Ferrari non massimizza. Al contrario spreca un certo potenziale e, allo stato attuale, dimostra ancora incertezze sul passo gara. Il ritmo sarebbe superiore, ma la gestione gomme non permette di sfruttare le caratteristiche della vettura a dovere. L’incipit doveroso lascia spazio alla cronaca di un Gran Premio, quello di Miami, che ha espresso determinati verdetti.
In partenza i primi hanno optato per la gomma gialla, mescola che offre una working range più alta rispetto alla Soft che poteva soffrire non poco con le alte temperature registrate in Florida. I compound posteriori, in molti punti del tracciato, sono sollecitati longitudinalmente e la possibilità di vedere del blistering era piuttosto alta. Alonso, per esempio, già nei primi giri ha fatto sapere al team che dovevano passare al piano “A -12.” Ciò significa che rispetto alla strategia originale, la AMR23 doveva necessariamente fermarsi ben 12 giri in anticipo.
Come possiamo osservare dalla tabella a seguire, però, resoconto relativo alle mescole disponibili prima della partenza, il due colte campione del mondo iberico, a differenza dei competitor, ha preso il via della corsa con le Pirelli usate a banda gialla. Il pilota di Oviedo è infatti giunto allo start della gara senza un set di pneumatici nuovi.
Durante le primissime fasi del Gran Premio il messicano Perez ha subito cercato di costruire un gap di sicurezza su Alonso e su Sainz. Il ferrarista è comunque riuscito a tenersi abbastanza vicino al connazionale, pur mantenendo una certa distanza per non sovraccaricare le gomme nel tentativo di amministrare al meglio le “calzature” prodotte dal costruttore italiano.
Partendo dalle retrovie, con Leclerc il muretto della rossa ha optato per un treno di Medie intonso. Una scelta volta a guadagnare alcune posizioni già alla start che, analizzando i fatti, purtroppo non ha funzionato a dovere. Verstappen sulla Hard ha prodotto di immediato un passo davvero buono. La RB19 è sempre molto concreta nell’abbinamento gomma dura e carburante, con la vettura austriaca che riesce ad esprimere un comportamento molto simile al giro secco.
La scuderia di Milton Keynes ha strutturato un monoposto in grado di far lavorare il fondo a dovere anche con 100kg di benzina imbarcati. Abbiamo spiegato nel dettaglio, nei giorni scorsi, le motivazioni in merito a tale caratteristica vincente. Il sistema sospensivo della RB19 possiede una cinematica piuttosto rigida, già dallo scorso anno. La differenza, in questi casi, si ottiene soprattutto nelle fasi di rollio.
Analizziamo ora i dati provenienti dal primo stint effettuato dai più con la gomma gialla. I tempi sono stati processati e corretti in relazione all’effetto peso, strumento che ci permette di calcolare il reale degrado delle mescole. Sebbene Perez abbia mostrato un altro livello nella consumo delle gomme, la Ferrari SF-23 non ha accusato un degrado così tanto maggiore rispetto all’Aston Martin.
I primi dei big ad effettuare la sosta sono stati Leclerc e Russell, i quali hanno scelto di montare la mescola Hard. Il giovane talento monegasco si è trovato un po’ bloccato in pista e pertanto gli strateghi del Cavallino Rampante hanno deciso di richiamarlo per montargli la gomma dura. Per di più Russell ha cercato di anticipare la sosta rispetto alla rossa in modo da non subire l’undercut. I due hanno poi nuovamente fatto visita ai propri meccanici durante lo stesso giro finendo nel traffico di vetture più lente.
Sainz è rientrato alla tornata numero 21 giro quando era molto vicino ad Alonso. L’obbiettivo era quello di cercare un undercut sul suo avversario, ma una volta effettuata la sosta si è ritrovato alle spalle di Nico Hulkenberg cercando il sorpasso velocemente. Fernando ha quindi deciso di non “pittare” sperando in un evento in pista, magari approfittando di una Safety Car. Il vantaggio è poi arrivati potendo “sfruttare” i 5 secondi di penalità inflitti al suo rivale per un eccesso di velocità in pit-lane.
Verstappen è andato molto lungo in modo da sfruttare il vantaggio che gli conferiva la gomma bianca. In base alla durata della Hard la scelta poteva ricadere anche sulla Soft scartando la Media. L’olandese tuttavia ha mostrato una certa difficoltà con le sue mescole. Si è lamentato parecchio dell’atteggiamento front limited della sua Red Bull con un bilanciamento maggiormente spostato sul sottosterzo. Peculiarità che lo infastidiva soprattutto nelle curve più veloci mentre Perez, con una configurazione più funzionale, riusciva ad essere più rapido nelle curve 4,5 e 6.
