II frutti si vedono dall’albero e, per ora, la SF-23 non è caduta molto lontano dal padre (Binotto). Ho pensato questo quando ho visto le tristi qualifiche australiane targate Maranello. In effetti di rosso vero c’è ben poco. Di rosso stinto e opaco, come quello che accomunava le livree delle Ferrari di Binotto Team Principal, c’è ancora troppo.
E dove sono le inconsolabili vedove binottiane, certe per dogma fideistico delle qualità del loro amato genio svizzero e certe che presto avremmo intonato il “torna Mattia torna”? Ci sono, ci sono… il gruppo si assottiglia ma sono vive e lottano fra noi per rinverdire, a scapito dei fatti, il martirologio del loro. Tra l’altro dobbiamo annoverare succose novità nel filone delle vedove piangenti. Ora ci sono anche quelle di Sanchez.
Gli spifferi che ci arrivano da Maranello cominciano a dipingerci un quadro interessante, con il suddetto tecnico che si sarebbe intestardito nella veste aerodinamica che molto probabilmente Ferrari presto ripudierà. Ma tant’è.
Il genio francese intanto torna alla McLaren. La persona brutta che è dentro di me ha pensato che le due scuderie, quella inglese e la tricolore, da una cosa sono accomunate: la mediocrità tecnica. E dunque, in un certo qual modo, Sanchez torna a casa e, ne sono certo, si troverà benissimo.
D’altronde, le due ex gloriose scuderie ce lo certificano. Entrambe sono quelle che, rispetto allo scorso anno e rispetto agli altri team, sono migliorate di meno: mezzo secondo. Ma torniamo alle cronache assai asfittiche di questa Ferrari che fa spavento.
Ferrari: la regressione è certificata dai numeri
Siamo passati da una monoposto che faceva spesso la pole ed era comunque abbastanza veloce in gara, a una che fa pena in qualifica e (per ora) in gara. Sospendiamo un attimo il giudizio in attesa di Melbourne, ma non sembra ci sia molto da sperare. La cosa paradossale è che la corazzata Red Bull non è imperforabile… ma seppure facesse uno zero tondo tondo, con tutta probabilità a contendersi la vittoria non ci sarebbe la Ferrari.
Ci sarebbero la Aston Martin dello 007 Alonso o la Mercedes W14, che Totone e il premiato duo piangente Hamilton–Russell hanno già descritto come un aborto annunciando la futura W14B. Ma che intanto “eppur si muove”.
Tempi grami, insomma. E poiché a Maranello le cose si fanno per bene e non esistono mezze misure, tanto che si blocca lo sviluppo di una monoposto per concentrarsi su quella successiva (con i risultati che vediamo), ecco il “de profundis” e l’inizio da incubo di questo mondiale.
Fred Valvassore un poco mi intenerisce e tenta di mettere la pezza. Le sue affermazioni: “I punti si assegnano domani e dopo Jeddah abbiamo lavorato per ottenere una prestazione costante e solida dalla SF-23 a livello di passo gara. Ci concentreremo soprattutto su noi stessi e prepareremo la gara nel modo migliore per rimontare”.
Siamo dunque alla fase “meditazione trascendentale”.
Ommmmmm Ommmmm Ommmmmm
PS: ma a voi sembra normale che la Ferrari dica di aver risolto i problemi di affidabilità alla PU e alla terza gara sostituisca a tutti i team clienti l’unità endotermica?
Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Foto: F1, Scuderia Ferrari