Ferrari ancora male. Ne parleremo dopo. Nel mentre menzioniamo un Max Verstappen in stato di grazia, più forte di tutto e tutti, compreso il clima e i muretti, ha vinto con grande classe il gran premio di Montecarlo. Che sarà anacronistico quanto volete ma che per l’appassionato rappresenta qualcosa di unico e magico, nella fattispecie il virtuosismo di riuscire a guidare queste potentissime balene in un circuito così stretto e tortuoso.
Da quando seguo la F1, ogni anno si parla sempre della stessa cosa: ha senso correre a Montecarlo? Rispondo sempre la stessa cosa. Sì, ha senso. Perché la storia non si butta nel water, la si valorizza e custodisce. D’altronde, in un mondiale farcito di gare (su circuiti spesso ridicoli) come un maiale all’ingrosso per far contenta Liberty Media che così aumenta gli introiti (d’altronde del maiale non si butta via niente), Monaco, come oasi protetta, può starci senza problemi.
Però da questo punto di vista dobbiamo sottolineare che, fuori dalla pista, c’è stata la prima grande crepa del dominio di sua maestà, Domenicali Terzo (la sua terza vita dopo Ferrari e Lamborghini): per la prima volta qualcuno ha criticato pesantemente le scelte del Don. Mi riferisco alle parole al vetriolo che gli ha dedicato Michael Boeri, a capo dell’automobile club monegasco, relative all’eventuale rinnovo dello storico appuntamento a partire dal 2026 nei calendari di F1.
Domenicali ha paventato che Monaco possa diventare non un appuntamento fisso. Apriti cielo! La risposta sulfurea del buon Boeri, direi una sventagliata d’amore: “Anche se siamo stati una delle culle del motorsport, se un Paese in Medio Oriente mette dieci volte più soldi sul tavolo rispetto a noi, siamo morti […] Quello che conta per gli americani è l’offerta, nient’altro […] Miami non è stato il successo straordinario di cui tutti parlano…”(dichiarazioni su L’Equipe). E poiché è nella coda che c’è il veleno, la bordata finale:
“A forza di indietreggiare verso il precipizio, se non hai istinti suicidi finisci per firmare. Pazienza, abbiamo resistito a due guerre mondiali, possiamo resistere anche a un contratto redatto o ispirato dal signor Domenicali. Da parte nostra faremo di tutto per mantenere il Gran Premio perché è una tradizione, un’immagine importante a livello mondiale e sarebbe idiota sacrificare un simile monumento sull’altare delle simpatie o antipatie”.
Tutte cose nuove e interessate, nel senso che ognuno difende il suo orticello. Ma sottolineiamo che è la prima grande crepa nel muro di totale soddisfazione di tutti (eccetto giusto Max Verstappen) per l’operato del Terminator di Liberty Media. E quando esiste una tale unanimità, c’è sempre di mezzo molta ipocrisia. Forse Boeri ha cominciato a rompere questo fronte acritico verso Domenicali. Il tempo ci dirà. Come sempre.
Monaco 2023: Ferrari sceglie di non fare presenza
Max Verstappen. Voto: abbiamo già dato. Abbiamo già detto.
Parallelo Verstappen-Senna. Voto: mah. E’ sempre scivoloso fare questi raffronti. Bene o male erano monoposto molto diverse e paste d’uomo necessariamente diverse. Alcune similitudini: la capacità di guidare in ogni condizione, esaltata sul bagnato, e la fortuna che aiuta i campionissimi. Differenze: il carattere o, se volete dire, il lato umano. Uno molto riservato e spesso duro, urticante (ora molto meno), l’altro molto aperto nel parlare. Ad esempio della propria spiritualità.
Perez. Voto: uno strazio. Qualcuno lo aveva già rinominato “il re dei circuiti cittadini”. Poi è arrivata Monaco. Perez voleva imitare Max nel “baciare” i muretti, lo capiamo. Ma ha voluto strafare. L’anno scorso vinse solo per grazia ricevuta (suicidio strategico Ferrari capace di vanificare un’intera prima fila). Prima o poi tutto torna.
Mercedes. Voto: 7. Sarà brutta come poche altre monoposto. Con un profilo a tre quarti che sembra una bara (e il nero in questo caso non aiuta). Però, intanto, gli uomini capitanati da Toto, preso atto del fallimento delle fiancate “sogliola”, hanno cominciato a intervenire pesantemente sulla monoposto. Sanno che l’annata è persa, e useranno le tantissime gare restanti per cercare di migliorare sempre di più, magari cogliendo qualche successo di tappa, ma soprattutto per un 2024 all’altezza del blasone. E, bene o male, riescono sempre a finire a ridosso delle inavvicinabili Red Bull e Aston Martin. Vediamo a Barcellona.
Alonso. Voto: immenso. Che puoi dire a uno che a 42 anni poteva, ad un certo punto, vincere la gara e che è stato per tre quarti di gara una costante spina nel fianco di Max?
Red Bull. Voto: e chi li ammazza questi?
Binotto. Voto: “Un fantasma si aggira per il paddock” semicit.
No, non sono ossessionato dal novello vignaiolo. Ma l’onda lunga di disastri che ha portato la sua gestione i tifosi dovranno sopportarla ancora per molto.
Genè e il suo italiano. Voto: mi arrendo. E’ semplicemente irredimibile.
Ferrari. Voto: hanno fatto bene a non partecipare
In conclusione, permettetemi qualche parola sulla giusta scelta di Maranello di non gareggiare a Monaco. Scelta difficile, dura, ma che dà il senso di una dirigenza forte e di un team principal che sanno che non si può continuare con lo stillicidio di figuracce mondiali di questa disgraziata stagione, cominciato con proclami altisonanti e finita con cascami desolanti.
La scelta di una pausa, di un periodo sabbatico è legittima, anche se creerà qualche grattacapo a Ferrari per via dei contratti con Fia e F1 e anche ai piloti, forzatamente impossibilitati a gareggiare. Ma troveranno certamente divertimento con qualche vecchia e gloriosa monoposto vincente a Fiorano e al Mugello. C’è solo l’imbarazzo della scelta nel museo Ferrari.
Non sappiamo quando Maranello tornerà a gareggiare. I più ottimisti dicono fra 5 gran premi. I più pessimisti addirittura nel 2024.
Lo fece anche una volta Enzo Ferrari, se non erro, di disertare alcuni gran premi.
Se la Rossa avesse corso a Monaco avremmo visto ancora una volta le enormi carenze della SF-23 che sarebbe stata pure capace, immagino, di rovinare le gomme (a Monaco!) costringendo i piloti, in particolare Leclerc per uno stile di guida più aggressivo, ad un pit anticipato.
Senza dimenticare che nelle qualifiche il team avrebbe fatto qualche pasticcio. Scientifico! E neanche quotato dagli allibratori londinesi.
Visto che Leclerc ha una sfiga tutta particolare a casa sua, credo che il casino sarebbe capitato di nuovo a lui. D’altronde da un team che l’anno scorso aveva entrambi i piloti in prima fila e ha fatto vincere Perez, ti puoi aspettare qualsiasi “nefandezza”.
Quindi ha fatto bene giovedì scorso Federico Valvassore, durante l’inusuale e clamorosa conferenza stampa, ad annunciare che per qualche gara la Ferrari si ritira. Una scelta difficile, ma che i tifosi ben comprendono. Meglio stare un poco in disparte e fare bene i compiti che andare in pista facendo figuracce. Quindi, ottima scelta. Ne va dato atto a Ferrari.
Arriva Barcellona. E francamente non sappiamo cosa aspettarci. Nel senso che questo mondiale sembra diventato una lunghissima agonia. A meno che non ti chiami Red Bull.
In vero appassionato di motori si è già reso conto che max e bravo fortunato e guida una macchina altamente non regolare visto i magheggi con i regolamenti e soprattutto con i motori Honda , se poi tutti i giornali lo definiscono campione basta vedere come ha vinto i 2 mondiali imbrogli su imbrogli certo e che Red bull e potente come marchio , se poi parliamo dei piloti Ferrari che sono scarsi ed in’utili allora possiamo fare dei bei articoli
Buongiorno, mi trovo tristemente ed amaramente in accordo con l’articolo …
ma la speranza è l’ultima a more per cui spero che Barcellona ridia motivi di sperare in futuro più roseo …. anzi rosso ????????