Nella prima sessione di prove libere a Miami la Ferrari ha studiato a fondo il comportamento della vettura. Durante la prima parte, complice la pista molto “green” l’handling della SF-23 non è era perfetto. Una tendenza sottosterzante che ha prodotto tante correzioni sul volante. Una volta calzate le mescole Soft, l’extra grip sommato alla gommatura del tracciato ha migliorato le cose.
Scomparso il sottosterzo, malgrado un posteriore molto solido, si è palesata una certa carenza in rotazione che di fatto non ha permesso alla rossa di esprimersi al meglio nei tratti più guidati. Successivamente al cambio di carico sviluppabile sull’anteriore la le auto modenesi sono parse più in palla nonostante resti ancora diverso potenziale che dovrà necessariamente essere estrapolato.
La prova comparativa principale ha riguardato il nuovo fondo introdotto dai tecnici di Maranello sulla numero 16. Massiccia la raccolta dati che permettere di validare l’aggiornamento ritenuto importante. Resta da capire se durante le Fp2, la nuova configurazione sarà adottata su ambedue le auto modenesi o se, al contrario, continueranno i test incrociati.
Gli alfieri della rossa non hanno cercato i riscontri cronometrici. Mappature power unit molto basse ad esclusione di qualche tornata per verificare l’efficienza aerodinamica della monoposto senza l’utilizzo del DRS. Buoni i feedback dei piloti che attendono con trepidazione la seconda sgambata del fine settimana. L’obiettivo è sempre il medesimo: lavorare per ottimizzare la messa a punto per poi provare la vettura con alto quantitativo di carburante a bordo.
Ferrari SF-23: live on board Fp2
I ferraristi sono a bordo delle proprie vetture. Si studia la telemetria per capire dove migliorare. Le ultime indicazioni degli ingegneri sono accompagnate dai soliti controlli sulla monoposto. Aggiornamento meteo a pochi minuti dall’inizio: 26,5°C la temperatura dell’aria, 41,5 °C quella dell’asfalto. Umidità al 50%, 10,8 Km/h l’intensità del vento che soffia dal quadrante sud.
Ci siamo. Le SF-23 abbandonano la pit lane. Per questo primo run si monta un treno di Pirelli a banda gialla nuove di pacca. Mode warm up inserito per centrare la corretta finestra di funzionamento delle vetture. Si parte subito con la tornata push. A differenza delle Fp1 le auto emiliano sembrano meglio bilanciate. Nessuna correzione al volante. Si procede di immediato con un test sull’efficienza aero con il Drs chiuso.
Arrivano diversi cambi sulla power unit per sfruttare la parte ibrida al meglio. Terminato il cool down si torna a spingere. Molto bene il T2 di Charles che riesce a sfruttare al meglio trazione e velocità di percorrenza, mentre Carlos performa molto bene nel T3 malgrado un errore nel settore precedente che penalizza il crono. Ulteriore giro di raffreddamento e poi via ancora full gas.
Le prime sensazioni sono buone. Facilità nel gestire la monoposto in linea generale. Peccato per lo spagnolo che non è stato in grado di unire i settori. Adami si complimenta comunque e suggerisce dove poter fare ancora meglio. Le due Ferrari sono ora richiamate ai box. Leclerc rientra mentre Sainz chiede ed ottiene un giro in più per alzare la confidenza con il mezzo. Dopo una breve pausa si tonerà a correre per testare la vettura in modalità high fuel, preceduta da un ulteriore test sul giro secco.
Ancora Ferrari, ancora pista. Gomme Soft. Gli ingegneri di pista sottolineano l’importanza della finestra di funzionamento degli pneumatici. Il monegasco chiede troppo alla monoposto nel T3 e arriva lungo rovinando la tornata, malgrado nel secondo settore fosse il più rapido. Meglio l’iberico che compie un passaggio pulito.
Dopo un doble cool con passaggio in pit lane si procederà con la simulazione passo gara. Un ritocco al carico anteriore, point 2 up, per lo spagnolo che, giunto ai pit, preferisce fermarsi un attimo nel garage per effettuare un ritocco alla sua vettura.
Nel mentre Leclerc effettua un altro passaggio tirato, si migliora, e poi si prepara per le prove high fuel. Arriva un flap adjust in linea con il compagno, plus 2, una pit start practice e poi via ancora pista. Charles chiede ancora un giro spinto. Viene concesso con la mappatura Engine 1, massima potenza endotermica. Lo fa e poi box.
Le numero 55 abbandona il garage. Monta le Soft. Due minuti più tardi è la volta di Charles che preferisce testare la mescola Medium per diversificare il lavoro di raccolta dati. Tanta benzina a bordo e si parte. Con due tornate alle spalle il bilanciamento delle rosse pare molto buono. Sainz rallenta per aprire un buco visto il traffico per poi tornare a spingere.
Sebbene tutto stesse andando secondo programma, d’improvviso il monegasco perde la vettura al posteriore in percorrenza di curva 7. Arriva il controllo che purtroppo non evita lo spin. La numero 16 a muro e bandiera rossa. Non ci voleva per la Ferrari, visto il lavoro di comparazione sulle mescole. Rimossa la Ferrari arriva la bandiera verde per questi ultimi minuti di sessione.
Carlos chiede cosa sia successo al compagno. Adami conferma: “lost the rear“. Il madrileño ne prende atto per por informarsi sulle tornate ancora disponibili: solo due prima di effettuare la prova di partenza sulla griglia. Le conclusioni da trarre sulla vettura emiliane sono senza dubbio positive. Analizzando i vari settori c’era ancora del potenziale da estrarre.
Leclerc unendo le best performance avrebbe ridotto il gap su Verstappen a meno di due decimi. Giro secco, pertanto, considerando le mappature basse, molto buono. Minimizzato il sottosterzo visto nelle Fp1, mostrando una certa facilità nel prendere l’apice delle curve. Resta da mettere a posto il primo settore. Parlare di degrado non è semplice. Nessuna raccomandazione in radio sulla gestione gomme nei long run. Nella giornata di domani le ultime libere saranno cruciali per definire i dettagli dopo lo studio dati della notte al simulatore.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari