venerdì, Novembre 22, 2024

F1, Andretti: è corsa contro il tempo per “dribblare” la clausola anti-diluizione

Il 30 giugno non sarà un giorno come un altro. Si tratta, infatti, della prima deadline per i soggetti che intendono entrare in F1 e che avevano partecipato al bando emesso dalla Federazione Internazionale qualche mese fa. Quattro erano i potenziali team interessati. La candidatura più concreta è quella di Michael Andretti che sembra aver fatto i giusti passi verso la massima serie a ruote scoperte. 

Il progetto è ambizioso visto che è pronto un programma che prevede un team di F1, uno di F2 e uno di F3. Michael e Mario vogliono fare le cose in grande e per questo hanno strappato un accordo con General Motors che sosterrà la cordata, col marchio Cadillac.

Le altre tre candidate, più avvolte nel mistero che viene alimentato dall’obbligo di riservatezza che la FIA è tenuta ad osservare prima delle delibere ufficiali, afferiscono a Panthera Team Asia guidato da Benjamin Durand e che può contare su fondi arabi, a  HiTech di Oliver Oakes (che pare abbia fatto qualche passo in avanti lasciandosi alle spalle i legami con i Mazepin che sono ormai banditi dalla F1), e una vecchia conoscenza del motorsport: Craig Pollock alle cui spalle ci sono capitali sauditi riconducibili al principe Khalid che ha confermato l’avvio degli studi di fattibilità relativi al programma F1.

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Michael Andretti, n°1 di Andretti Autosport, il gruppo che, insieme a Cadillac, sta provando disperatamente ad entrare in F1

F1: il vantaggio strategico di Andretti Global

Probabilmente la spunterà uno solo, almeno in prima battuta. E quel gruppo, come spiegato in apertura, è quello che riporta ad Andretti Global che ha chiesto ed ottenuto il supporto strategico di due soggetti che possono fare la differenza: Mohammed Ben Sulayem come spalla politica e Cadillac come partner tecnico e commerciale visto che il marchio rientra nella galassia General Motors, un vero e proprio colosso globale dell’automobile. 

Proprio la “mossa Cadillac” potrebbe risultare vincente. Bisogna dirlo: gli Andretti hanno giocato sapientemente al tavolo verde. Pur non avendo certezza di avere l’ok al progetto e registrando le ritrosie dei team e di Liberty Media, hanno comunque ottenuto una partnership pesantissima che, grazie al valore commerciale che può generare, ha iniziato a far vacillare chi in un primo momento si era fermamente opposto. Vedasi Toto Wolff e Christian Horner

Sono servite massicce dosi di coraggio e grandi doti persuasive per convincere GM ad affiancare chi vuole debtttare sin dal 2025 con una fornitura iniziale di motori Renault dato che non avrebbe senso lavorare su un’unità propulsiva prima che parta la nuova era tecnica del 2026 e prima che la FIA metta il timbro sulla ceralacca accettando la domanda di ammissione.

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Eric Warren – GM Motorsport

Il direttore esecutivo di GM Motorsport Eric Warren, qualche settimana fa, aveva affermato che l’azienda è motivata e coinvolta nel design e nell’intero processo di generazione del mezzo. Il rapporto, quindi, non è impostato alla creazione della sola PU, l’interazione tra Cadillac e Andretti verterà sulla creazione di tutto il veicolo. GM vuole collaborare alla creazione del telaio per spostare, verosimilmente, al 2027 l’anno del debutto del motore fatto in casa. 

Greg Maffei, numero uno di Liberty Media, si era detto positivamente impressionato dalla candidatura di Andretti-Cadillac. Un endorsement non irrilevante visto che in F1, più che la FIA, è la proprietà americana che tesse le trame e che, con un lavoro diplomatico presso gli altri competitor, può spezzare le reticenze aprendo finalmente la griglia alle ventidue vetture.

Le perplessità dei team non sono del tutto superate. La clausola d’accesso alla F1 equivale a 200 milioni da elargire in soluzione unica. In pratica 20 milioni a team che, nel lungo periodo, hanno il sapore di un brodino insipido. Questo tipo di gabella varrà fino al 2025, anno in cui scadrà l’attuale versione del Patto della Concordia. I team principal vorrebbero portare la quota di partecipazione a 600 milioni, cosa che garantirebbe ben altri introiti per chi è nel cerchio magico dei dieci.


F1, Andretti: Liberty Media resta guardinga

Proprio per evitare che la tassa di accesso venga rimodulata Andretti sta facendo pressione affinché possa entrare prima di una più che probabile revisione. Liberty Media, per ora, nicchia sapendo che esistono norme scritte che consentirebbero ad gruppo statunitense di entrare subito se soddisfa tutti i requisiti richiesti.

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Greg Maffei, amministratore delegato di Liberty Media

Maffei la butta sulla logistica. In una maniera, se vogliamo, abbastanza puerile:
Il vero problema è il modo in cui funziona la struttura oggi, ci sono probabilmente quattro o cinque paddock in cui sarebbe difficile piazzare un undicesimo team. Forse la cosa è risolvibile col denaro e col tempo. Non è qualcosa che schiocchi le dita e la risolvi“.

La realtà è un’altra: i team vogliono essere sicuri che un’undicesima franchigia riesca a generare valore aggiunto ed extra profitti. Andretti, grazie all’impegno di Cadillac li può garantire e può contestualmente alzare il livello di competitività della serie che Ford, con Red Bull, e Audi, con Sauber, ad alzare ulteriormente l’asticella.

Per tale ragione la candidatura del gruppo Andretti è molto più credibile delle altre che non hanno lo stesso appeal e che alle spalle non hanno una casa automobilistica. Ancora, è inverosimile che la F1, di colpo, voglia aprire a due nuovi team se già ci sono dubbi circa l’averne uno in più. La deadline è vicina, manca poco per sapere se Michael e Mario l’avranno spuntata.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Liberty Media, Andretti Global, General Motors

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