giovedì, Novembre 14, 2024

Ferrari: il “disordine” interno complica l’insourcing tecnico

I rumor sulla Scuderia Ferrari in relazione ai provvedimenti del deludente avvio di stagione si moltiplicano. Il gap su Red Bull è superiore a quanto già messo in conto dopo i pre season test in Bahrain. Inoltre, a creare forte un disagio è il salto prestazionale operato da Aston Martin e la superiorità seppur minima di Mercedes, con un mezzo già bocciato dagli ingegneri di Brackley.

In particolare il team di Lawrence Stroll ha spiazzato la concorrenza con un balzo competitivo che gli consente di guardare dall’alto verso il basso quasi tutto lo schieramento. All’interno del paddock, nonostante la legittima rivalità sportiva, ogni squadra conosce i tecnici di spessore dei rivali. Nella F1 moderna il vero balance of performance è stato spesso raggiunto grazie al trasferimento di menti brillanti che, nonostante il così detto “gardening leave”, portano in dote idee e metodologie acquisite nelle precedenti esperienze al miglior offerente.

Dan Fallows, direttore tecnico di Aston Martin, è l’esempio lampante del know how che un tecnico può trasferire a una scuderia che nella stagione precedente navigava nella parte bassa del midfield. Il mercato degli ingegneri è una prassi con radici molto antiche, che ha fatto le fortune di molti team, compreso quelle del Cavallino Rampante.

Le fondamenta tecniche sulle quali Ferrari ha costruito il dominio di inizio millennio sono state di fatto importate in toto dalla Benetton, subito dopo l’approdo di Michael Schumacher all’interno della storica scuderia modenese.

Ferrari
Christian Horner e Sergio Marchionne

La svolta autarchica messa in atto da Marchionne durante la presidenza Ferrari, unitamente alla struttura organizzativa orizzontale volta dal manager italo canadese, sembrava poter essere la strada maestra per il ritorno al vertice. Tuttavia, la prematura scomparsa del presidente ha certamente indebolito l’autorevolezza di scelte coraggiose senza più paternità.

La “vision” di Marchionne è pertanto degenerata nel tempo in un isolazionismo rigidamente fedele ad una linea palesemente anacronistica in un contesto competitivo dove, il trasferimento delle conoscenze. poteva garantire un enorme vantaggio competitivo per la squadra emiliana.


Ferrari: gli ostacoli del mercato di riparazione

Frederic Vasseur ha rapidamente compreso che il team ha necessità di innesti di spessore in aree nevralgiche della GES, nella convinzione che l’insourcing consenta di raggiungere due obiettivi strategici: aumentare il know how e acquisire conoscenze cruciali dai principali competitor.

In tal senso sembra che il dirigente transalpino ha ricevuto da tempo il placet dei vertici dirigenziali per poter sedurre, soprattutto economicamente, gli ingegneri d’oltremanica. Tuttavia la rossa non esercita più il fascino di un tempo per motivi che esulano dall’aurea leggendaria del team modenese.

Nel Regno Unito, in un raggio di pochi chilometri, sono presenti le sedi operative di ben sei scuderie di Formula 1, sette se contiamo il distaccamento europeo di Haas. Ragion per cui, ad esempio, il massiccio insourcing effettuato da Red Bull ai danni di Mercedes è stato molto più semplice in termini logistici. Dobbiamo evidenziare un aspetto non secondario che potrebbe complicare l’arrivo di tecnici stranieri.

Qualsiasi ingegnere navigato del Circus è perfettamente conscio che il clima in Via Abetone è incandescente. Ecco perché, accettare la corte del team di Maranello potrebbe significare rimettere in gioco la propria carriera in un contesto in continua evoluzione.

Ferrari
Adrian Newey “scruta” la Ferrari di Carlos Sainz

Come dimostrato da Adrian Newey in tempi non sospetti, le ripetute offerte faraoniche della Ferrari non hanno fatto tentennare nemmeno per un istante il genio di Stratford-upon-Avon. Premesso che tra le aree di improvement quella più rimpolpata sarà certamente il comparto aerodinamico, tecnici del calibro di Newey non se ne vedono molti all’orizzonte.

Nell’impossibilità di convincere il genio della F1 moderna a sposare magari l’ultima sfida della sua gloriosa carriera, la scuderia emiliana dovrà puntare su un’approvvigionamento strategico mirato all’acquisizione di know sulla concorrenza più che contare sull’abilità interna delle attuali fonti umane.

Trasferimento di conoscenze che dovrà giocoforza tenere in considerazione il “gardening leave”, elemento che obbliga i componenti delle scuderie con mansioni tecniche a subire un periodo sabbatico di sei mesi prima di poter iniziare il proprio mandato nella nuova realtà. Il mercato di riparazione della rossa è appena iniziato, ma per raccogliere i frutti della campagna acquisti bisognerà volgere lo sguardo sul lungo periodo.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari

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