giovedì, Novembre 14, 2024

Ferrari: la rivoluzione di Vasseur presenta effetti indesiderati?

Nel Gran Premio di Miami, quinto appuntamento in calendario, la Ferrari puntava a consolidare quanto visto in Australia per provare a tenere ancora una volta a bada Mercedes e Aston Martin. Come sono andate le cose è fatto arcinoto. La SF-23 ha mostrato di essere ancora una volta una vettura indecifrabile e prestazionalmente imprevedibile. I desiderata iniziali si sono tramutati un weekend moto deludente, specie con Charles Leclerc che non hai mai trovato il bandolo della matassa di una vettura che ha controllato a fatica.

Una crisi tecnica, quella che sta vivendo la Scuderia, che probabilmente deriva dalla ristrutturazione ancora in corso della GES. Frédéric Vasseur è l’assoluto protagonista di questo processo, l’uomo che sta provando a tenere le redini del Cavallino Rampante in una fase transitoria che, per natura ed essenza, non può non essere scevra dal rischio di mancata riuscita.

Ferrari, anche se sono andati via uomini di peso come David Sanchez e Laurent Mekies (prossimo ad accasarsi in AlphaTauri nelle vesti di team principal) sta dimostrando di non procedere a fari spenti come molti hanno sostenuto. Alla base di questo sommovimento strutturale c’è una strategia molto chiara e, piano piano, tassello dopo tassello, ogni tessera del puzzle sta andando al suo posto. 

Naturalmente il riassetto, per essere completo e per produrre frutti maturi, ha bisogno di tempo. Errori potrebbero essere compiuti in questo cammino, ma la sensazione che filtra dalla Ferrari è che la strada è impostata è quella giusta. Nonostante un fine settimana come quello che si è chiuso due giorni fa.

Ferrari
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della sua SF-23 durante il Gran Premio dell’Azerbaijan edizione 2023

Probabilmente serviva una figura come Vasseur che ha spalle larghe per solcare ari tumultuosi e possiede una grande esperienza nella gestione delle scuderie essendo stata quella la sua mansione principale nella lunga carriera spesa nel motorsport. Ecco perché il cambio in testa alla Gestione Sportiva s’è reso necessario, altrimenti bastava proseguire con i vecchi paradigmi che però, alla riprova dei fatti, non avevano dato i frutti sperati.


Ferrari: la pesante assenza di un direttore tecnico

Tutto va per il meglio, quindi? Ferrari ha risolto i suoi problemi ed è solo questione di tempo per vederne gli effetti salvifici in pista? Secondo chi conosce bene il mondo rosso bisogna essere cauti ed evitare di arrivare a facili conclusioni. L’ingegner Luigi Mazzola, uno degli artefici degli anni ruggenti della Ferrari di Michael Schumacher, Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne e via citando, sostiene che l’approccio di Vasseur non sia corretto. 

Il tecnico ritiene, forse un po’ troppo duramente, che alla storica scuderia manchi un leader e soprattutto un direttore tecnico. Uno che si assuma le responsabilità di coordinare le diverse aree mostrando una guida ferma ed autorevole e ponendosi come un punto di riferimento. Non che Vasseur sia incapace a farlo, ma l’ambito operativo del dirigente di Draveil non è la tecnica ma l’organizzazione strutturale.

Mazzola afferma che in Ferrari, piuttosto che andare alla ricerca di tecnici che stiano più in basso nella scala piramidale, dovrebbe trovare proprio quella figura da mettere in cima all’azienda e che possa tracciare l’indirizzo tecnico da seguire per tutti i sottoposti. Questo ruolo non può essere giocato da Vasseur, che come dicevamo in precedenza non ha competenze tecniche specifiche.

Ferrari
Luigi Mazzola e Alain Prost ai tempi della Ferrari

Paradossalmente, era Mattia Binotto che poteva operare questo tipo di lavoro mentre Vasseur poteva continuare ad occuparsi di come riorganizzare la gestione sportiva nella sua interezza. Se prima, in Ferrari, si configurava un’anomalia, con il dirigente di Losanna ad occupare due ruoli, quello di direttore sportivo e di direttore tecnico, oggi se ne configura un’altra perché nella seconda casella non c’è in pratica nessuno.


Ferrari: Mazzola insiste sull’addio di Leclerc

Ma lo scetticismo di Mazzola si riferisce anche alla capacità di Vasseur di poter riorganizzare efficacemente la GES. Qualcuno ha più volte fatto il parallelo con Jean Todt, ma quest’ultimo veniva da un’esperienza vittoriosa nel mondo dei rally. Quindi, in qualche modo, sapeva come fare per arrivare al trionfo. Da questo punto di vista, invece, l’ex Sauber è all’asciutto e la cosa potrebbe pesare nell’esercizio delle sue funzioni.

Secondo Mazzola la situazione sarebbe così seria che potrebbe condizionare le scelte future di Leclerc nonostante questi abbia giurato recentemente amore alla causa ferrarista. “Secondo me – ha spiegato al QN – a fine 2024 Charles se ne andrà. Rischia di trasformarsi nel nuovo Alesi. Immagino che nella sua frustrazione si stia facendo molte domande. Forse non sarebbe male dargli un direttore tecnico all’altezza del suo talento“.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) dopo l’errore nella Q3 delle qualifiche del Gp di Miami 2023

Giudizio forse un po’ troppo forte proprio perché è stato Leclerc a dire di fidarsi ciecamente di Vasseur e di apprezzare i cambiamenti che quest’ultimo ha portato all’interno della squadra dopo la gestione Mattia Binotto. Sarà solo il tempo a dire come evolveranno le cose, ma a questo punto del cammino ci sembra il caso di dire che i nuovi arrivati in casa Ferrari – e tra questi Vasseur – devono avere il tempo di poter lavorare e di poter dimostrare al mondo intero che il paradigma portato all’interno del team è quello gisuto per tornare sul tetto del mondo.

Non tragga in inganno l’abbrivio del campionato 2023 che vede la Ferrari annaspare. L’onda lunga della vecchia gestione sta producendo ancora i suoi effetti, serve pazienza in questo scorcio storico. Vasseur va supportato invece di prodursi in lapidari giudizi o inappellabili bocciature. Piuttosto è chi sta sopra il manager di Draveil, vedasi Benedetto Vigna e John Elkann, a dover essere più cauto in certe uscite mediatiche. Chi, proprio in questo momento dolente, dovrebbe far sentire la propria voce chiarendo certi andamenti che restano imperscrutabili.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari

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