Quando la F1 si ferma per cause di forza maggiore, vedasi annullamento del Gran Premio della Cina, il tempo trascorre anche provando a “divertirsi” facendo previsioni di lungo periodo. Il giochino più in voga nei giorni dei “silenti motori” è quello che porta ad individuare un soggetto che sia in grado di spezzare il dominio che la Red Bull ha evidenziato con grande forza.
Al momento gli attori più vicini alla casa di Milton Keynes sono Alonso nella classifica piloti e la Aston Martin nella classifica costruttori. Il binomio Fernando – AMR23 è stato in grado di ottenere tre terzi posti consecutivi. Ma se, nella prima gara, la creatura di Dan Fallows era prestazionalmente più in palla di Mercedes e Ferrari, le due grandi delusioni dell’abbrivio mondiale, negli altri due eventi sembra che soprattutto la W14 abbia ricucito lo strappo raggiungendo le performance della “verdona” di Silverstone.
Questa corsa ad individuare l’outsider non ha minimamente scalfito la Red Bull che ha ottenuto tre vittorie su tre condite da due doppiette. Il gap cronometrico non è stato minimamente colmato e non è immaginabile che già in Azerbaigian, tra due settimane, la concorrenza abbia potuto serrare i ranghi per sferrare l’assalto decisivo.
F1. Aston Martin si chiama fuori dalla lotta alla Red Bull
Sarà perché non ci credono veramente, sarà perché vogliono spostare la pressione nel campo avversario, sarà un semplice atto di realismo che fuoriesce da chi, l’anno scorso, arrancava nelle posizioni basse della classifica, fatto sta che Aston Martin si chiama fuori da questo giochino a cercare il rivale numero uno della franchigia anglo-austriaca.
Mike Krack, il team principal della scuderia di Lawrence Stroll, ha candidamente ammesso che, pur avendo fiducia nei propri mezzi, la Red Bull sia troppo avanti per essere agguantata. Il dirigente tedesco ha sottolineato che seppure Milton Keynes dovesse restare ferma nello sviluppo ha accumulato un vantaggio così grosso da non poter essere chiuso nell’arco delle gare (tante) che restano da qua alla fine del campionato.
Il problema non sarebbe soltanto nel vantaggio tecnico che la RB19 ha sulla concorrenza, ma anche nelle infrastrutture. Quelle di Silverstone sono ancora in fase di rodaggio dopo l’ampliamento dei capannoni a cui si è lavorato fino a pochi mesi fa. Krack ha parlato di una maggiore “potenza di fuoco” in possesso dei campioni del mondo, oltre che di una comprovata esperienza ed un’abitudine a stare ai vertici della Formula 1.
L’ex capo ingegnere di BMW Sauber, ruolo ricoperto dal 2026 al 2009, sostiene che il delta tecnico sia al momento troppo ampio. La RB19 è una macchina superiore in ogni area, non c’è un solo settore nel quale emerga una concorrente che possa essere all’altezza della creatura di Adrian Newey. Piccole superiorità locali che, sommate, rendono il progetto di Milton Keynes al momento inarrivabile. Una supremazia che si palesa soprattutto nella gestione del DRS che, come l’anno scorso, è il fiore all’occhiello del progetto.
Dunque, anche se la AMR23 ha mostrato ottimi riscontri, la RB19 è davanti con buona possibilità di restarci molto a lungo visto che, tra tagliola del budget cap e contingentamento delle ore di lavoro in galleria del vento, è difficile impostare un massiccio piano di recupero infra-stagionale.
Diverso, secondo Krack, è anche il modo col quale si gestisce la pressione. Per Red Bull, una realtà strutturata, è molto più semplice amministrare la sfera psicologica, soprattutto perché è in testa e poiché non sembra doversi preoccupare di ciò che accade alle proprie spalle. Dissimile è la condizione che deve gestire Aston Martin che è alle prese con un vero e proprio duello in cui sono coinvolte Mercedes e Ferrari e nel quale potrebbero presto entrare anche altre realtà come Alpine che sembra sempre più vicina al terzetto di mischia.
F1. Ferrari e Mercedes le speranze per spezzare la monotonia Red Bull
Alla fine, gira e rigira, si ritorna sempre al punto di partenza: sono Ferrari e Mercedes le due scuderie su cui ricadano le responsabilità di provare a contrastare l’imperio della Red Bull. Lo abbiamo scritto più volte: Mercedes è alle prese con una vera e propria rivoluzione della propria vettura. A Imola vedremo i frutti di questi cambiamenti più volte annunciati e ai quali si sta lavorando in maniera frenetica.
Per ora, come ha ammesso George Russell, le cose sembrano andare bene perché i riscontri in galleria del vento e al simulatore sono molto positivi. Ovviamente, quanto emerso al computer deve essere certificato dalla pista, il giudice più severo e spietato. E non è la prima volta che a Brackley incontrano qualche problema di correlazione tra quanto è stato osservato in fabbrica e quanto poi si è effettivamente realizzato sull’asfalto.
Ma anche se le cose dovessero essere confermate positivamente e quindi la W14 si presentasse in una forma più smagliante, bisogna capire se il recupero sarà totale o se resterà ancora una distanza parziale da una squadra che, al di là delle parole di facciata di Chris Horner, si è abbastanza nascosta celando parte del potenziale ancora in dote alla RB19.
Dalla Ferrari, anche a causa di un registro comunicativo più criptico, non è stata fatta comprendere quale sarà la calendarizzazione del programma degli update. E non è altrettanto chiaro quali saranno gli interventi che si andranno ad effettuare sulla SF-23. Probabilmente – e questo lo ha lasciato intendere Frédéric Vasseur – non si opererà una vera e propria rivoluzione, ma si andrà avanti per step evolutivi che saranno presentati di gara in gara. Anche in questo caso bisogna capire se questa gradualità di sviluppo sarà utile per colmare velocemente la distanza dalla Red Bull che in questo momento sembra molto ampia.
Insomma, per scongiurare la profezia di George Russell che prevedeva una RB19 mattatrice, una vettura capace di vincere 23 gare su 23, bisogna sperare che le due grandi e per ora deludenti scuderie riescano a dare un senso ai rispettivi progetti per evitare un campionato del mondo piatto e monocorde. Ci riusciranno? Lo capiremo entro due o tre gare.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Aston Martin, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG