domenica, Settembre 8, 2024

Alpine sceglie il modello Aston Martin per la scalata in F1

La F1 è uno sport affascinante e ricco di contraddizioni. Nonostante un monopolio durato sette anni, la Red Bull è riuscita prima a spezzare parzialmente, per poi farlo pienamente, l’imperio della Mercedes. Gli anglotedeschi, durante la loro striscia di successi, hanno dovuto ricacciare indietro anche gli attacchi della Ferrari che, specie nel 2017 e nel 2018, si era fatta molto minacciosa. Ciò a dimostrare che in vetta, nonostante tutto, un rimescolamento di valori è possibile. Se lo augura soprattutto Alpine.

Ciò che risulta essere meno agevole è muoversi verso l’alto uscendo da quella massa informe che è il centro classifica che sembra essere una sorta di prigione sportiva dalla quale è impossibile evadere. Se osserviamo quanto è successo dal 2009 in poi, anno in cui la sorprendente Brawn GP vinse il campionato costruttori e Jenson Button quello piloti, sono state solo due squadre a vincere titoli: Mercedes e Red Bull. Con Ferrari che ha accarezzato il sogno in qualche occasione senza poi concretizzare.

La costante, invece, è aver avuto un totale immobilismo con altri soggetti incapaci di chiudere il gap con la cime nonostante molti cambi regolamentari e diverse ere tecniche a succedersi. Neanche la rivoluzione del 2022 che, nelle intenzioni di Liberty Media doveva servire a uniformare i valori in campo, è riuscita a permettere ad un team del midfield di assaltare la diligenza che correva verso la vetta.

La verità, piuttosto deludente, è che nel 2022 la forbice tra i passisti e gli inseguitori si è aperta inesorabilmente. Red Bull era andata in fuga con l’arrivo dell’estate con i rivali piantati sulle gambe quando la strada aveva preso a salire. A centro gruppo le cose erano andate peggio visto che i distacchi sulla linea del traguardo furono contati a suon di numeri esponenziali.

Alpine
Sergio Perez davanti a Fernando Alonso nelle prime fasi di gara a Miami

Il giro di vite federale sul pompaggio aerodinamico, con la Direttiva Tecnica 039, aveva addirittura acuito il problema. L’aggiustamento normativo sull’altezza e la flessibilità dei fondi, unito al Balance of Performance tecnico e ad un anno di esperienza sul campo, hanno permesso alla sola Aston Martin di chiamarsi fuori dal centrocampo. 

Un team che ha deluso le attese è di certo Alpine. L’obiettivo prestagionale era il consolidamento della classifica 2022 (la franchigia francese terminò al quarto posto, ndr) tenendo dietro la McLaren e l’ambiziosa Aston Martin. Ciò, al contempo, riducendo le distanze con la terza forza. “C’era un grande divario tra il quarto e il terzo posto l’anno scorso – ha spiegato Szafnauer quindi essere significativamente più vicini ai primi tre e più lontani dal quinto è l’obiettivo“.

Un team che ha un grande potenziale, con grandi risorse finanziarie e che ha in dote un know-how di rilievo per provare a raggiungere i fantastici tre. Due piloti francesi altrettanto affamati per porsi come un modello vincente unico nel suo genere visto che Alpine ha una motorizzazione esclusiva che quest’anno mira a risolvere i problemi d’affidabilità che nel 2022 erano stati messi in conto in virtù di un approccio molto aggressivo che puntava alla performance a scapito solidità. 

Con queste premesse i transalpini hanno approcciato il 2023. Ma le cose non stanno andando come programmato. Dopo cinque round la classifica langue: 14 i punti raccolti che valgono un senso posto in coabitazione con la McLaren che non ha sfornato una vettura da ricordare. Ma, cosa più grave, è la distanza siderale accumulata dal terzo posto occupato dalla Mercedes. Il campo che si voleva ristretto e che invece si è allargato in maniera clamorosa.  

Alpine
Laurent Rossi, CEO Alpine

Ecco che qualcuno inizia ad agitarsi. E quel qualcuno non è un semplice tifoso, bensì Laurent Rossi, il CEO della scuderia che, un paio d’anni fa, aveva parlato di un piano quinquennale per arrivare al top della F1. Dopo tre anni la vetta, dal punto d’osservazione di Enstone, è una stella lontanissima e sfocata.  

Abbiamo iniziato la stagione in ritardo rispetto agli obiettivi di sviluppo – ha tuonato il dirigente ai canali ufficiali della F1 – Ci mancavano le prestazioni rispetto a dove volevamo essere per cementare la quarta posizione in classifica. Abbiamo commesso troppi errori durante il fine settimana. Quando si aggiungono le prestazioni relativamente inferiori e la mancanza di eccellenza operativa, si finisce in una posizione difficile”.

