Se qualcuno avesse detto, dopo i gran premi del Bahrain e dell’Arabia Saudita, che in Australia, terza prova del campionato del mondo di Formula Uno 2023, una Mercedes sarebbe arrivata al secondo posto, probabilmente sarebbero scappate delle risatine sarcastiche. La verità è che persino nel clan di Brackley pochi avrebbero creduto che questa realtà si potesse concretizzare.
Invece non solo è stato così ma c’è anche molto rammarico dopo la gara di Melbourne che poteva essere ancor più brillante se non si fosse manifestato un inatteso problema alla power unit, da sempre il punto di forza della Stella a Tre Punte. Un GP in chiaroscuro, quindi, perché a fare da contraltare alla gioia per il “piazzato” di Lewis Hamilton, arrivano le preoccupazioni per un propulsore che ha esalato improvvisamente l’ultimo respiro tra fuoco e fiamme.
Mercedes: analisi necessarie nella pausa forzata della F1
La questione propulsore sarà analizzata nella sede di Brixworth in questa lunga pausa nella quale va incontro la Formula Uno. Saranno difatti quattro le settimane di digiuno perché è saltato il Gran Premio di Cina a causa del Covid che da quelle parti genera ancora diversi problemi. Più tempo che gli “uomini in nero” prendono con favore perché potranno, contestualmente, analizzare a fondo la questione motoristica e approfondire gli sviluppi messi in cantiere sulla W14 che a Imola dovrebbe presentarsi in una versione rinnovata. La Formula Uno, a fine Aprile, sarà di scena in Azerbaijan, per poi volare a Miami. Solo dopo si tornerà in Europa.
Proprio perché il Circus si muoverà come una scheggia impazzita tra i continenti, è necessario sfruttare questi giorni per lavorare nel cercare di chiudere il gap con la Red Bull che oggi non è apparso così drammaticamente ampio. Anche se c’è la sensazione che Max Verstappen, a un certo punto della gara, abbia preso a controllare, come abbiamo riportato nella nostra analisi on board dedicata.
È inutile dirlo, il più amareggiato dopo il Gran Premio d’Australia è George Russell. Il talento di King’s Lynn, scattato dalla seconda posizione in griglia, s’era subito messo in testa con la protezione di Lewis Hamilton che era riuscito anch’egli a superare Max Verstappen. La bandiera rossa, causata dall’incidente di Alex Albon, ha modificato tutto il piano tattico, visto che il muretto box aveva chiamato il pilota a sostituire le gomme quando era stata deliberta la safety car. Una scelta, quella di fermare le operazioni, che l’ex Williams ha pesantemente criticato dopo il ritiro occorso per la rottura del V6 turbo-ibrido.
“Ho fatto tutto bene per tutto il weekend. La partenza è stata ottima così come il primo stint. Anche la ripartenza è stata buona. Abbiamo gestito bene i primi 10 giri e la Safety Car era: una buona situazione per noi. Ma la bandiera rossa ci ha rovinato la gara. Era una decisione che non era necessaria secondo me. Lo abbiamo visto in Arabia Saudita nel 2022, quindi non so perché è stata utilizzata questa volta“, ha tuonato Russell.
Amarezza su amarezza, visto che è giunto un ritiro per motivazioni che in casa Mercedes si registrano ben poche volte. Evidentemente era destino e la cosa è stata ratificata in un tweet prodotto dallo stesso Russell in cui ha dimostrato una certa dose di fatalismo che possiamo comprendere: “When it’s not your day, it’s not your day”.
La situazione è paradossale perché George in qualifica ha battuto ben tre volte il compagno di squadra, ma in gara è arrivato due volte dietro. Ad oggi la classifica è impietosa visto che recita Hamilton 38 punti, al quarto posto, e Russell 18, al settimo. Sembra che nel 2023 stia accadendo l’esatto opposto dell’inizio del campionato scorso, quando Lewis era più sfortunato negli eventi pur dimostrando maggior consistenza in gara. Ovviamente è presto per tirare le somme e la versione B della monoposto è in procinto di arrivare. Ancora, l’abbrivio visto su questa pista può lasciare comunque dei sentimenti votati all’ottimismo per gli anglotedeschi.
