Il manager di Draveil, al secolo Frederic Vasseur, è il team principal della Ferrari. Lavora a Maranello da quasi quattro mesi oramai. Ha preso il posto di Mattia Binotto, ingegnere di origine svizzera che ancora adesso, a distanza di tempo, sta cercando di capire mentre si dedica alla salute della propria vigna. “Chi non sa cogliere l’ironia provi con i pomodori”… cit.
Quello che davvero serve (tremendamente) alla rossa va definito tramite un sostantivo femminile: concretezza. Valutare gli scenari e di conseguenza agire resta l’obbiettivo. Ok. Ma fermarsi troppo a pensare, spesso, non fa altro che alimentare dubbi nocivi al raggiungimento dello scopo. Se poi “il capire” proprio non rientra nelle facoltà per una serie di motivi allora ci si saluta. Stretta di mano e adios.
Con estrema proprietà di sintesi questo è accaduto a Maranello, a Gennaio. Esauriti i convenevoli lo scritto vira secco sul francese. Non possiamo ancora giudicarlo, parola spesso fatta passare come antipatica ma estremamente necessaria per valutare l’operato di un individuo. Tuttavia possiamo commentare l’opinione di chi da vicino lo osserva, lo conosce molto bene e interagisce con lui: Charles Leclerc.
Il monegasco è legato al transalpino da un passato non troppo remoto. Io stesso, con i miei occhi, quando i due militavano ancora in Sauber (ero “nascosto” dietro un muro e quindi a loro “invisibile”), ho assistito ad un incontro a stretto contatto di gomito tra i due. Sebbene non li vedessi, le orecchie hanno fatto il proprio lavoro.
L’importanza dell’aneddoto non verte sulla tematiche relativa al conciliabolo. La curiosità in tal senso non sarà soddisfatta. L’accento è posto sullo svolgimento della chiacchierata informale dove Vasseur, nel suo incarico, parlando con Charles, mostrava idee molto chiare sull’accaduto. Zero “accuse” mosse verso il monegasco, solo un’analisi effettiva dei fatti sulla quale i due concordavano.
Vasseur, il “condottiero” della Ferrari
Il racconto del paragrafo precedente ha uno scopo: sottolineare la bontà comunicativa di Frederic. Senza fronzoli. Diritta al punto. Sincera. Questo serve a Ferrari, in un momento storico dove tutto pare sgretolarsi attorno alla GES ma in realtà, come da programma, alcuni stanno uscendo, altri erreranno dalla sede ubicata in Via Enzo Ferrari, 27, 41053 Maranello MO.
L’opinione altrui, dicevamo in precedenza. Quella di Charles, appunto. Per realizzare un buon lavoro in F1 serve una buona visione a medio/lungo termine. Caratteristica che, secondo il talento di Monaco, Vasseur porta all’interno del suo baglio. Sotto questo aspetto non esistono perplessità alcune.
Leclerc lo sottolinea pubblicamente menzionando i percenti incarichi di Fred, come prova provata di questa valutazione resa pubblica. Come solo un buon meccanico sa fare, il cinquantaquattrenne deputato alle decisioni più importanti sulla storica scuderia emiliana, sa scegliere e girare con abilità le giuste viti per rendere solida la “macchina Ferrari” e tornare a vincere.
L’opinione è assai rispettabile considerando chi la esprime. Lo è considerando le due caratteristiche lampanti espresse dal “nostro”: lealtà e sincerità. Quando Charles ha sentito il bisogno di esternare qualcosa lo ha fatto con estrema fermezza. In maniera diretta, senza orpello. Incurante delle ripercussioni mediatiche. Proprio come Vasseur, dunque. Anche per questo i due sono fortemente sintonizzati, consci di avere una possibilità: riportare la Ferrari sulla vetta del mondo.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