Ci aspetta un anno complesso ma la stagione è ancora giovane. Non voglio arrendermi, ma un paio di cose devono cambiare. Dobbiamo continuare a rinforzare la squadra per recuperare le prestazioni. Una cosa che deve cambiare, dato che è in gran parte la stessa squadra dell’anno scorso, è la mentalità”.


Crisi Alpine: Otmar Szafnauer nel mirino

Rossi ritiene che errori siano stati commessi ma ciò che manca è l’ammissione che si siano verificati. Serve invece una presa di coscienza dalla quale ripartire. In un contesto simile c’è qualcuno che deve prendersi le responsabilità di quanto sta accadendo. Tutti gli occhi cadono proprio su Otmar Szafnauer che, con la sua vasta esperienza accumulata in Force India, Racing Point e Aston Martin, era stato chiamato a ristrutturare la franchigia per lanciarla nella corsa verso l’olimpo della F1.

Alpine
Pierre Gasly ed il team principal Alpine, Otmar Szafnauer

Rossi non ha usato giri di parole nell’individuare nell’ex Aston Martin il responsabile capo di questa situazione assai scomoda: “È responsabile delle prestazioni della squadra, questo è il suo lavoro. Non ci si può nascondere. Otmar è stato chiamato per guidare la squadra verso gli obiettivi che abbiamo: fare progressi costanti come accaduto due anni e di arrivare sul podio. Questa è la sua missione: trasformare la squadra e portarla alle prestazioni che vogliamo”.

Rossi e Luca De Meo, l’AD del gruppo Renault, vogliono un rapido cambio di passo. E lo esigono perché sanno che in F1 un anno di decrescita può costare molto nel cammino impostato da una squadra. La posizione di Szafnauer per ora non traballa in maniera preoccupante, ma certamente non si può dire che sia solidissima. 


Crisi Alpine: non è questione di risorse. Lo dimostra Aston Martin

Otmar Szafnauer è il grande accusato perché la dirigenza della scuderia ritiene che vi siano tutte le risorse per compiere grandi passi in avanti. Ciò che sta mancando, quindi, è l’organizzazione e la spinta motivazionale del personale. Se Alpine non ha ancora il tipo di struttura per duellare con Red Bull, Mercedes e Ferrari, ha di certo gli elementi per essere quarta realtà del Circus. Un nuovo simulatore sarà operativo tra diciotto mesi, la galleria del vento è di ottimo livello. Ancora, non mancano i fondi per ulteriori migliorie, nei limiti delle spese previste dalle regole finanziarie. 

Enstone non ha mai avuto così tante risorse a disposizione per un numero continuo di anni. Aston Martin ha meno ingegneri di noi, per quanto ne so. Non hanno ancora la loro galleria del vento, non hanno un impianto in funzione al momento. Hanno iper-caricato lo sviluppo avendo preso le persone giuste”. Ciò dimostra che creatività ed efficienza possono fare la differenza anche con strutture meno all’avanguardia. 

E qui si configura anche il discorso motivazionale. Rossi ha spiegato come un team che l’anno passato ha raggiunto la quarta posizione nonostante i problemi di affidabilità non possa ora cedere di schianto facendosi passare a destra e a sinistra da altre scuderie che tra l’altro hanno meno fondi generali. 

Alpine
Sede dell’Alpine F1

Alpine: programma F1 non a rischio

È automatico pensare che se Alpine dovesse fallire, stante le dure parole espresse dal CEO Laurent Rossi, il programma Formula Uno possa essere messo in discussione. E’ proprio il manager francese ad allontanare questo concetto e a ribadire che Renault non ha intenzione di mollare la massima serie dell’automobilismo.

No, non c’è alcun rischio, l’impegno è estremamente forte. Sapevamo che ci sarebbero stati dossi lungo la strada. L’ho detto allora quando c’erano bei momenti, come la vittoria in Ungheria. Se falliremo dando il 500% del meglio e facendo girare questa nave, ci saranno circostanze attenuanti e questo fa ben sperare per il futuro. In caso contrario, è la regola del business, ci saranno conseguenze. E non aspetterò fino alla fine dell’anno. La traiettoria non è buona. Dobbiamo sistemare la mentalità della squadra al più presto“.

La chiusura è eloquente. Alpine punta ai risultati, ma sicuramente mette al centro gli sforzi per conseguirli. La sconfitta è contemplata, anche perché i competitor sono molto forti e agguerriti. Quello che sta generando fastidio nei dirigenti francesi e vedere la maniera in cui si sta approcciando questa stagione. Ecco perché il team principal è nell’occhio del ciclone. Si ritiene che sia sua responsabilità motivare l’equipe per permetterle di dare il meglio. 

Gli investimenti fatti dalla Renault sono ingenti e si pretende che questi sforzi comincino a produrre degli effetti tangibili. Aston Martin ha dimostrato come con la forza delle idee si possa raggiungere il terzetto che guida in F1. Una posizione che Alpine avrebbe voluto occupare e che invece guarda con un pizzico di invidia. Da molto lontano.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing, Alpine

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