DRS, acronimo di Drag Reduction System. Il dispositivo che ha riscritto regole, norme e abitudini dei duelli in F1 ha ormai talmente tanto distorto la normalità da esser diventato esso stesso un nuovo standard senza il quale si va incontro a crisi d’astinenza.
L’ala mobile fu introdotta nel 2011 per cercare di rendere più frizzanti in gran premi. Sin dal primo momento si capì che il suo utilizzo, che negli anni è diventato smodato, avrebbe rappresentato un momento di svolta quasi irreversibile. Ricordate i duelli lunghi, serrati, forse un po’ noiosi che non riuscivano ad avere un epilogo? Beh, il DRS si proponeva di eliminarli offrendo ai tifosi battaglie più corte, fulminee e maggiormente ricche di pathos. Ma che il tempo ha detto non esser vero, sincero, spontaneo.
DRS: oltre un decennio di vita e poche soddisfazioni
Dopo oltre un decennio qual è il giudizio medio sul provvedimento tecnico? A leggere i commenti della stragrande maggioranza dei tifosi si tratta di una bocciatura su tutta la linea. Il confronto tra driver si è spostato dalla staccata al rettilineo. Un tempo trionfava chi tirava la frenata più potente, chi si prendeva il rischio, con annessi errori, di mordere il pedale del freno qualche decimo di secondo più tardi per attaccare o per difendere la posizione.
Col DRS è tutto molto più comodo: ci si mette là, si attende il detection point, l’ala si apre – fantastico ritrovato della tecnica – e tac, il gioco è fatto. Ecco che i sorpassi si concretizzano, sovente, a metà dei tratti “full gas”, ben lontano da quei cartelli che, minacciosi e severi, annunciano che la curva è sempre più prossima.
Il 2022 doveva segnare una rinascita tecnica col ritorno delle vetture ad effetto suolo. Il proposito di Liberty Media era quello di offrire auto che non fossero così sensibili alle scie. Viene da sé che i tifosi abbiano sperato, per un po’, duelli rusticani con piloti divisi da pochi centimetri gli uni dagli altri anche nelle curve di media e alta percorrenza, ossia quelle che generalmente disturbano l’aerodinamica di chi il sorpasso lo deve effettuare.
Sogni ad occhi aperti interrotti da uno schiaffo in pieno volto. Le vetture 2022 e 2023, con i necessari distinguo del caso, reiterano le difficoltà della vecchia generazione. Ecco che il DRS è ancora protagonista assoluto in uno spettacolo artefatto. Ahinoi, va ammesso che il nostro cervello è ormai assuefatto al duello edulcorato dall’aggeggio in questione. Una verità innegabile che deriva dalla percezione dei piloti che sono anch’essi ormai condizionati dalla presenza dell’ala mobile. E ne abbiamo avuto la prova pochi giorni fa.
DRS: l’entusiasmo dei piloti
Il direttore della Gran Prix Driver Association, George Russell, ha infatti affermato che i piloti preferirebbero avere zone DRS nuovamente più lunghe dopo il giro di vite federale che s’è verificato nei Gran Premi di Azerbaigian e Miami nei quali le aree operative sono state accorciate in base ai dati e ai feedback ottenuti nelle gare del 2022.
Ricordiamo che Helmut Marko, in maniera provocatoria, aveva accusato Mercedes di aver fatto indebita pressione sulla FIA per avere zone più corte per tarpare le ali della RB19 visto il vantaggio che si concretizza quando la vettura apre l’ala mobile. Congetture che lasciano il tempo che trovano. L’elemento da sottolineare, invece, è che Russell ha rivelato che tutti e venti i conducenti sono giunti alla stessa conclusione sull’uso del DRS.
“Capisco che per la FIA non è così semplice cambiare qualcosa da un giorno all’altro e che ci sono altri elementi da prendere in considerazione. Penso che la riduzione di oltre 75 metri, a Miami, può fare la differenza tra il chiudere un sorpasso o meno”.
“Tutti i piloti sono giunti alla conclusione che preferiremmo che fosse più facile sorpassare piuttosto che più difficile. Avere sorpassi più facili creerà gare un po’ più emozionanti. Se invece sarà più difficile le gare saranno più noiose. Quindi è meglio essere al sicuro in questo senso“, ha concluso il britannico. In un contesto nel quale i conducenti si schierano apertamente per il DRS è impossibile immaginare che nella nuova era tecnica, che partirà nel 2026, la FIA possa fare a meno del meccanismo.
L’auspicata abolizione (dai tifosi) del DRS limiterebbe il numero dei contatti ravvicinati ma probabilmente ne esalterebbe la “sanguinosità”. Ricordate Spagna 2022 con Verstappen ad inseguire proprio Russell con l’ala mobile bloccata? Bene, con una vettura nettamente superiore l’olandese impazzì alle spalle della poco performante W13.
I due diedero vita ad un duello rusticano che ancora ricordiamo. Una tenzone che si esaurì non appena il meccanismo della RB18 riprese a funzionare. Meglio quel contrasto duro ed avvincente o i sorpassi autostradali che troppo spesso osserviamo? Purtroppo sembra che i piloti abbiano scelto…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG