venerdì, Novembre 22, 2024

L’obbligo di “copiare” Red Bull rappresenta la silente umiliazione Mercedes

L’avvio di stagione del team Mercedes ha evidenziato i limiti di una filosofia aerodinamica estrema che al termine della scorsa stagione sembrava potesse fornire grandi soddisfazioni. La W14, logica evoluzione del monoposto 2022, ha fornito performance migliori se confrontate con quelle della W13 nei medesimi circuiti ma non sufficienti rispetto alle ambizioni della vigilia.

Il management del team diretto da Toto Wolff è consapevole che la campagna 2023, a meno di clamorosi colpi di scena, sarà l’ennesima stagione di transizione difficilmente comprensibile per i vertici della stella a tre punte. A differenza della Scuderia Ferrari, la cui partecipazione nobilita la categoria, il business plan del team Mercedes non contempla un duraturo periodo di sconfitte.

Quando i grandi colossi dell’automotive scendono in campo, la vittoria è l’imprescindibile ROI (return of investment, nda) senza il quale l’impegno rischia di cessare, come dimostrato nei primi anni 2000 da Toyota, Honda e BMW.

Mercedes
La BMW di Kubica e la Toyota di Trulli. Colossi che hanno lasciato la F1 in assenza di successi

Mercedes nel lungo periodo di egemonia ha innovato in diversi settori realizzando soluzioni sbalorditive come il DAS, cerchi forati, il party mode e tanto altro ancora. Tuttavia non tutte le ciambelle riescono con il buco e l’avveniristica veste aerodinamica zero-sidepod che aveva fatto impallidire la concorrenza per la geniale interpretazione del nuovo quadro normativo si è rivelata un flop.

L’enorme lavoro svolto dall’equipe di Mike Elliott nell’arco della passata stagione ha consentito alle frecce d’argento di raggiungere la concorrenza Red Bull solo nei round finali. Tuttavia si trattava di un fuoco di paglia volutamente favorito dai rivali austriaci che non avevano alcun interesse a massimizzare il potenziale della RB18 avendo messo i titoli in ghiaccio da tempo.

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La doppietta firmata Russell/Hamilton nel gran premio del Brasile della passata stagione

Nonostante la W14 non soffra più del porpoising, il gap da Red Bull è sostanzialmente identico a quello di inizio 2022. Le ambizioni sportive e gli interessi economici in ballo hanno determinato la scelta più dolorosa da quando Mercedes è tornata in Formula 1: convergere verso il paradigma aerodinamico di riferimento sviluppato dai rivali. Una silente umiliazione a cui Toto Wolff si è sottratto.

Il pluridecorato team principal austriaco ha indirettamente messo in discussione l’operato dei suoi ingegneri, incapaci di realizzare una monoposto in grado di tenere testa all’Aston Martin che da Mercedes acquista quasi tutto ciò che è presente sotto il vestito in fibra di carbonio. I test in Bahrain sono stati il capolinea del concetto zero-sidepod e della esperienza in qualità di responsabile dell’area tecnica per Mike Elliott.


F1, Mercedes: i tempi della transizione potrebbero essere lunghi

Il ritorno al vertice è ora nelle mani di James Allison che è stato uno dei padri monoposto che hanno conquistato i recenti titoli costruttori della Stella a Tre Punte. In regime di Budget Cap la missione affidata all’ingegnere di Louth è titanica. Non si tratta di semplicemente di prendere in prestito l’abito griffato Red Bull da calare telaio della W14.

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James Allison e Mike Elliot

La rivoluzione in casa Mercedes richiederà un periodo di comprensione di una monoposto che porterà con sé retaggi del precedente progetto. Allison ha lasciato chiaramente intendere che il suo ritorno full time sul programma F1 non rappresenterà la panacea dei mali Mercedes almeno nel breve periodo: “I team di F1, sono costituiti da molte centinaia di persone, in alcuni casi più di mille persone. Ognuno fornisce il suo contributo, e se il team è ben allestito e ben organizzato, il meccanismo gira sempre più efficacemente. Anche il grande Adrian Newey probabilmente ti direbbe che è un grande sforzo di squadra”.

“Quando dico che io e Mike [Elliott] saremmo leggermente più forti, come coppia, significa che siamo in grado di mettere le nostre rispettive conoscenze su quel meccanismo in modo leggermente più efficace cercando di farlo girare solo un po’ più velocemente.”. Un assist involontario fornito dalla concorrenza è rappresentato dal rendimento dell’Aston Martin AMR23. Il team di Lawrence Stroll ha dimostrato che l’intero package dei TRC e la power unit Mercedes possono produrre eccellenti performance se abbinati alla filosofia aerodinamica vincente.

Il gruppo di lavoro diretto da Allison più che a Red Bull dovrà misurarsi nell’immediato con la “verdona” che, almeno nelle mani di Fernando Alonso, è certamente la seconda forza in campo. Un termine di paragone assai attendibile che una volta raggiunto in termini di performance assoluta consentirà di guardare l’orizzonte alla ricerca della fuggitiva Red Bull.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1, Mercedes AMG, BMW

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