Abbiamo potuto osservare, infatti, che Mercedes in Australia è stata assolutamente più consistente della Ferrari che non ha mai avuto il passo, né in gara in qualifica, per contrastare le “Frecce Nere”. Ma è riuscita altrettanto a tenere abbastanza agevolmente a bada l’Aston Martin. Ogni volta che Fernando Alonso provava ad avvicinarsi, Lewis aveva “polvere da sparo” per rispondere e mantenere il margine intorno al secondo e mezzo in modo da non farsi risucchiare nella zona di DRS. Segnali chiaramente incoraggianti sui quali il team vuole costruire il recupero sui fuggitivi della Red Bull.
Hamilton, alla fine dei tormentati 58 passaggi che hanno composto l’evento, è parso raggiante, anche se non ha nascosto sotto il tappeto i problemi che comunque restano su una macchina che ha bisogno ancora di affrontare un periodo di convalescenza.
“È stata una gara folle”, ha esordito il sette volte iridato alludendo alle troppe bandiere rosse deliberate dalla direzione gara andata letteralmente nel pallone. “Grazie a tutti i fan qui in Australia. Bel weekend e settimana fantastica. Questa città continua a offrire uno scenario fantastico e a sostenerci. C’è stata un po’ di sfortuna per George oggi. La nostra affidabilità è sempre stata buona, quindi è un episodio sfortunato. Ma per noi ci sono stati tanti punti, non mi aspettavo di arrivare secondo. Sono molto grato di ciò”.
Hamilton ha voluto ribadire che le difficoltà di pilotaggio della W14 persistono e che non si sente ancora connesso alla vettura: “Non mi sento a mio agio in macchina. Continuo a guidare nel modo migliore possibile malgrado questo e cerco di lavorare per creare una connessione, ma è un progetto a lungo termine. Considerando che siamo in ritardo rispetto alla Red Bull, essere in lotta con la Aston Martin per noi è fantastico. Grazie a tutti i ragazzi in fabbrica. Possiamo chiudere questo divario, anche se sembra grande”.
Sui classici team radio in cui esprimeva preoccupazione sullo stato delle gomme, Hamilton ha voluto ribadire a chiare lettere che non si trattava di tattica, ma di ansie effettive: “Non era un bluff. Dovevo spingere tanto dalla partenza, prima per tenere dietro Max e poi Fernando, che spingeva tantissimo. Lui forse sul passo puro era più veloce di me, ma sono riuscito a tenerlo dietro. Di questo sono contento. Abbiamo tre campioni del mondo sul podio, è una cosa straordinaria”.
Mercedes: il “mistero” australiano
Alla conclusione del weekend australiano, Mercedes torna a casa comunque con più serenità dopo un avvio mondiale difficile. Resta il fatto che bisogna ancora capire se le prestazioni sciorinate all’Albert Park siano frutto di un andamento che sarà consolidato nelle prossime tappe oppure se sono dipese dalle specificità del tracciato. E soprattutto delle condizioni ambientali, con temperature non troppo alte. Una situazione che non si era verificata né a Sakhir, né a Jeddah.
Toto Wolff, su questo frangente, è stato molto onesto quando ha detto che le performance sono sicuramente scaturite dal contesto particolare che s’è venuto a creare perché sulla macchina, rispetto a due settimane fa, non è cambiato nulla. La motivazione che il manager austriaco ha offerto per spiegare le ottime prestazioni sciorinate a Melbourne è relativa ad una maggiore comprensione del mezzo dalla quale è scaturita una più puntuale definizione degli assetti.
Nel secondo stint, quello effettuato con gomma hard, abbiamo potuto vedere come la W14 gestisce alla perfezione i compound andando a migliorare i tempi via via che i serbatoi si svuotavano, senza quindi accusare degrado particolare. Una condizione che ha caratterizzato anche la gara degli altri competitor e che dipendeva da pneumatici Pirelli particolarmente a proprio agio su questo asfalto. Ma non era scontato che la creatura di Mike Elliot riuscisse in questo lavoro.
Chiaramente, il trend andrà confermato sulle prossime due piste, ossia Baku e Miami, che presentano specificità diverse rispetto all’Albert Park. Tutto questo in attesa di vedere l’evoluzione massiccia che Toto Wolff ha ufficialmente confermato che verrà presentata a Imola. E forse è proprio nel GP dell’Emilia Romagna che partirà il vero mondiale degli uomini della Mercedes che nel frattempo si gode il primo podio stagionale.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG
Dom é un mediocre con un ego smisurato che deve occupare la scena ad ogni costo.
In Ferrari ha fatto pena,
Come sia iriuscito a farsi prendere in Lambo e Liberty Media resta (per me) un mistero.