dicono, sempre meno sommessamente.


Gp Australia 2023: tutti contro la F1

Terruzzi: “Voto 0 alla FIA. Ma possibile che nessuno sappia cosa deve accadere ogni volta che scatta il caos? Niente, è una lotteria. Come se uno straccio di regolamento non esistesse. La penalità a Sainz, visto che l’incidente non fa testo, non è spiegabile neanche dopo seminario a tema di tre settimane. Piuttosto: cosa bevono in direzione gara? Sarebbe interessante saperlo”.

Antonini: “La vera assurdità è stata la ripartenza che ha causato l’incidente multiplo. Era chiaro che rimescolare la classifica proprio a quel punto avrebbe portato a comportamenti estremi, su un circuito che mal li sopporta. Quella non è sicurezza, è andarsi a cercare i guai.”

Sabbatini: “Questa frittata di macchine nel #AusGp è il risultato di Liberty Media di voler spettacolarizzare a tutti i costi la F1 con gare brevi inutili, stupide, ingiuste e pericolose. Domenicali voleva lo show? Bel risultato. Con tanti saluti allo sport!”

Zapelloni: Liberty Media e FIA sanno facendo di tutto per trasformare la Formula 1 in uno spettacolo televisivo che ha poco a che fare con lo sport. La prima bandiera rossa (dopo l’incidente di Albon) era stata abbastanza assurda, la seconda (dopo il botto di Magnussen) è stata più giustificabile perché in pista c’erano davvero tanti detriti, la terza inevitabile, ma corredata dalla pagliacciata finale”.

Casey Stoner: “@fia you have embarrassed yourselves today with @F1- What an unnecessary mess. Please remember everyone, this is a sport first and entertainment second, not the other way around”.

Evidentemente la misura è colma. Se vuoi rendere qualcosa spettacolare oltre misura, devi aumentarne l’imprevedibilità. Se questa cosa la applichi ad uno sport motoristico, l’imprevedibilità ha come conseguenza l’aumento del rischio.


F1: la sicurezza in nome dello spettacolo?

La F1 dal 1994 ha fatto passi avanti enormi sulla sicurezza. Ora le parole studiate e ripetute (cui sono già seguiti fatti e altri ne seguiranno) da Domenicali sembrano indirizzate verso l’aumento dell’imprevedibilità.

Format che cambiano in corsa nello stesso campionato, regolamenti pure, più gare sprint, più qualifiche, meno libere. Bandiere rosse, Safety Car, Virtual Safety Car, partenze da fermo o lanciate come ingredienti impazziti di una pietanza sempre diversa e per molti appassionati ormai indigesta.

F1
Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato del Formula One Group

Ma se aumenti l’imprevedibilità, diminuisci la sicurezza. Non è solo eticamente ingiusto perché in qualsiasi sport devi avere regole certe, sanzioni chiare, uniformità regolamentare. Ma anche intrinsecamente pericoloso. Spero davvero non accadano gravi incidenti. Tuttavia, in quelle sciagurate, non desiderabili né tantomeno auspicabili evenienze sarà facile ricordarsi chi ha “favorito” tutto questo. E, cosa anche peggiore, per quale motivo.


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Immagini: Scuderia Ferrari

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3 Commenti

  1. Perfetto, semplicemente perfetto. La situazione che si è creata va oltre lo sport, sono nostalgico di un tempo che non ho vissuto. Grazie ai ricordi di mille volti posso tornare indietro, era meglio quando si chiamava ancora automobilismo e non motorsport. Troppo business, troppo spettacolo, lo sport purtroppo viene molto dopo.

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