Checo si è così ritrovato davanti Verstappen che effettuando la sosta in quel momento gli sarebbe finito alle spalle, di circa 5 secondi. Il messicano, perciò, avrebbe dovuto sperare in una Safety Car verso fine gara per giocarsela ad armi pari. Se invece l’intervento di Bernd Mayländer fosse arrivato prima dello stop di Max, l’olandese avrebbe goduto di un’enorme vantaggio non dovendosi preoccupare di un sorpasso in pista. Entrambi hanno quindi spinto in pista, per motivi diversi.
Al quarantaseiesimo giro i tempi di sono fatti maturi e la vettura numero ha preso la via dei box per cambiare le gomme, mescola Medium per il talento di Hasselt. Al momento dello stop, l’attuale leader del mondiale piloti aveva circa diciotto secondo di vantaggio sul compagno di squadra, fattore che gli ha permesso di tornare in pista a meno di due second da Perez.
Qui sopra troviamo il race pace nel suo computo totale relativo alle due Red Bull. Come possiamo facilmente osservare notiamo un passo molto simile nella prima parte di gara sino al passaggio numero 20. Dopo lo stop, dalla tornata 20 sino alla numero 35, Checo ha abbassato la media dei tempi guadagnando race time. Tuttavia, in seguito, Verstappen si è avvicinato riuscendo a essere molto costante nei lap time. Dal passaggio 26 in poi l’olandese è stato mediamente più veloce del compagno.
A livello strategico Max ha costruito la gara nel primo stint riuscendo a far lavorare in modo molto buono la Pirelli a banda bianca per ben 45 tornate. Nel finale, con uno penumatico decisamente più fresco, la sua RB19 ha prodotto un passo medio davvero ottimo, con uno scarto medio a favore di circa 4 decimi se messo a confronto con quello del suo teammate.
Alonso ha effettuato la sosta al ventisettesimo giro piazzandosi alle spalle della Ferrari numero 55. Pur disponendo anche in questo caso di una gomma Hard usata, è riuscito senza patemi a sopravanzare un Sainz in chiara difficoltà sul ritmo gara espresso dalla sua Ferrari. Leclerc si è ritrovato a correre una gara difficile, lamentandosi di una vettura troppo saltellante.
Gp Miami 2023: Ferrari contiene il degrado sacrificando il lap time
C’è da dire che già al sabato si notava una SF-23 con una setto decisamente più aggressivo e maggiormente volto alla qualifica. Aspetto che, di conseguenza, durante la corsa di si fatto sentire non poco. Con ogni probabilità si è deciso di agire effettuando alcuni cambi in termini di altezze da terra, impostazione che non è stata gestita al meglio e, come raccontarono i risultati, ha inficiato negativamente sulla conduzione della corsa a livello prestazionale.
Sulla gomma Hard osserviamo una tendenza differente sulla vettura di Maranello. Una rossa capace di minimizzare il consumo gomme ma, allo stesso tempo, peggiorare visivamente i tempi sul giro. Benchè Perez abbia prodotto un passo molto competitivo ha peggiorato verso il finire della gara, momento nel quale ha dovuto cedere la vittoria a Verstappen. L
Le linee relative alle altre vetture sono nettamente distanziate con un ordine che rispecchia il risultato in pista. Le tre monoposto in questione hanno un degrado simile che sin nota dalla pendenza sulle linee di tendenza. Ferrari per evitare un eccessivo consumo della mescola è costretta ad abbassare il ritmo e cedere la posizione anche alla Mercedes. Essenzialmente gli stessi problemi visti in Bahrain.
Paradossalmente però, notiamo che la rossa è andata peggio sulla Hard piuttosto che sulla Media ad inizio gara. L’immagine precedente chiarisce molto bene questo comportamento. Durante i primi giri Carlos era sul medesimo passo di Alonso, facendo segnare prima dello sosta alcuni tempi molto buoni.
Ciononostante dalla tornata 20 in poi, passaggio in cui Sainz è passato alla bianca, non è mai più riuscito a eguagliare i tempi della verdona guidata da Fernando. Sul finire della corsa il trend è addirittura peggiorato, con la monoposto di Maranello che girava con con 3 decimi medi di ritardo sulla AMR23, un motivo di profonda riflessione da affrontare nei prossimi giorni.
Autore e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari