giovedì, Novembre 21, 2024

Mercedes W14: qualifiche flop a causa di una finestra operativa troppo stretta

Macchina nuova, vecchi problemi. A Miami la Mercedes sembra destinata a non fare bene. Anche l’anno scorso gli anglotedeschi avevano incontrano grandi difficoltà nel turno di qualifiche. Hamilton guadagnò un sesto posto mentre Russell fu costretto a partire in dodicesima posizione. Quest’anno le cose si sono ribaltate: è George a chiudere in terza fila, mentre Lewis scivola addirittura in tredicesima posizione. Piccoli elementi che vanno a cambiare ma che sostanzialmente non modificano l’essenza delle cose: la Mercedes, a distanza di un anno, non ha ancora trovato il bandolo della matassa.

E forse è proprio questa la situazione che desta maggiori preoccupazioni all’interno del team. E’ chiaro che prima che arrivi il pacchetto di update che dovrebbe rivoltare come un calzino la W14 non ci si possa attendere di trovare potenziale da spremere in questa “versione “base”. Ma è altrettanto innegabile che quella di ieri è stata una qualifica molto deludente, che è andata al di sotto delle aspettative. Non delle nostre, bensì di quelle degli stessi rappresentanti della scuderia.

Mercedes: regna la confusione

Andrew Shovlin, nell’avvicinamento alla gara statunitense, aveva detto che il tracciato di Miami, per caratteristiche, ricordava l’Albert Park, un circuito sul quale la Freccia Nera si era ben comportata chiudendo al secondo posto, con Lewis Hamilton e sul quale, in qualifica, erano giunte un’incoraggiante prima e seconda fila. Ieri abbiamo potuto osservare un passo indietro nettissimo, che smentisce clamorosamente il trackside engineer della Stella a Tre Punte. E questa cosa dovrebbe far suonare più di un campanello d’allarme nella sede di Brackley perché, evidentemente, gli elementi sui quali si lavora in fabbrica non trovano riscontro in pista.

Mercedes
il britannico Andrew Shovlin, trackside engineering director Mercedes AMG F1

Lo avevano anticipato ieri i protagonisti della Mercedes: nella notte tra il venerdì e il sabato si sarebbe provato a fare un cambio di assetto per risolvere difficoltà che erano emerse chiare sul giro secco. Evidentemente la strategia è miseramente fallita e ci ritroviamo due W14 annaspare in difficoltà evidenti. Se le cose, tecnicamente, non vanno bene, il team ci ha messo del suo nel definire la track position, soprattutto per quanto riguarda Lewis Hamilton. Nel secondo tentativo della Q2, infatti, il britannico è rimasto invischiato nel traffico effettuando, di conseguenza, un warm up delle gomme inefficace. E i risultati si sono visti chiaramente nel suo giro push che è valso una modestissima tredicesima posizione.

È stata una lotta là fuori perché non eravamo così veloci oggi”, ha esordito il sette volte iridato ai canali ufficiali della scuderia. “È stata una sessione piuttosto altalenante: ci sono stati un paio di bei momenti in cui la macchina si sentiva viva e nei quali ho pensato che saremmo andati bene. È stato frustrante non essere entrati in Q3 come avremmo dovuto. Ero fiducioso, ma il tempismo non è stato corretto. Ho incontrato molto traffico nell’ultima curva e non sono riuscito a mettere le gomme nella finestra corretta. Nel complesso abbiamo faticato con il bilanciamento della macchina. Abbasserò la testa e cercherò di tornare più forte domani”.

Il britannico prova a non arrendersi ma la situazione non è rosea visto che la W14, in gara, soffre per la mancanza di velocità di punta. Cosa che potrebbe rappresentare più di un problema quando c’è da rimontare e quando c’è da guardarsi le spalle dagli attacchi altrui. 

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Il sette volte campione del mondo di F1 Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1)

La scarsa forza del DRS potrebbe condizionare pesantemente la gara di Russell che di sicuro dovrà difendersi, con un mezzo al momento inferiore, dalle rimonte di Leclerc e di Verstappen che hanno dimostrato di avere un passo più consistente di quello della W14. George, buon profeta delle difficoltà che avrebbe incontrato la vettura tra i muretti del circuito che sorge in Florida, è apparso ancora una volta realista e pragmatico: 

La macchina non funziona per noi questo fine settimana. Stiamo lottando molto con l’equilibrio e sta rimbalzando un po’. La performance non sta arrivando ed è un peccato perché tutti stanno lavorando così duramente per raggiungerla. Man mano che il grip è aumentato e la pista è migliorata, siamo diventati più lenti. Chiaramente, questo è un po’ anomalo come circuito, come si può vedere dal ritmo di alcune delle altre vetture. Ma dobbiamo fare un lavoro migliore”. 

Non ho intenzione di essere orgoglioso di qualificarmi in sesta posizione – ha aggiunto il pilota di King’s Lynn – Stiamo lavorando per ottenere di più e siamo in grado di faremeglio. È frustrante perché nelle FP1 tutto sembrava filare liscio. Con il progredire del fine settimana, invece, il feeling in macchina è peggiorato. È raro che ciò accada”.


Mercedes W14: una vettura dalla finestra operativa troppo stretta

Da un paio d’anni a questa parte la sfera comunicativa della Mercedes è impostata alla massima onestà. I problemi non vengono nascosti, anche perché sarebbe ridicolo farlo. Toto Wolff, anche in questa circostanza e senza prodursi in maldestri voli pindarici verbali, ha ammesso a chiare lettere che la W14 è una macchina che non genera prestazioni.

Il più grande problema della vettura, secondo il team principal e comproprietario della franchigia, è la finestra operativa troppo stretta che mette i piloti su una sorta di filo di rasoio. Quando si è nella corretta area operativa allora le prestazioni sono abbastanza solide. Ma basta poco per far crollare l’architrave. E quell’inezia, in questo fine settimana, è rappresentata da un asfalto nuovo le cui caratteristiche sono andate di traverso alla creatura di Mike Elliott.

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George Russell (Mercedes AMG) lascia i box durante la prima sessione di prove libere del Gran premio di Miami 2023

Wolff ha ammesso che anche a livello strategico il team ha operato male visto che ha messo soprattutto Hamilton in condizione di uscire in un traffico decisamente pesante, con i risultati che abbiamo già raccontato. L’unica speranza a cui gli uomini di Brackley si appoggiano è il passo gara mostrato durante le Fp2 quando, a serbatoi pieni, s’è apprezzata una monoposto in grado di offrire una certa consistenza. Chiaramente nulla di paragonabile a quanto mostrato dalla Red Bull, ma almeno qualcosa che può mettere l’auto in lotta con Aston Martin e Ferrari che sono i competitor del momento.

Anche Shovlin ha parlato di ritmo gara come di elemento in grado di risollevare un weekend che fino a questo momento possiamo tranquillamente definire disastroso. L’ingegnere, infatti, ha alluso alla fortuna, riferendosi a Russell, nel superare la Q2 e nel trovarsi in sesta posizione grazie all’incidente occorso a Leclerc. Altrimenti la posizione del britannico sarebbe stata ben più arretrata.

In Mercedes sono convinti di poter avere la meglio di vetture come Alfa Romeo, Haas e Alpine che si trovano nelle prime dieci posizioni. Ma prima di arrivare in terra statunitense non erano questi gli obiettivi della Stella a Tre Punte che puntava a stare davanti ad Aston Martin e Ferrari. Prospettiva, questa, attualmente di difficile realizzazione.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Mercedes AMG

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