domenica, Dicembre 22, 2024

Leclerc non sa imporsi al muretto Ferrari: narrazione distopica

Leclerc continua ad essere “accusato” di scarsa personalità al volante nei confronti del team. Ora. Sulle nostre pagine abbiamo disquisito più volte di questa tematica. Lo abbiamo fatto grazie al supporto degli on board, tramite il canale comunicativo che mette in contatto il monegasco con il proprio ingegnere di pista, lo spagnolo Xavi Marcos.

Sin dai tempi della SF90, vettura condivisa con il 4 volte campione del mondo Sebastian Vettel, Charles ha mostrato un grandissimo temperamento naturale con una spiccata propensione di leadership. Se ne accorto molto presto il tedesco, sin dalla prima gara in Australia, subendo non poco l’indole mai doma del “novellino”.

Situazione ribadita con ancora più forza durante l’annata successiva, quando il talento di Monaco ha letteralmente affossato la supremazia dell’ex Red Bull assumendo di fatto, in pista e fuori, il ruolo di prima guida ufficiosa. I fatti inoppugnabili raccontano questo e sostenere il contrario non sembra affatto corretto.


Leclerc meglio di Sainz

Con l’arrivo di Carlos le cose non sono cambiate. Lo spagnolo, voluto fortissimamente dall’ex team principal Mattia Binotto, ha mostrato le sue ottime qualità in pista. Ragazzo solido, maturo, morigerato e veloce. E sebbene durante il primo mondiale in Ferrari l’iberico abbia di fatto battuto ai punti il compagno di squadra, la differenza prestazionale tra i due si è comunque delineata.

In molte occasioni, troppe a mio modo di vedere, si è rimarcato un fatto non vero: Sainz sa imporsi al muretto, Charles no. Balle. Reiterate. Al contrario l’esperienza maturata alla rossa ha fortificato il monegasco, capace di leggere quasi sempre in anticipo il contesto suggerendo i provvedimenti da prendere in molteplici occasioni.

Charles Leclerc - Carlos Sainz - Scuderia Ferrari
Charles Leclerc e Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) “pizzicati” a scambiarsi pareri sulla SF-23 durante i test del Bahrain

Sotto questo aspetto vale la pena sottolineare un fatto per non confondere le cose: non essere d’accordo con un comando del gruppo strategico e accettarlo, significa dar fiducia al muretto. Mentre opporsi fermamente ad un ordine significa disobbedire alle persone preposte a determinate scelte. Organizzate e preparate per questo.

Sì perché sebbene un pilota abbia voce in capitolo e debba senza dubbio partecipare tramite i propri feedback alla condotta della gara, i circa cinquanta individui incaricati di gestire l’impostazione strategica, tra pista e remote garage, vanno ascoltati in quanto, in linea teorica, hanno molti più mezzi utili per fornire una visione di insieme più ampia relativa ai giudizi.


Ferrari commette errori, non Leclerc

Piuttosto che puntare il dito su Charles, come fanno di continuo “illuminati” ex piloti (soprattutto britannici) quando non sanno cosa dire, sarebbe indubbiamente più onesto far notare un fatto. L’unico che davvero conta in questi casi: Ferrari continua a commettere errori nella lettura delle corse. Appena le situazioni si complicano un minimo, il banco salta. É la prassi da tempo, oramai, purtroppo.

Un Contesto che malgrado sia in continua fase di studio non sembra essere in grado di migliorare. Iñaki Rueda non c’è più al muretto. L’ultima parola non spetta più a lui. Al suo posto Jain Ravin. Giudicare l’operato dell’inglese di origini indiane dopo tre gare non avrebbe molto senso. Tuttavia, volendo esprimere un primissimo giudizio, possiamo dire che forse qualche segnale incoraggiante è arrivato, benché una certa miscommunication continui a fare presenza indisturbata.

Charles Leclerc
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) si lamenta in radio per l’informazione ritardataria di Xavi Marcos

Caso lampante a Jeddah. Xavi Marcos, nonostante sia stato messo in guardia dal ferrarista su come gestire il delta in regime di Safety Car, ritarda nell’avvisare Charles che si vede così surclassato dal Re Nero. Al contrario il canale comunicativo della numero 55 funziona perfettamente. Riccardo Adami comanda la mode race superata la così detta Safety Car line, provvedimento che consente allo spagnolo di mantenere agevolmente la sua posizione.

Non si tratta di strategie diverse sui vari piloti. C’è una parola corretta per definire casi del genere e altri parecchi analoghi: errore. E la colpa, ovviamente, non è certo imputabile a chi guida. Tanto meno a Charles Leclerc, forse unico punto di forza attuale della scuderia modenese, sempre pronto a perdonare la rossa malgrado gli innumerevoli torti involontari che di fatto lo hanno pesantemente penalizzato.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari

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