giovedì, Novembre 14, 2024

Budget cap: l’ostacolo sul recupero della Ferrari

Quando si parla della Ferrari sembra che ognuno abbia una ricetta magica o un intruglio alchemico particolare da somministrare per farla uscire da una crisi di risultati che dura da troppo tempo. Fare una cernita tra chi si esprime per dare consigli costruttivi e chi apre la bocca per emettere sentenze distruttive è spesso difficile. 

Simpatie, antipatie, interessi più o meno nobili che vanno a mescolarsi creando una massa inestricabile che non aiuta a capire quali siano gli amici e quali i nemici della gloriosa scuderia italiana. In queste settimane ne abbiamo lette veramente di cotte e di crude, finanche che Charles Leclerc e Carlos Sainz sarebbero la vera ragione che sta alla base delle difficoltà della Rossa. Un assurdo incommentabile, provocazione bella e buona che non merita un solo istante in più d’attenzione.

Ferrari
Carlos Sainz (Scuderia Ferrari)

Ferrari: budget cap un freno per le ambizioni vittoria

C’è chi non ha bisogno di presentazioni ed è pienamente titolato a disquisire delle “cose rosse”. Un personaggio che la Ferrari ce l’ha nelle vene e non solo visto che il nome dell’azienda compone il suo. Piero Ferrari, figlio ed erede di parte dell’impero creato da papà Enzo, ha parlato ad Autosprint del momento del Cavallino Rampante fornendo qualche interessante spunto di riflessione su quale traiettoria ha intrapreso la squadra.  

Il figlio del Drake non si aspettava un avvio di mondiale così complicato dopo un 2022 chiuso non bene ma comunque in crescita rispetto alle meste annate precedenti in cui la franchigia italiana stava perdendo il gusto delle vittorie. 

Ferrari, prendendo atto del deficit che la scuderia accusa nei riguardi della Red Bull, fa una fotografia dura ma realistica della realtà che va incontro a quanto abbiamo più volte sostenuto dalle colonne di Formula Uno Analisi Tecnica: questo contesto normativo non aiuta chi deve recuperare, ma avvantaggia il soggetto in fuga. Contingentamento delle ore di galleria del vento e dei gettoni CFD e budget cap limitano quasi fatalmente lo slancio di chi insegue. 

Anche chi possiede più tempo di sviluppo sovente non riesce a sfruttarlo appieno per la mancanza di fondi. Un busillis concettuale emerso chiaramente in questi due anni in cui sono entrate in vigore le nuove regole tecniche. 

Oggi dobbiamo correre col materiale che abbiamo”, ha affermato Piero Ferrari quando gli è stato domandato quali fossero le possibilità di recupero della Rossa.  “Rimediare, in questa F1, è complicato. Ci sono limitazioni del budget cap, si possono fare delle cose ma non tutto quello che si vorrebbe. Il problema è che, con i limiti di spesa, devi decidere quanto investire per migliorare la situazione attuale senza compromettere i lavori per la macchina del 2024. Bisogna portare pazienza“.

Ferrari
Piero Ferrari

Il contesto regolamentare rischia di limitare l’azione riparatoria messa in cantiere da Frédéric Vasseur, luomo chiamato a ristrutturare la Gestione Sportiva dopo gli inefficaci anni di guida Mattia Binotto. Anche in questo caso la parola d’ordine è pazienza: “Dobbiamo dargli il tempo di mettere le mani ai problemi. Si tratta di una persona che conosce bene le corse, è nell’ambiente da anni, merita fiducia”, ha spiegato il manager.

Ferrari deve puntellare la squadra con gente che abbia accumulato esperienze diverse. Questa l’opinione di Piero che ritiene che sia la storia a raccontare come vanno impostate determinate questioni. In passato, infatti, l’immissione di personale di altri team ha portato a ottimi risultati. “Noi siamo bravi a fare certe cose, ma per altre servono specialisti che vanno presi da fuori“. Questa la sintesi del Ferrari-pensiero.


Ferrari: “copiare” Red Bull per tornare a vincere

La Ferrari, secondo l’omonimo dirigente d’azienda, dovrebbe imparare a maturare le virtù mostrate dagli altri team. Nello specifico il riferimento è alla Red Bull, una realtà che ha saputo valicare le ere tecniche riuscendo ad affermarsi grazie alla capacità di reinventarsi che ruota intorno alla stabilità rappresentata dalla presenza di Adrian Newey, un ingegnere che Maranello ha vanamente corteggiato ai tempi del duo Montezemolo – Todt

Red Bull
Adrian Newey (Oracle Red Bull Racing)

Milton Keynes è stata in grado di guidare le operazioni sia nell’era delle motorizzazioni aspirate, con la collaborazione della Renault, che negli anni dei propulsori turbo-ibridi con il supporto della Honda che, dopo l’esperienza McLaren, sembrava un’opzione da cestinare. E invece Chris Horner, Helmut Marko e lo stesso Newey ci hanno intravisto una possibilità mostrando spiccata lungimiranza e capacità di trasformare le debolezze in punti di forza. 

Cosa, questa, che a Maranello non capita sovente visto che si preferisce far rotolare teste piuttosto che metter su argini capaci di contenere i fiumi in piena. L’interrogativo che un po’ tutti si pongono, Piero Ferrari compreso, è se a Vasseur verrà concesso il tempo necessario per imporre il suo modello strategico.

In F1 non si può ottenere tutto e subito. Servono perseveranza, fiducia nei dirigenti e pazienza. Se Benedetto Vigna e John Elkann ne avranno, allora il Cavallino Rampante potrà tornare a imporre la sua legge. In caso contrario il digiuno potrebbe essere ancora lungo.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing

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