Un week end non semplice per la Ferrari che dovrà confermare lo step in avanti dell’Azerbaijan. Per farlo occorrerà una grande attenzione su tutti i dettagli, con il chiaro obiettivo di massimizzare il risultato attraverso una gestione della vettura ottimale. Il tracciato statunitense è molto particolare. Ne abbiamo parlato nella giornata di ieri attraverso un’analisi tecnica, cercando di prevedere la messa a punto che userà il Cavallino Rampante in terra statunitense.
L’efficienza aerodinamica della rossa non è all’altezza della Red Bull. Il fatto è chiaro. Per raggiungere una top speed adeguata, pertanto, la configurazione aerodinamica dovrà necessariamente prevedere un compromesso che la RB19 non adotterà. Sebbene rispetto a Baku tale elemento non sarà così importante, a Miami i tratti ad alta velocità di percorrenza non mancano.
C’è poi un’altro aspetto sul quale i tecnici di Maranello stanno spendendo molta energia: l’utilizzo delle gomme in gara. Il degrado non sta dando pace alla SF-23, fattore che sta limitando il passo dovendo preservare oltre modo le mescole per garantire una vita utile dello pneumatico degna dei propri competitor.
Abbiamo discusso ampiamente su questo aspetto, spiegando le motivazioni legate ad un consumo eccessivo dei compound nell’arco della gara. Osservando attentamente gli on board in Azerbaijan, infatti, abbiamo notato un degrado termico generato dall’overheating al retrotreno. La finestra di funzionamento delle Pirelli non viene amministrata a dovere.
Per questa ragione gli ingegneri stanno sperimentando nuove configurazioni sugli elementi interni sospensivi per garantire una cinematica del fondo adeguata. Scopriremo durante i prossimi giorni se la raccolta dati abbinata al lavoro simulativo sarà in grado di produrre un ulteriore passo avanti al proposito, imperativo fondamentale per deliberare un ulteriore potenziale insito nella vettura ancora inespresso con alto quantitativo di carburante a bordo.
Ferrari studia a “fondo” la SF-23
In casa Ferrari torna in pista l’ala da medio carico sostenuta dal singolo pilone di cui tanto si è parlato. Ovviamente non si poteva scegliere la specifica di Baku, troppo scarica per il tipo di curve presenti sul tracciato di Miami. La configurazione generale della vettura, contando incidenza all’anteriore e beam wing, dovrebbero essere volte a ricercare qualche punto di EOSS in più.
Per l’avantreno si testeranno diverse incidenze sull’ala introdotta durante i primi Gran Premi (rivista nell’ultimo flap e nell’ end-plate), con il chiaro obiettivo di trovare il giusto carico frontale rapportato a quello sull’asse posteriore per bilanciare al meglio la monoposto modenese.
Nella giornata odierna arriveranno, inoltre, alcune prove comparative in merito al fondo. L’intento è quello di produrre la messa a punto più adatta per creare maggior stabilità possibile e un carico verticale adeguato con il variare della velocità. Abbiamo detto negli ultimi giorni che a Maranello stanno testando risposte non lineari di alcuni elementi interni della sospensione posteriore.
Al momento il lavoro in pista si concentrerà nell’ottimizzare il pacchetto completo, nel tentativo di gestire meglio le mescole in gara, visto che farà molto caldo domenica. Si lavora molto anche sul camber della vettura, come avevamo anticipato dopo il Gran Premio del Bahrain, per creare il minor stress possibile sulle mescole Pirelli. Un grado di camber in più, infatti, può dar vita ad un difficile contenimento delle temperature, aspetto che sembra aver messo in crisi più volte la rossa.
Per quanto riguarda Red Bull al momento abbiamo potuto osservare la sola versione utilizzata a Baku. Tuttavia non escludiamo di vedere anche la specifica utilizzata a Jeddah che permettere alcuni punti di carico verticale in più. Detto questo, Perez e in generale i due piloti al volante della RB19 , sembrano aver apprezzato questo tipo di configurazione al retrotreno.
L’ala in questione si è adattata molto bene al tracciato azero e anche in Florida potrebbe fornire un ottimo vantaggio sui rettilinei in termini di velocità di punta. Aspetto che, ovviamente, andrebbe a mettere ancor più in difficoltà la vettura emiliana. A margine delle considerazioni espletate nello scritto, come sempre solo la pista, unico giudice supremo in F1, ci darà eventuali conferme svelando se, questa specifica, garantirà il corretto carico per affrontare la zona mista del tracciato statunitense.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – Albert Fabrega – @AlbertFabrega