lunedì, Dicembre 23, 2024

F1 2023, sorpassi più complessi: i dati smentiscono i piloti

Il malcontento dei piloti di F1 in relazione alla difficoltà dei sorpassi sarà riportato alla Federazione Internazionale dal direttore del GPDA, George Russell. Tendenza che, a livello teorico, sarebbe aumentata rispetto alla campagna agonistica 2023. Uno dei pillar delle attuali vetture mirava a favorire i superamenti in pista. Questo grazie alla capacità delle monoposto ad effetto suolo di restare in scia senza un’eccessiva perdita di carico aerodinamico.

L’obiettivo è stato parzialmente raggiunto per stessa ammissione dei piloti durante lo scorso campionato. Tuttavia, l’evoluzione aerodinamica delle auto correnti, raggiunta tramite l’abilità dei progettisti di innovare attraverso interpretazioni borderline del corpo normativo, sembrerebbe aver minimizzato i benefici studiati dalla direzione tecnica della FIA.

Dal punto di vista quantitativo le sensazioni al volante sono smentite dal un preciso confronto, realizzato tra i sorpassi della passata stagione e quelli andati in scena durante i primi 5 round del mondiale 2023. Solamente nella tappa di apertura in Bahrain le manovre per superare l’avversario sono state inferiori rispetto al 2022. Mentre nei successivi quattro appuntamenti iridati il compare è sostanzialmente stabile.

F1
sorpassi 2023 vs 2022

Con ogni probabilità la percezione dei piloti risulta in qualche modo “avvelenata” le dalla scelte della Federazione che, nel tentativo migliorare le cose, ha deciso di ridurre la lunghezza delle zone di attivazione del DRS in diversi tracciati. Un provvedimento per evitare che il gruppone si sgrani troppo velocemente. Con un po’ di malizia sottobraccio, però, tale provvedimento si può ricondurre alla necessità di contenere l’efficienza strabiliante della Red Bull RB19. Misura che, tuttavia, non pare aver prodotto l’effetto desiderato.

Le cinque gare sinora disputate sono state caratterizzate dalla medesima dinamica: i due bolidi austriaci in fuga solitaria, Aston Martin, Ferrari e Mercedes nella terra di nessuno e il resto del plotone a debita distanza. Esistono anche altri fattori che stanno riproponendo la scarsa azione in pista. I piloti della così detta new generation, infatti, si affidano completamente al sistema di riduzione del drag per completare le manovre di sorpasso e come mezzo strategico per attaccare o difendere.

Leclerc rallenta per fruire del DRS nel rettifilo principale nel corso del GP di Jeddah 2022

Basti ricordare il bloccaggio contemporaneo di Max Verstappen e Charles Leclerc, l’anno passato a Jeddah, in prossimità della linea di attivazione dell’ala mobile collocata vicino alla staccata di curva 27. In secondo luogo le dimensioni giunoniche delle vetture sono diventate eccessive rispetto alla sede stradale di alcuni tracciati, soprattutto di quelli old style. La conferma si poteva apprezzare a Imola, presumibilmente, tracciato dove la larghezza è davvero ridotta in diversi segmenti dell’impianto.


F1: Dan Fallows non condivide le lamentele dei piloti

La continua ricerca di maggior carico aerodinamico, come detto in precedenza, ha spinto i progettisti a ideare filosofie aerodinamiche diverse dal modello studiato dalla FIA in fase di stesura delle nuove specifiche tecniche relative alle monoposto ad effetto suolo. L’assidua investigazione in merito alle zone grigie del regolamento capace di fornire qualche punto percentuale di spinta verticale in più, ha parzialmente “sporcato” il flusso d’aria verso il retrotreno delle monoposto 2023.

Ciononostante il malcontento registrato dai piloti non è condiviso nelle evidenze acquisite sul campo dagli ingegneri delle scuderie. Dan Fallows, direttore tecnico Aston Martin, rispedisce al mittente tali lamentele. Il britannico ex Red Bull è a conoscenza delle conversazioni in merito ai fatti e come diretto interessato smentisce la presenza prove a sostegno della tesi agitata. Il quarantanovenne aerodinamico mette il punto su un’importante aspetto: la differenza delle specifiche tecniche delle vetture che, ovviamente, fa una grande differenza.

F1
Simulazione dei flussi d’aria che investono le wing car – credit SimScale

Altro fattore riguarda le tempistiche. È ancora troppo presto infatti, dopo soli cinque Gran Premi, poter affermare con certezza che tale scenario risulti fattuale. In effetti, il confronto tra le due annate prese in esame tra sorpassi effettuati nei primi cinque round dimostra, almeno sul piano quantitativo, che non per adesso la presunta decrescita relativa a tali azioni in pista non ha fatto presenza.

In ultima analisi, possiamo sostenere che anche il livellamento prestazionale alle spalle di Red Bull potrebbe aver contribuito a fornire l’impressione che, superare in pista, sia diventato improvvisamente un esercizio molto più complesso rispetto al passato campionato. Visto che, allo stato attuale delle cose, in tal senso l’arma vincente non sempre essere più rappresentata dal DRS ma bensì dalla gestione ottimale delle gomme.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz 

Immagini: Oracle Red Bull Racing – Scuderia Ferrari

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