Monaco non era il palcoscenico più idoneo per capire gli effetti della rivoluzione tecnica nella quale si è prodotta la Mercedes con la versione B della W14. Il rischio che si prendesse una direzione negli asseti troppo estrema o inefficace era concreto, ma gli ingegneri, dopo aver spinto un tantino nella notte tra Fp2 ed Fp3, sono riusciti nell’obiettivo di consegnare a Hamilton e Russell due monoposto tutto sommato soddisfacenti nel comportamento considerando un avvicinamento alla tappa ricco di incognite.
Il team è stato anche capace di leggere le mutevoli condizioni della pista approfittando degli errori strategici della Ferrari (si ricomincia?) per raggiungere un quarto e quinto posto che non sono una boccata d’ossigeno ma, stante le particolari condizioni, nemmeno possono essere considerati un disastro. Montecarlo, in definitiva, era una sorta di macro-esperimento in attesa del Montmelò, il circuito che, per definizione, emette verdetti quasi insindacabili sulla bontà di un progetto.
Mercedes: Gp Monaco a “fari spenti” per Hamilton e Russell
Il sette volte iridato ha manifestato una chiara soddisfazione per il risultato conseguito in gara. Le tante novità introdotte sulla vettura non davano una precisa indicazione su dove la Mercedes sarebbe potuta essere: “Era difficile sapere qui a Monaco come sarebbero andanti gli aggiornamenti. Ci sono molti dossi e la macchina sembrava molto rigida, quindi era difficile. Barcellona, tuttavia, è probabilmente il miglior circuito di prova che potremmo chiedere per saperne di più sul nostro pacchetto. Non vedo l’ora di vedere come reagirà la macchina“.
Diametralmente opposto il registro comunicativo di George Russell che, senza giri di parole, si è dichiarato deluso da se stesso. “Dopo il pit stop – ha riferito il britannico – ero davanti a Lewis ed Esteban e ho commesso un errore, completamente da solo. Quel che è peggio è che non stavo nemmeno spingendo. Ho toccato il freno e mi sono bloccato. Questo è costato alla squadra il podio“.
E poi il riferimento al pacchetto di update che anche secondo Russell è ingiudicabile stante le peculiarità monegasche: “Non possiamo giudicare gli aggiornamenti da questo circuito. Barcellona sarà il primo vero esame e sarà emozionante vedere come ci comporteremo. Non importa cosa accadrà in Spagna, sarà interessante imparare e andare avanti da lì“.
Mercedes: testa a Barcellona
“Abbiamo portato un grande pacchetto a questa gara e si è comportato bene“, ha ravvisato Toto Wolff. “Abbiamo visto alcuni aspetti positivi a Monaco, che sappiamo non essere un circuito rappresentativo. Sarà la prossima settimana a Barcellona il momento di avere un’idea più precisa della competitività. Non vogliamo andare avanti da soli e penso che non vediamo l’ora di saperne di più sulla macchina e di vedere se abbiamo fatto un passo avanti nelle prestazioni rispetto ai nostri concorrenti immediati“.
Andrew Shovlin vede il bicchiere mezzo pieno quando constata che il passo mostrato nel weekend e che il quarto e il quinto posto non sono risultati da buttar via. Chiaramente non c’ è da festeggiare poiché la vettura non è stata sufficientemente veloce. Insomma, c’è ancora tanto lavoro da fare. E quel lavoro si comincerà a svolgere sin dal prossimo venerdì quando è fissato il primo turno di libere del Gran Premio di Spagna. L’ingegnere inglese ha parlato di necessità di testare la W14 evoluta su una pista vera, “più normale” per citare sue parole.
“Montmelò sarà utile per capire dove dobbiamo concentrare i nostri sforzi. Siamo in una buona lotta per il secondo posto nel Campionato Costruttori e anche se questo non è il nostro obiettivo; sembra che saremo in grado di divertirci a correre con Ferrari e Aston Martin mentre lavoriamo per colmare il divario con la Red Bull“. Affermazioni ambiziose quelle di Shovlin poiché fissa gli obiettivi stagionali: agganciare chi finora ha fatto en plein. Pochi giorni e capiremo se l’avvicinamento sarà possibile. Perché fallire a Barcellona darebbe ben poche speranze per il futuro.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG