Ferrari: il momento di transizione fa presenza. Ci voleva, d’altronde, dopo un mandato “binottiano” che sfortunatamente non ha portato a nulla. La rossa ha riempito gli occhi di vittorie altrui, nel 2022. Ha perso, insomma, ancora una volta. Il cambio era necessario. Mattia era un ottimo tecnico ma non ha retto la gestione approssimativa di una scuderia.
Troppi i pezzi assenti per portare avanti un progetto completo a 360 gradi. Binotto lo sapeva. Ha accettato la sfida che ovviamente, come ci si poteva aspettare, era praticamente impossibile da vincere. Anche colpa sua, quindi. Lasciando il passato ecco il presente: Frederic Vasseur, team principal della storica scuderia modenese.
Il francese è un prodigio della natura? No. Ha mostrato una mente geniale collocandosi sopra il livello medio degli ingegneri in F1? Sempre no. Può sovvertire un trend negativo che oramai vive indisturbato a Maranello? Probabilmente si. Questo se la dirigenza, come in questo momento accade, lo appoggia e li concede gli strumenti per ricostruire un team decaduto.
Sainz ha detto che in GES non ci sono tante facce sorridenti. Beh… credo sia normale. Ha però aggiunto un’altra frase, molto più interessante della prima, che conferma il grande lavoro che negli ultimi tempi si sta svolgendo all’interno della factory. Un impegno che non vedeva da tempo. Le sue parole trovano conferma tramite la voce del suo team principal.
Il transalpino ha un carattere molto forte. Deciso nelle sue azioni. Il suo compito non è affatto semplice, ma senza l’assillo del risultato dando per perso l’attuale campagna, i provvedimenti in corso per il prossimo futuro saranno fattuali. Si deve attendere lo svolgimento dei compiti però, che seppur fatti a regola d’arte hanno una necessaria tempistica verso il raggiungimento dei risultati stabiliti.
Nel mentre, in attesa di aggiornamenti cospicui che arriveranno in questo mese, il team ha mostrato una certa calma nell’amministrare un contesto complicato. Si è pertanto deciso di apportare dei correttivi sul progetto 675, utili a comprendere e poter sfruttare appieno tutto il suo potenziale che, a quanto sembra, non è poi così basso come molti pensano.
Una reazione netta alle prime gare dove la confusione ha senza dubbio in parte offuscato le prestazioni. Raggiungere una stabilità. Una base fissa sulla quale iniziare a costruire l’avvenire con un’occhio al prossimo campionato, stagione dove la Ferrari deve tornare a dare fastidio lassù e perchè no, magari, provare pure a vincere.
Ferrari sta creando il futuro
Cambiare filosofia progettuale in corsa si attesta come scenario assai complesso nella F1 moderna. Figuriamoci sotto la tagliente scure del budget cap, limite finanziario imposto dalla federazione internazionale, pronta a decapitare programmi troppo ambiziosi. Un approccio prudente, sereno, che sappia massimizzare il prodotto, pertanto, pare la soluzione più logica.
Alcune decisioni importanti sul concept saranno prese in piena estate. Si tratta di capire, come direbbe Binotto strizzando l’occhio, quale strada progettuale va imboccata per garantire un domani vincete alla rossa, sul lungo periodo. Nel frattempo, appunto, si lavora per estrapolare il massimo dalla vettura. Aspetto che di fatto aiuterà a prendere la decisione migliore riguardo al tema suddetto.
Si perchè ottimizzare la SF-23 significa scoprire le potenzialità legate alla pianificazione da adottare durante i prossimi mesi, in vista 2024, contesto imprescindibile per indirizzare le scelte progettuali. Il futuro è un’ipotesi, una congettura, una supposizione, una non-realtà. Tutt’al più, una speranza alla quale si tenta di dar corpo tramite sogni e fantasie.
E’ bello poter far vedere il futuro agli altri in momenti dove a loro sembra che un domani roseo non ci sarà più. Il futuro ci corre incontro a braccia spalancate ma non ci dà il tempo di abbracciarlo. Ferrari lo sa e proprio per questo ci sta lavorando su con l’obbiettivo di cambiare le cose, finalmente, una volta per tutte.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari