Nel mondo della F1 esistono anche i sapientoni. Ce ne sono tanti e solitamente, quando guidavano, non erano granché. La frustrazione accumulata negli anni li fa straparlare. Sentimento che sfogano attraverso interviste ad hoc per cercare quella popolarità mai veramente raggiunta al volante. Forse bevono pure prima di parlare, perchè le assurdità iperuraniche che ne conseguono affogano nell’assurdo.
All’interno di questo contesto il bersaglio facile è sempre uno: la Ferrari. C’è sempre tempo e voglia di criticare la storica scuderia. Anche quando le cose vanno bene. Figuriamoci durante le annate dove la confusione regna e prendere di mira un gruppo di lavoro che comunque si spacca in due la schiena per fare bene risulta semplice e in qualche modo persino divertente, a quanto sembra.
Opinione: sostantivo femminile tramite il quale, qualsivoglia individuo dotato di intelletto, interpreta un fatto formulando un giudizio personale in corrispondenza di un criterio soggettivo. Un punto di vista, insomma, che come tale va accettato anche se non condiviso. Tuttavia esiste una sottile linea di confine tra opinione e fesseria. Sì… fesseria… avete letto bene… perchè sostenere che nel 2023 il problema della Ferrari siano i piloti non può essere definito che in questa maniera.
Ferrari: quando gli on board sarebbero utili per non dire cavolate
La Formula Uno è un mondo assai complicato. Risulta spesso noiosa ai più, addirittura a chi come noi lo fa di lavoro. Eppure addentrandosi nei meandri di questo sport c’è un nonsoché di magico. Parliamo di dettagli, magari. Tanti, forse troppi. Ma una volta messi tutti assieme ci regalano la possibilità di carpire elementi che di frequente sono celati.
Il dovere di un buon giornalista/commentatore dovrebbe essere proprio questo: non fermarsi alla mera osservazione del contenitore, ma bensì sbriciare nell’intimo del suo contenuto. Nel farlo tanti aspetti salirebbero alla luce e di riflesso il “potere giudicante” ne trarrebbe senza dubbio beneficio. Non credete? Sbaglio? Provate a farlo e poi mi dite.
Se invece di guardare le monoposto solo in TV, pensare al vestito da indossare o al ritocco del trucco prima di apparire davanti alle telecamere, alcune persone seguissero le sessioni in maniera differente, gli elementi per esprimere un parere ragionevole, sensato, plausibile, oculato o comunque intelligente nel suo sviluppo farebbero presenza.
Ci sono gli on board, ad esempio. Strumento fantastico che ti permette di seguire passo passo l’operato di un pilota a stretto contatto di gomito virtuale con il proprio team. Fruire di tale dispositivo offre tutti i crismi per commentare l’attività in pista e, di riflesso, poter valutare in maniera sana la condotta di un conducente. Nel nostro caso sono due e guidano la Ferrari SF-23.
Ferrari: come perdere un’ottima occasione per tacere
Suo fratello non è laureato a Oxford, ma baggianate simili non le direbbe. Non serve fare il suo nome nello scritto, conosciamo molto bene il soggetto in questione. Il progetto 675 non funziona come dovrebbe. La banalità dell’ultima frase è tale che non serve un QI da 180 punti per capirlo. Non è “meglio di quanto affermano” come sostiene una mente illuminata.
Al contrario la rossa porta con se una pletora infinita di problemi. Grattacapi sui quali, ad esempio, noi di Formula Uno Analisi Tecnica, senza i mezzi infiniti di alcuni, abbiamo cercato di fare luce analizzando vari aspetti supportati dai fatti, non dalla soggettività, inutile in questo caso. Lo abbiamo provato a fare attraverso uno scritto che cerca di spiegare cosa sta succedendo quando l’auto emiliana abbandona la pit lane.
I due “Carlo” commettono errori? Sì. In alcune occasioni hanno sommato una cifra al valore della scelleratezza tecnica mostrata dalla vettura modenese? Sempre Sì. Ciononostante sostenere che il male atavico nell’attuale campagna agonistica 2023 della Ferrari siano i piloti, signori miei, come detto non trova alcun barlume di lucidità nella sua argomentazione peraltro spietata.
Personalmente non ho mai assistito all’epurazione fisica di un padiglione auricolare. Inoltre credo che non sarebbe affatto un bello spettacolo. Così come penso che un certo Frank, grande uomo che ha dato vita proprio come Enzo ad un sogno nato nella sua testa, non andrebbe tirato in ballo associandolo a una narrazione fortemente distopica. Questo, caro Mister-X, è quello che penso.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari
Splendido ed elegante articolo su una passione sportiva che nasconde insidie su cui mediaticamente è facile inciampare. Questo non vale per i boriosi con il portafoglio gonfio senza aver creato nulla, la loro natura non li ha dotati di acume ma solo fiato e tanta invidia per non essere capaci di creare la stessa adrenalina di coloro a cui gli viene facile criticarli e sfidarsi davanti ad un microfono, meglio con telecamera.
Sono completamente d’accordo sul contenuto di quanto scritto ed aggiungo che, molto spesso, qualcuno parla e scrive sull’onda del sentito dire creando di una situazione … ingarbugliata il caos.
Buona giornata
Giovanni Castelluccio
Il buon funzionamento di una auto è già complesso in una vettura normale tanto è vero che ci si affida a computer per le verifiche in officina. In una auto di F1 dove perdere un decimo di secondo a giro è la differenza tra essere vincente o mediocre le problematiche da risolvere sono veramente tante ed il pilota con la sua bravura può tamponare fino ad un certo punto. Un bravo pilota diventa vincente con una macchina vincente
R. Schumi, mister X, non ha brillato come pilota, e brilla ancora meno come commentatore sportivo.
I suoi commenti lasciamoli ai tedeschi!!!
Tutto vero e preciso ma su uno dei piloti ci sarebbe da dire qualcosa, secondo un mio modesto parere, uno dei due ha poco carattere. E lì non ci sono rimedi.
Signori cari non è ferrari che è scarsa….e red bull che è su un altro pianeta. Loro hanno azzeccato quel sottile (molto) equilibrio tra telaio, aerodinamica, gestione gomme, motore, cambio e un DRS che sembra un turbo aggiuntivo che da una pista a tutti.
I due Carlo restano dei supercampioni i quali riescono a sopperire alle mancanze di un auto non perfetta.