La noia ci assale, la noia di una pausa enorme e per certi versi ingiustificata. Vero, non è tutta colpa di Domenicali. Almeno non questa volta. Sono gli strascichi del Covid 19 in Cina. Però, ecco, a me è venuta in mente la mitica scena del commissario Auricchio, nel celeberrimo stra-cult “Fracchia la belva umana” che bullizzava il suo povero sottoposto De Simone, soprattutto quando gli rubava le idee che il primo provava a suggerirgli, intestandosi il merito della genialata.
A cosa mi riferisco? Al fatto che in Formula Uno stiano pensando (ce lo hanno fatto sapere via social) a sistemare meglio la logistica, vedi collegamenti (marittimi per la maggior parte) per trasportare i team di F1 nelle ormai tantissime tappe del mondiale creando un calendario meno da “ubriachi al bar” (semicit.).
La vera domanda è: come mai non ci avevano pensato prima? A cui segue la nostra esterrefatta riflessione: cioè davvero non ci avevano pensato prima? Sia come sia, di qualcosa dobbiamo pur parlare… e ci tocca parlare di Charles Leclerc. Io considero il pilota monegasco fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni.
Si ha bisogno di sognare, perché senza sogni la vita non avrebbe molto senso. E si ha bisogno di uno come Leclerc. Uno che non nasce poi tanto spesso nella terra dei motori. Ora, Leo Turrini, nel suo blog quotidiano “Profondo Rosso” en passant riferisce: “Che Leclerc stia parlando con Mercedes è il segreto di Pulcinella. Lo sanno tutti, dal garage remoto di Maranello all’Oceano Indiano”. Altri negano.
Lapo Elkann, di recente molto attivo su Twitter, arriva addirittura a ipotizzare che siano voci messe ad arte per destabilizzare l’ambiente Ferrari. L’unico rilievo che mi sento di fare al grande tifoso e appassionato Lapo è che il clima è già destabilizzato di suo a Maranello e dintorni. Anche le nostre verifiche interne non ci danno conferme di abboccamenti fra Leclerc e Totone Wolff. Ma il vero punto è un altro. Che se ne parli. E se se ne parla lo si fa per un ben preciso motivo: la mediocrità della Rossa.
Ferrari lavora per non perdere Leclerc
La Ferrari ha, per l’ennesima volta, sbagliato progetto e si trova con una monoposto già anatra zoppa e che con tutta probabilità potrà ambire, al massimo, a qualche vittoria di tappa. Di mondiale si parla fra qualche anno e senza certezze di successo, perché dovendo riorganizzare un team deficitario in figure apicali soprattutto tecniche, e con l’attuale regolamento ingessato, non puoi fare il “miracolo” da una stagione all’altra. Le combinazioni che devono incastrarsi sono così tante che rasentano l’impossibile.
Dunque, Leclerc e Sainz sono attesi ad una nuova traversata nel deserto. E un poco al buio. In questa situazione, un pilota può essere innamorato quanto vuole ma se sa di avere le stigmate del campione, non cercare il mezzo che gli permetterebbe di portare a casa almeno un titolo sarebbe un insulto al suo talento prima di tutto, ma anche a tutti coloro che lo seguono e che sanno quanto lui valga. Sarebbe uno spreco imperdonabile.
Da quando seguo la Ferrari un solo pilota ha mostrato un amore inossidabile per la Ferrari. Jean Alesi. Ma è un caso più unico che raro. E ha dovuto lasciare perché arrivava Schumacher. E il resto è storia, come si suol dire. Quindi, che sia vero o meno che Leclerc (e io spero sia assolutamente non vero, come le nostre fonti di suggeriscono) parli con altri team, ci dovrebbe allarmare il fatto che potrebbe essere assolutamente plausibile.
E il motivo è molto semplice. La Ferrari non è all’altezza non dico di giocarci un mondiale, ma neanche di essere, in questo momento, fra i primi tre. Sapete, nella vita accade così. Vincere aiuta a vincere. E perdere a perdere. Con le conseguenze morali e psicologiche che si possono immaginare. Occorre quanto prima che la Ferrari sistemi la stagione, mostri un concreto progresso, una crescita.
E vedrete che le voci su possibili giri di sedile cesseranno d’incanto. In caso contrario, alcune voci dal sen fuggite diventeranno realtà. E non tiratemi fuori la storia che tutte le caselle sono occupate. Leclerc è uno di quei piloti che crea la domanda. E l’offerta arriva sicura. Fidatevi. Perché è fatto di quella pasta. Della pasta dei sogni e delle emozioni. E nessuno si vuole privare di queste cose…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari