Per ritrovare la Ferrari numero 16 di Charles Leclerc bisogna scorrere la classifica fino alla decima posizione. Sei punti, questo il magrissimo bottino del pilota monegasco racimolato in queste prime tre gare del Mondiale di Formula Uno 2023. Una quota punti inimmaginabile poche settimane fa, un incubo ad occhi aperti che il pilota della scuderia italiana sta metabolizzando a fatica.
Ben altre, difatti, erano le aspettative riguardo a questo campionato del mondo che doveva rappresentare il riscatto sia per il driver in questione sia per la stessa Ferrari che, dopo aver sacrificato buona parte della stagione 2022, aveva fatto all-in su questa ritenendo di poter chiudere il distacco dalla Red Bull mattatrice, complice anche le difficoltà che il team di Milton Keynes doveva affrontare in virtù della penalizzazione comminata dalla FIA per il non puntuale rispetto del Cost Cap.
Nulla di tutto questo si è verificato, la RB19 è risultata un gioiello dalla bellezza abbacinante e dall’efficacia devastante. La SF-23, di contro, è una vettura capricciosa, difficile da portare nella corretta finestra operativa e probabilmente troppo poco veloce per tener testa all’ennesimo capolavoro di tecnica prodotto da Adrian Newey. Questa almeno, è la fotografia che emerge dopo le prime gare del campionato.
Se Maranello avrà la forza di recuperare con gli update confermati da Frédéric Vasseur lo capiremo soltanto nelle prossime tenzoni. Ma ad ora, complice una vettura anglo-austriaca che si sta nascondendo come abbiamo dimostrato in questo scritto, sembra difficile che Ferrari possa dare una svolta concreta al suo campionato per mettersi in lotta per entrambe le corone iridate.
Leclerc: è il peggiore avvio da quando è in Ferrari
In questo momento sono ben 59 i punti di distacco tra il battistrada Max Verstappen e il protagonista del nostro scritto. Una distanza così ampia che l’anno scorso fu raggiunta soltanto dopo la seconda metà della stagione. All’inizio, infatti, i valori erano totalmente ribaltati, visto che l’olandese era avvinghiato nelle difficoltà tecniche della RB18 che aveva subito due stop in tre gare a causa di una Power Unit Honda bizzosa. Problemi presto risolti che si abbinarono al dimagrimento massiccio della monoposto; elementi concatenati che andarono a spezzare un’inerzia che vedeva la Ferrari F1-75 favorita per la vittoria finale.
L’impietosa fotografia su descritta, che corrisponde al momento più difficile che la Ferrari sta attraversando dal 2010 ad oggi, sta di fatto abbattendo Leclerc che ha mostrato un certo nervosismo in questo avvio di 2023. Se nel primo GP non ha avuto responsabilità nel ritiro visto che è stato clamorosamente appiedato dal propulsore che si pensava aver risolto i problemi di affidabilità scoppiati durante la stagione passata, nelle due successive gare un po’ di tensione è emersa. Cosa che ha tolto serenità – e forse un pizzico di lucidità – al talento della Ferrari Driver Academy.
A Jeddah, Charles ha dovuto scontare una penalità per la sostituzione della centralina e del pacco batterie arrivate al terzo elemento stagionale. Dopo una qualifica spettacolare, ma purtroppo infruttuosa per le sanzioni di cui sopra, ha visto spezzata la sua rimonta nel momento in cui si è trovato alle spalle di Carlos Sainz. Alla radio si è più volte lamentato chiedendo di passare perché aveva più ritmo del compagno di squadra.
La realtà racconta altro: Charles non riusciva a mettersi in zona DRS, cosa che ha indotto la Ferrari a non effettuare lo switch di posizioni richiesto. Nella circostanza Leclerc non l’aveva presa bene, lamentandosi platealmente dopo l’arrivo in settima piazza, che costituisce il magrissimo bottino sul quale il pilota può contare.
Primo momento di una tensione che si è replicata in Australia, stavolta nelle qualifiche. Leclerc pretendeva una scia da parte di Sainz che effettivamente era quasi impossibile concedere. Anche in questo caso il team radio è stato il mezzo attraverso il quale il pilota ha sfogato la sua frustrazione mostrando un atteggiamento poco consono a creare quel clima di squadra invocato da Frédéric Vasseur nel giorno della prima conferenza stampa rossa.
E chiaro che il “numero 16” non sia arrivato all’avvio del Gran Premio di Melbourne in una condizione mentale favorevole. Forse, ma chiaramente non possiamo esserne certi, anche da questa particolare situazione psicologica dipende il piccolo errore commesso allo start col quale il conducente si è fatto fuori da solo dicendo addio alla gara e marcando un altro zero in classifica.
Leclerc è alla ricerca della normalità
Per questo motivo Leclerc non ha intenzione di pensare a come ribaltare la situazione sul lungo periodo. Ciò di cui ha bisogno è normalità, di avere un weekend di gara tranquillo, scevro da errori, mondato da qualsiasi problema tecnico. Il grande potenziale di pilotaggio che l’ex Sauber porta in dote non si sta vedendo in questa fase se non in qualifica; cosa avvenuta nelle prime due gare e non di certo a Melbourne dove è stato meno efficace del collega di casacca.
Chiaramente Leclerc, per dare una svolta al suo campionato del mondo, non può pretendere solo un weekend pulito, deve esigere dal suo team anche una campagna di aggiornamenti massiccia ed efficace. Ciò che in pratica non si è visto nel 2022, quando, ad un certo punto della stagione, Mattia Binotto ha deciso di bloccare gli sviluppi e di posticipare oltremisura la risoluzione del problema affidabilità per avere una vettura vincente nel 2023.
Ma la SF-23 al momento non è nulla di tutto ciò. La rotazione delle componenti della Power Unit è cominciata fin troppo presto determinando già delle penalizzazioni in griglia; la tanto sbandierata velocità in sede di presentazione – cavalcata da certe analisi ottimistiche e fuorvianti prodotte da alcuni organi stampa – si scontra con una durissima realtà che racconta ben altro.
Leclerc, quindi, è conscio che nel breve termine bisogna lavorare in instancabilmente sulla comprensione della vettura e sull’individuazione di setup efficaci che possano dare un senso tecnico alla creatura orfana del suo padre aerodinamico, David Sanchez. Ma a breve è necessario vedere anche all’opera gli sviluppi preannunciati da Vasseur. Perché senza quelli è chiaro che non si possa andare da nessuna parte.
Red Bull non se ne starà con le mani in mano, men che meno Aston Martin e Mercedes che, a Imola, ha in predicato di portare una versione rivoluzionata della W14 che potrebbe ulteriormente aprire la forbice nei confronti della Ferrari che in questo momento sta arrancando nei riguardi delle Frecce Nere. All’Albert Park abbiamo visto anche una Alpine molto vicina sul passo gara. Quindi si corre il rischio di essere risucchiati nel midfield in una stagione cominciata male ma che, in termini di punteggio, non sta effettivamente rappresentando quello che è il vero valore della monoposto.
Quindi, in chiusura, Ferrari dovrà fare il suo da un punto di vista tecnico, mentre Leclerc dovrà essere abile a ritrovare pace e serenità per poter finalmente sciorinare quelle prestazioni che ha dimostrato di possedere. E dovrà farlo soprattutto in gara, ossia nel momento che davvero conta per racimolare punti preziosissimi che ad oggi latitano.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari