Probabilmente nemmeno nei peggiori degli incubi Charles Leclerc avrebbe immaginato di essere così attardato in classifica dopo l’avvio del campionato del mondo di F1 2023. Sei sono i punti raggranellati fino a questo momento dal monegasco che equivalgono al decimo posto nella graduatoria piloti. Si tratta del peggior start da quando il talento frutto della FDA è alla corte della Ferrari. Cosa verificatasi nell’anno che doveva rappresentare la svolta totale sia per il conducente che per la squadra.
L’impietosa fotografia del momento è suggellata dal distacco che Leclerc accusa nei confronti del battistrada Max Verstappen. Sono ben 59 le lunghezze di differenza tra il rullo compressore olandese e il portacolori della Ferrari. Una distanza così ampia che l’anno scorso fu raggiunta soltanto dopo la seconda metà della stagione. Questo andamento ha lasciato qualche scoria visto che abbiamo osservato un Leclerc un po’ nervoso nelle ultime settimane.
Leclerc: tensione figlia della frustrazione
Se nel primo GP l’ex Sauber è stato esente da responsabilità considerando che è stato appiedato dal propulsore, nelle due successive gare un po’ di tensione è fluita con un evidente rimbalzo sulle prestazioni offerte. Serenità e un pizzico di lucidità hanno temporaneamente abbandonato il driver su cui la Ferrari punta per riportare a casa l’alloro iridato.
Il quadro della tensione montante si realizza in due passaggi. Il primo a Jeddah, quando Charles ha dovuto scontare una penalità. Dopo una qualifica spettacolare, ma purtroppo infruttuosa a causa della penalità ricevuta per la sostituzione di elementi della power unit, ha visto spezzata la sua rimonta nel momento in cui si è trovato alle spalle di Carlos Sainz. Alla radio si è più volte lamentato chiedendo di passare perché aveva più ritmo del compagno di squadra.
La realtà racconta altro: Charles non riusciva a mettersi in zona DRS, cosa che ha indotto la Ferrari a non accordare lo switch di posizioni richiesto. Nella circostanza Leclerc non l’aveva presa bene, lamentandosi platealmente dopo l’arrivo in settima piazza, che costituisce il magrissimo bottino sul quale il pilota può contare.
Il secondo momento critico si verifica in Australia, stavolta nelle qualifiche. Leclerc pretendeva una scia da parte di Sainz che effettivamente era quasi impossibile concedere. Anche in questo caso il team radio è stato il mezzo attraverso il quale il pilota ha sfogato la sua frustrazione mostrando un atteggiamento poco consono a creare quel clima di squadra invocato da Frédéric Vasseur nel giorno della prima conferenza stampa rossa.
Leclerc/Ferrari: torna il sereno
La pausa forzata della Formula Uno è un buon viatico sia per Leclerc, che vuole e deve ritrovare pace e serenità, sia per la Ferrari per lavorare ai deficit mostrati dalla SF-23. Problemi che investono aree diverse di una monoposto che ha profondamente deluso le attese, ma nella quale i tecnici e i dirigenti credono ancora. E forse anche lo stesso pilota.
Avere quattro settimane libere per poter lavorare ai difetti della macchina è un graditissimo ed inatteso dono che a Maranello vogliono godersi. “Penso che, nella situazione in cui ci troviamo, sfrutteremo questa opportunità per lavorare il più possibile durante questa pausa col fine di ottenere aggiornamenti in maniera rapida ed essere competitivi come vogliamo“, ha spiegato Leclerc.
Quindi non c’è mestizia né rassegnazione a Maranello e si crede che ci siano ancora i margini per poter recuperare nei confronti della fuggiasca Red Bull RB19. “È ancora una stagione molto lunga. Siamo pienamente motivati a tornare in cima e cercheremo di utilizzare queste settimane nel miglior modo possibile. Conosciamo la storia dell’anno scorso. Si tratta di concentrarci su ciò che possiamo fare per migliorare e tornare al livello della Red Bull. Sappiamo su cosa dobbiamo lavorare, ora dobbiamo solo farlo accadere“.
Chiaramente il pilota non è entrato nel merito di quali saranno gli interventi tecnici ai quali deve sottoporsi la SF-23. Ma, per sommi capi, l’aspetto che deve progredire maggiormente è quello relativo alla gestione della gara. Leclerc ha sottolineato quanto la vettura sia solida nel momento in cui si può contare sul grip delle gomme fresche. Ecco perché in qualifica il delta rispetto alla RB19 è tutto sommato contenuto e non allarmante.
La forbice si apre in maniera molto sensibile, invece, durante la gara. Nel momento in cui bisogna gestire le gomme, specie con alcuni tipi di compound, la SF-23 mostra un comportamento critico tanto che, sia Aston Martin che Mercedes, negli ultimi due appuntamenti, sono sembrate più efficaci.
I correttivi sono al vaglio, ma non attendiamoci tutte le cartucce sparate in un sol colpo, come per esempio farà Mercedes che ha annunciato una versione molto rivista per Imola della W14. Il Cavallino Rampante dovrebbe impostare un programma di recupero a tappe. In un arco di 4 – 5 gran premi, infatti, si dovrebbe completare tutto il pacchetto di aggiornamenti per ridare smalto ad una monoposto che è parsa particolarmente opaca ma che ha del potenziale celato che va estratto.
La ritrovata fiducia di Charles Leclerc e il clima che si imposta al sereno sono indicativi del fatto che, probabilmente, a Maranello ritengono di aver trovato la chiave giusta per offrire a entrambi i piloti una monoposto più leggibile nel comportamento, più facile da guidare e anche più semplice da settare. Elementi, questi, assolutamente necessari se si immagina di aprire la distanza su Aston Martin e Mercedes e di colmare quella dalla Red Bull. Ed è questa l’operazione più difficile, anche se resta l’obiettivo dichiarato della Ferrari.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG