Sei podi in otto gare. Questo è il bottino finora ottenuto da Aston Martin, il team che, in un anno, ha fatto il balzo in avanti più grande di tutta la griglia della F1. Ben quattro le posizioni recuperate dalla franchigia di Lawrence Stroll che, dal primo luglio in poi, dovrà affrontare una situazione che potenzialmente potrebbe limitare l’ascesa dato che, parametri ATR alla mano, perderà un bel po’ di ore di sviluppo come la tabella di seguito dimostra:
I numeri dicono che è proprio la scuderia di Silverstone quella più penalizzata dal regolamento. L’anno scorso la franchigia di Lawrence Stroll ha chiuso in settima piazza. In meno di 12 mesi Dan Fallows e i suoi hanno compiuto un salto clamoroso: quattro le posizioni scalate che potevano essere cinque se Lance Stroll non si fosse prodotto in un avvio di mondiale deludente rispetto a Fernando Alonso che si è confermato su livelli altissimi. E non c’erano dubbi a riguardo che la cosa avvenisse.
Lo strabiliante avvio della AMR23, che in Canada ha presentato il primo importante pacchetto evolutivo, ha determinato un taglio del 20% della quota di riferimento ATR, passando da 320 a 256 corse in galleria del vento e da 2000 a 1600 gettoni CFD. Un regresso importante che spiega perché la scuderia abbia anticipato a Montreal update inizialmente previsti per la gara di casa che si terrà nel weekend che va dal sette al nove luglio, quando saranno già operative le ricalibrazioni semestrali.
Aston Martin: l’obiettivo è rendere la AMR pienamente adattiva
Aston Martin, in questo quadro, dovrà dunque operare per migliorare una vettura buona ma non perfetta. La crescita esponenziale che abbiamo apprezzato pare essersi fermata nello slancio visto che la Red Bull è ancora lontana e la Mercedes, a suon di update presentati e programmati, è lì in zona senza mollare la presa di un centimetro.
Gli ingegneri hanno un obiettivo: migliorare la finestra operativa aerodinamica della AMR23. Sarebbe questo il vero punto debole della monoposto abituata al podio ma mai veramente in lizza per ottenere una vittoria. Ciò che è il target stagionale. Sempre che in Red Bull siano d’accordo.
Il Gran Premio di Spagna ha generato qualche preoccupazione nella crew tecnica. Difatti, su una delle piste più probanti presenti in calendario la vettura ha registrato la peggior performance stagionale complessiva, con un sesto e settimo posto finale. Ciò è avvenuto perché è stato necessario giungere a dei compromessi di setup nel tentativo di superare i punti deboli che si sono manifestati forse un po’ a sorpresa.
Questo è il parere di Tom McCullough, direttore delle prestazioni della scuderia anglo-canadese, che si è così espresso ai media: “Sappiamo che la vettura è forte in molte condizioni, ma la finestra operativa, da un punto di vista aerodinamico, non è e non è stata così ampia come vorremmo che fosse”.
Da questa fotografia realistica scaturisce, sempre secondo l’ingegnere britannico, la necessità di scendere a compromessi in termini di assetto. Cosa che, talvolta, rende più complesso ottimizzare la macchina su un circuito specifico come Barcellona. Difficoltà che si superano, invece, quando si incontrano tracciati più amici come sono stati, ad esempio, Montecarlo e Montreal.
Aston ha già cominciato a lavorare su questo aspetto deficitario e il pacchetto portato in Nordamerica pare aver messo la macchina nella direzione giusta. “Uno degli obiettivi per l’aggiornamento del Gran Premio del Canada – e anche per quelli che stanno arrivando – è cercare di assicurarsi che questo sia meno un problema in futuro”, ha decretato Tom McCullough che intende arrivare a presentare una vettura in grado di generare performance di buon livello su qualsiasi circuito e in qualsiasi condizione.
L’aggiornamento presentato da Aston in Canada includeva un nuovo pavimento e una nuova copertura del motore (per ulteriori dettagli consultate il nostro focus tecnico). Con quale target? McCullough ha riferito che si punta a cambiare il comportamento della monoposto, così come si era fatto con gli upgrade precedenti.
“Vogliamo provare a fare in modo che l’auto sia guidabile e utilizzabile. Ma non solo: puntiamo a renderla efficace sul maggior numero possibile di circuiti. Questo implica che cambi il comportamento della vettura. Ma servono un paio di gare per rendere il tutto concreto“.
Il mese di luglio, con una sequenza di quattro gare (Austria, Inghilterra, Ungheria e Belgio) intervallata da una sola domenica di pausa, diranno a che punto è la crescita della Aston Martin e come questa riuscirà a rapportarsi con due potenziali condizioni ostative: la progressione altrui, specie quella di Mercedes e Ferrari che saranno parecchio agguerrite, e la ricalibrazione dei parametri ATR che tolgono preziose ore di lavoro ad un team che, negli ultimi anni, era abituato a poter contare su molti gettoni CFD e parechi run in galleria del vento. Un inedito che andrà gestito nel migliore dei modi per non vedersi riassorbita a centro gruppo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Aston Martin