Aston Martin è la rivelazione del campionato. Il boss della scuderia di Silverstone, al secolo Sheldon Strulovitch, ha forgiato un team in forte crescita. Tramite l’acquisizione di vari tecnici da Red Bull e Mercedes, il salto di qualità osservato durante la campagna agonistica 2023 è davvero grande. Tanti punti conquistati come merito durante il primo terzo del campionato, soprattutto grazie al talento smisurato di Fernando Alonso, splendido interprete che malgrado l’età avanzata continua a produrre performance davvero maiuscole.
Ma la Formula Uno si sa… non si ferma mai. Ed ecco che il ruolo ufficiale di seconda forza del campionato viene ora messo in discussione. Mercedes e Ferrari stanno realizzando step in avanti importanti e Aston Martin, ovviamente, non ha la minima intenzione di essere da meno. La AMR23 ha molti pregi, siamo d’accordo, ma al contempo porta con se alcune mancanze sulle quali i tecnici britannici hanno lavorato duramente. L’obbiettivo mira a confermare la bontà del progetto e perchè no, se Red Bull farà qualche passo falso, farsi trovare pronti e lottare per la vittoria.
Aston Martin AMR23: modifica alla struttura vorticosa
Grazie ad alcuni scatti dedicati dell’amico e collega Albert Fabrega, possiamo osservare alcune modifiche nella zona centrale della monoposto britannici. Innanzi tutto rileviamo come questi provvedimenti prodotti dai tecnici dell’Aston Martin cerchino di affinare il concetto seguito da inizio stagione: copiare e adottare in parte i concetti aerodinamici partoriti dalla mente geniale di Adrian Newey, capo progettista del team campione del mondo in carica Red Bull.
Senza ombra di dubbio la “verdona” è una delle monoposto più simili alla RB19, anche perchè il posizionamento delle strutture SIS è praticamente il medesimo. Gli ingegneri sono andati ad intervenire sul cosiddetto “undercut”, ovvero lo svaso iniziale sotto le pance e, come possiamo prendere in esame nel confronto fotografico a seguire, lateralmente hanno cercato di snellire il corpo vettura modificando anche il profilo di attacco dei sidepod al fondo.
In questo modo prende forma una sorta di tunnel che incrementa la qualità del fluido che scorre verso il posteriore. Parliamo di qualità, in quanto facendo scorrere i flussi più internamente, anche se per pochi millimetri, il disturbo provocato dal rotolamento dello penumatico anteriore diminuisce sensibilmente (frecce blu). Non parliamo di un effetto outwash maggiore, questo non è certo il loro obiettivo principale.
Per di più una modifica del genere garantisce una penetrazione aerodinamica minore, aspetto che aiuta a “curare” il problema principale della AMR23: la resistenza all’avanzamento superiore rispetto alle altre squadre. Questa deriva da un minor affinamento dei fluidi che scorrono attorno alla monoposto e ci sono alcune perdite di pressione che devono ancora essere corrette tramite tempo e ulteriori sviluppi.
Proprio per questa semplice ragione il progetto Aston Martin è simile sotto certi aspetti ma diverso su altri. Restano i maggiori benefici derivanti dalla filosofia Red Bull alimentando tramite un fluido ben energizzato la zona compresa tra gomma posteriore e lato diffusore. Vantaggio ottimizzato attraverso una precisa conformazione della zona finale delle pance che, in parte, “condividono” con la RB19.
Nella parte superiore dei sidepod, inoltre, il punto di inizio della discesa dello scivolo è stato avanzato. Tale prerogativa ha a che fare con la differenza di pressione che si viene a creare nella zona di transizione tra parte laterale e superiore delle pance. A seconda del gradiente di pressione si creeranno vortici d’intensità differente che scorrono poi verso il retrotreno.
Nella zona inferiore al contrario non sembra esser cambiato nulla, anche se lo slot collocato in prossimità delle gomme posteriori mostra due diversi tipi di configurazione. In questo caso possiede una piccola ala inserita al suo interno ma, come detto, esiste un’altra specifica dove il flap appena menzionato non fa presenza.
Autori e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari