Settanta milioni di Sterline pari a poco più di ottanta milioni di Euro. Questa la cifra che Mercedes sta investendo nella rinnovatissima sede di Brackley che dovrebbe essere pienamente operativa nel 2030. Ad essere precisi non è solo Stoccarda, nella figura dell’Amministratore Delegato Ola Kallenius, a partecipare al progetto.
Toto Wolff, comproprietario della scuderia, e Jim Ratcliffe, patron del colosso INEOS, contribuiscono all’operazione con le quote di loro competenza a sancire un ancor più convinto spirito collaborativo grazie al quale la Stella a Tre Punte mira a ritornare stabilmente nelle zone più alte della classifica.
Mercedes: tre piani temporali ed organizzativi
Mercedes, dunque, si muove su tre diversi piani temporali e organizzativi. Il primo è quello più immediato e che investe la sfera tecnica. Domani vedremo la nuova configurazione della W14 con la quale si spera di accorciare la distanza dalla Red Bull fuggiasca. Gli ingegneri intendono introdurre una nuova linea di sviluppo concettuale e pertanto non si aspettano guadagni stratosferici sin da subito.
La W14-B sarà una monoposto praticamente nuova in molte parti (sidepod, pavimento e sospensioni anteriori, ndr), quindi avrà bisogno di tempo per essere compresa e per crescere adeguatamente. Chiaramente gli effetti di questa rivoluzione devono farsi sentire nel 2023 o, al più tardi, nel 2024.
Poi ci sono altri elementi che necessitano di dilatazioni temporali più ampie. E arriviamo così alla riorganizzazione procedurale interna, al secondo punto del “trino programma”. I dirigenti della scuderia hanno compreso che per uscire dal momento di impasse bisogna imparare dai migliori. Che ora sono quelli della Red Bull. In tal senso va letto l’ingaggio di una figura di rilievo strappata ai rivali. Gli effetti del passaggio di Jayne Poole potrebbero essere evidenti nei prossimi tempi.
Dopo un lungo dominio nel quale Mercedes ha imposto alla F1 non solo un imperio tecnico ma anche il suo modello organizzativo, è giunto il tempo per rivedere alcune dinamiche che, evidentemente, stanno contribuendo all’arretramento prestazionale di una scuderia abituata a primeggiare in ogni ambito. Wolff ha compreso che la sua leadership avesse bisogno di una rinfrescata e di essere puntellata da una visione esterna. E quale miglior punto d’osservazione se non quello di chi Mercedes l’ha scalzata dalla vetta della categoria?
Riassetto organizzativo e rimodulazione dei responsabili tecnici che lavorano sulla vettura sono il campo preparatorio all’altro fattore in gioco a cui si alludeva in apertura di questo scritto. La nuova sede – e si giunge così al punto n°3 – è un elemento di importanza assoluta nell’economia della ripresa Mercedes. E le cifre investite lo raccontano in maniera molto chiara.
Mercedes fa sul serio: crescita, consolidamento ed ecosostenibilità
Mercedes, dal giorno in cui ha ereditato le strutture dalla Brawn GP, è cresciuta a dismisura. Da poco più di 300 persone si è passati ad un’equipe che ne conta quasi 1300. E’ una diretta conseguenza che gli spazi si dovessero stiracchiare fino a creare un sito più moderno all’interno del quale non si metterà in secondo piano il benessere dei dipendenti chiamati ad offrire di più in un contesto operativo più sano. Da qui la presenza di un ristorante, di una palestra e di un edificio per il marketing.
“Tutto quello che viene fatto è per il bene dei nostri dipendenti. Vogliamo un nostro piccolo villaggio dove la gente possa passare il tempo. Deve essere la forma che si adegua alla funzione, e non il contrario“, ha spiegato Toto Wolff, il grande artefice di questo ampliamento.
La nuova factory di Brackley vuole intercettare la parabola descritta dalla F1 che si prefigge l’abbattimento totale delle emissioni entro il 2030. Gli stabilimenti e tutti gli impianti necessari al funzionamento-sostentamento saranno alimentati solo da energie rinnovabili e costruiti con materiali di scarto, riciclabili o da fonti locali. Inoltre, si punterà ad ottenere una diminuzione del 50% dell’uso di acqua.
Ricordate gli anni in cui molti sostenevano che Mercedes non metteva la F1 in cima alle sue necessità e che l’arrivo di Ola Kallenius in luogo di Dieter Zetsche avrebbe edulcorato il programma racing? Beh, questa è la risposta perentoria che l’azienda tricefala dà agli scettici. Mercedes, anche se ha appena perso un cliente stante il passaggio dello storico partner Aston Martin a Honda (restano in piedi gli accordi nel settore dell’automotive, ndr), dimostra nei fatti che l’opzione di tornare ad essere solo motorista non è mai stata presa in considerazione, anche da un dirigente “più freddo” come Kallenius.
Proprio per rimanere stabilmente nel Circus l’azienda ha deciso, qualche anno fa, di cedere i 2/3 del pacchetto azionario del team mantenendo comunque la maggioranza nel reparto High Performance Powertrains di Brixworth che, sorgendo a circa 40 km da Brackley, resta un corpo a sé stante anche se pienamente integrato con la sede della quale stiamo raccontando l’espansione.
La F1, oltre ad essere una palestra tecnica con evidenti ritorni sul settore della produzione di serie (gli impegni di Honda e Ford non fanno che confermarlo) è un vero e proprio moltiplicatore commerciale. E in Mercedes se ne sono accorti durante gli otto anni di vittorie in cui i fatturati e i ricavi sono stati spaventosamente alti. Gli anglotedeschi, per questo motivo, sono intenzionati a ritornare a imporre il proprio marchio sulla serie e, come spiegato, hanno messo in cantiere un programma di breve-medio termine in tre step.
A Montecarlo, con la versione 2.0 della bizzosa W14 dovrebbe partire, lenta ma inesorabile, la riscossa degli “uomini in nero” che nel giro di poco tempo vogliono tornare ad essere il modello di riferimento. Oltre che il dominus della categoria.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG