Il Mondiale di F1 2023 è in pieno svolgimento e si avvia verso la fase più calda, non solo meteorologicamente parlando. Quindici le tappe da completare, sette quelle andate in archivio con un solo protagonista: la Red Bull. Ma nove sarebbero dovuto essere i gran premi disputati ad oggi se non si fossero messi di mezzo eventi incontrollabili e più grandi di qualsiasi manifestazione sportiva: il Covid-19 a bloccare il GP di Cina e la drammatica alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ad annullare il GP di Imola.
Il campionato in corso, quello che doveva essere il più lungo della storia, presenterà “solo” (le virgolette sono d’obbligo) 22 round. Qualcosa che Liberty Media non vuole ripetere per evitare mancati introiti che potrebbero mettere a rischio la salute di un giocattolo che, economicamente parlando, sta funzionando piuttosto bene negli ultimi tempi. Ma certi equilibri sono sottili e vanno preservati anticipandone l’eventuale caduta. Ed è ciò che si sta provando a fare in chiave 2024 e oltre.
F1: ruota tutto intorno a Kyalami
Il titolo in alto sintetizza la situazione: Liberty Media deve sciogliere il nodo del Gp di Sudafrica per iniziare ad abbozzare la lista eventi 2024. Senza perderci in troppi giri di parole, la candidatura del Paese africano non è fredda ma nemmeno può essere considerata calda: il tracciato è ora gestito da un nuovo promoter con il quale le discussioni sono state proficue. Ma, a frenare lo slancio, è la mancata condanna del Sudafrica all’invasione della Russia all’Ucraina.
La non presa di distanza da parte di Pretoria dal governo russo non è vista di buon occhio da chi detiene il pacchetto azionario della F1. E questo è un problema di entità abbastanza grossa. Al momento, quindi, il tempo sembra essere scaduto per il Sudafrica per raggiungere un accordo con la classe regina del motorsport a partire dal 2024.
Questo significa che il progetto deve essere messo in ghiacciai in vista del 2025. Ovviamente se vi saranno le condizioni per favorire un accordo a lungo termine poiché la F1 non vuole più eventi “spot”, ma ricerca la stabilità logistica e soprattutto finanziaria. Questa cosa sembra essere superata col nuovo promotore che avrebbe garantito grana, lavori sul tracciato per adeguarlo al livello richiesto dalla FIA e continuità temporale.
F1: le difficoltà di Kyalami “salvano” (per ora) Spa Francorchamps.
Lo storico tracciato che sorge tra i boschi della Ardenne vive di un futuro incerto. L’anno scorso, proprio durante il weekend di gara, insieme alla presentazione del progetto Audi Motorsport, fu annunciato un rinnovo annuale che si consumerà a fine luglio. Lo slittamento dell’evento sudafricano probabilmente terrà in vita il Gran Premio del Belgio che può contare su due endorsement fortissimi che valicano le difficoltà logistiche di una pista che nasce lontana da poli d’attrazione: quelli di tifosi e piloti che, all’unanimità, definiscono Spa il circuito più entusiasmante che ci sia.
Verosimilmente, quindi, l’iconica pista sarà in calendario anche l’anno prossimo. Ma i problemi potrebbero ripresentarsi più avanti. Ossia quando (e se) il Sudafrica risolverà le sue difficoltà e quando la Cina rientrerà in corsa. Cosa che dovrebbe avvenire sin dal 2024. E avremmo così 24 gran premi. Ma dall’anno successivo, con Kyalami, si potrebbe sforare il tetto massimo ed ecco che il futuro di Spa potrebbe essere garantito solo da un nuovo strumento che Liberty Media e FIA stanno vagliando: la rotazione delle gare.
F1: la rotazione è l’elemento per tenere in vita alcuni GP europei
L’Europa, per ragioni prettamente finanziarie, è in difficoltà rispetto a paesi che possono elargire denaro senza farsi troppi scrupoli. Una battaglia impari quella che si trovano a dover combattere gli organizzatori di GP del Vecchio Continente. Liberty Media, in ogni caso, non intende del tutto snaturare la serie e continua a garantire un certo numero di eventi sul suolo europeo. Ma i posti a disposizione sono limitati ed ecco, dunque, che l’idea del turnover prende piede.
In un Circus che vede sempre di più il proprio fulcro operativo spostarsi verso altri continenti, il meccanismo delle rotazioni potrebbe servire per tenere in vita il Gran Premio del Belgio, quello di Imola ma anche quello di Monza che di problemi da risolvere ne ha diversi.
Inoltre, il suddetto sistema potrebbe contribuire al ritorno in calendario sia del Gran Premio di Francia sia di quello di Germania che, con Audi che si affaccerà in F1 dal 2026, potrebbe nuovamente trovare posto nella lista degli eventi. A patto che, come aveva spiegato qualche tempo fa il direttore del circuito del Nurburgring, tutto venga fatto in ottemperanza alla sostenibilità economica.
Le richieste di Liberty Media, infatti, comportano l’investimento di laute cifre che in Europa difficilmente si riescono a racimolare. Al di là delle questioni logistico-spettacolari, è forse proprio quella finanziaria la principale ragione per la quale i circuiti storici versano in pesanti difficoltà.
Un Gran Premio da tenersi ogni due o tre anni potrebbe rappresentare quindi una soluzione per non vedere definitivamente sparire la Formula Uno da alcuni palcoscenici. Amaramente, però, constatiamo che si tratterebbe di una politica al ribasso, quasi come se ci si accontentasse mentre si osserva il carrozzone andare verso mete esotiche che poco hanno a che vedere con lo spirito autentico della categoria.
Autore e foto: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Kyalami Circuit, Liberty Media