La solita Red Bull. Si può sintetizzare così la prima giornata di lavoro archiviatasi in quel di Miami. I campioni del mondo in carica, specie durante la prima sessione di prove libere, sembrano non sforzarsi oltre il necessario salvo poi aumentare i giri quando il cronometro comincia a contare, ossia in Fp2. Una sessione cruciale nella quale le condizioni della pista sono più aderenti a quelle che troveremo nelle sedute ufficiali e quando c’è da estrarre preziose indicazioni sul passo gara.
Ebbene, in questa fase, è Verstappen ad essere salito in cattedra prendendosi il miglior tempo. Ancora, l’olandese ha sciorinato un ottimo race pace nonostante la sessione sia stata tormentata dalla bandiera rossa causata dall’impatto contro le barriere della Ferrari di Charles Leclerc.
Max, nella prima ora, ha chiuso in quarta piazza. Ma aveva usato il set di gomme soft nuove in una fase in cui la pista non sprigionava il massimo dell’aderenza. Tant’è che è stato superato da Leclerc e anche dalle due Mercedes che avevano montato pneumatici a banda rossa negli ultimi istanti della prima ora di lavoro. Nel secondo turno Max è riuscito a scalalre la lista dei tempi con disarmante facilità. Una formalità espletata senza patimenti.
Cosa che invece non è accaduta nel garage adiacente, ossia quello di Sergio Perez. Il messicano, dopo il trionfale weekend di Baku, sembra non aver cominciato con il piede giusto il fine settimana statunitense. Vero è che, specie in Fp1, si è prodotto in un programma di lavoro diverso, ma alla fine le sue parole non erano votate alla soddisfazione visto che ha fatto allusione a difficoltà di setup da superare.
Nelle Free Practice 1 il pilota di Guadalajara ha chiuso in undicesima posizione essendosi maggiormente focalizzato su un lavoro che ha posto al centro i long run. Nella seconda ora ha terminato le operazioni in quarta piazza, a poco più di quattro decimi dal compagno di squadra mostrando una certa difficoltà a mettere insieme un giro push davvero efficace. Ed è questo l’aspetto che Perez deve migliorare visto che tale problematica si era presentata anche nei GP precedenti.
Red Bull: Verstappen sorride
La RB19 n°1 è sembrata essere molto ben bilanciata sul compound soft. Da qui un giro veloce fluito con estrema naturalezza. Ma quello che ha impressionato è stato il passo su mescola media, quella che dovrebbe essere scelta per il primo stint della gara. Ebbene, in queste condizioni, anche se la progressione è stata interrotta dalla bandiera rossa, la monoposto di Max Verstappen ha impressionato per consistenza.
Proprio per tale ragione, il pilota di Hasselt non ha potuto nascondere la soddisfazione alla fine di una proficua giornata di lavoro: “E’ stata una buona giornata. Inizialmente mi stavo abituando alla pista e al nuovo asfalto (che ha messo in crisi Mercedes, ndr). La pista è migliorata molto durante la scorrere della sessioni. Mi sono sentito bene in macchina, abbiamo trovato subito un buon bilanciamento“.
Così come sottolineato da George Russell, anche Verstappen ritiene che uscire dal binario immaginario ideale sia piuttosto deleterio: “La pista è ancora scivolosa fuori dalla traiettoria, mentre all’interno è abbastanza buona, ma se si esce c’è molto meno grip. Alla fine è la stessa situazione per tutti, la cosa importante è che oggi abbiamo trovato subito un buon bilanciamento della macchina e sono contento“.
Per quanto riguarda le prestazioni della RB19, Max ha riferito che c’è ben poco da migliorare se non qualcosa in alcune curve di percorrenza medio bassa. Ma la sensazione è che si tratti di dettagli che: via via che la pista si gommerà e aumenterà il feeling col nuovo asfalto, verranno superati in scioltezza.
Il termometro dell’ottimismo dell’olandese è ben descritto dall’ultima affermazione che ha rilasciato prima di chiudersi nel motorhome per analizzare i dati insieme ai suoi ingegneri: “Ogni volta che andiamo in pista con alto carico di benzina abbiamo subito un buon bilanciamento“. D’altro canto – e ci sono quattro gran premi disputati a raccontarlo – la RB19 è una macchina della domenica visto che si esalta sulle lunghe distanze.
Red Bull: Sergio Perez si interroga
Il clima nell’altro lato del garage non è altrettanto disteso. Arrivato a Miami con il preciso scopo di infastidire nuovamente il suo compagno di squadra e magari di fargli uno sgambetto prendendosi finalmente la vetta della classifica, per ora le cose per Perez non stanno andando come da programma. Le intenzioni potrebbero rimanere tali se il messicano non riesce a darsi una svegliata e a trovare il feeling con la pista e con la macchina. Che per ora sembra ancora latitare.
“Non è stato un venerdì grandioso per me. Il mio giro veloce è stato anche piuttosto brutto, ho fatto un bloccaggio all’ultima curva e credo di aver parecchio margine di crescita. Non ho guidato tanto bene. Se riuscirò a migliorare il mio stile di guida e a sentirmi maggiormente a mio agio sulla macchina potrò fare meglio“.
Dai piani alti della scuderia non sono arrivati commenti inerenti le due ore di attività. Chris Horner si è invece concentrato sulla presunta trattativa che servirebbe a portare alcuni tecnici importanti della Red Bull alla Ferrari. Il riferimento, ne avevamo parlato nei giorni scorsi, è a Enrico Balbo e Pierre Waché che sarebbero nella lista della spesa di Fred Vasseur. Secondo alcune ricostruzione di stampa i due tecnici sarebbero stati bloccati a Milton Keynes perché analogo comportamento avrebbe avuto la Ferrari nel non liberare Laurent Mekies che diverrà, l’anno prossimo, team principal dell’AlphaTauri.
Il numero uno delle cose sportive dei “tori caricanti” ha affermato categoricamente che non vi siano “ostaggi da scambiare” (esattamente questa l’espressione usata) tra Ferrari e Red Bull è che i quadri di livello medio alto non sono coinvolti in nessuna trattativa. Le parole di Horner non chiudono totalmente ad un’eventuale passaggio di tecnici, ma di sicuro spiegano come in Red Bull, in questa fase, siano concentrati sulle attività di gara piuttosto che sul mercato degli ingegneri.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing