venerdì, Novembre 22, 2024

Ferrari: il brodino del Canada non basta. Ma ce lo facciamo bastare

Mentre in Ferrari naufragano (colpa dei piloti, del muretto, della malasorte che in F1 raramente esiste), in Red Bull appena si apre una sessione, qualsiasi essa sia, si piazzano lì almeno 3 minuti prima. Dite la verità, li avete notati ormai. Il loro gioco è scoperto: semplice e funziona alla meraviglia. La rossa di solito se la prende comoda. L’opzione del team di Milton Keynes è vincente banalmente per due motivi. Se sono usciti con le gomme sbagliate hanno il tempo di recuperare, se sono usciti con quelle giuste o comunque il meteo promette fulmini e saette, loro un tempo lo fanno e si mettono le spalle al coperto. E’ la classica opzione vinci/vinci.

Invece quasi ogni fine settimana di gara Ferrari ci regala uno psicodramma. E se non si fosse partiti decimo e undicesimo sarebbe stato interessante vedere il ritmo della SF-23 a ridosso dei primi e non intruppata là in fondo. Alla fine dei conti non è neanche importate additare uno o l’altro come “colpevoli”, piloti compresi. E’ proprio il team, inteso come squadra (perché si, anche la F1 è uno sport di squadra) che non funziona. Forse è migliorato rispetto alle prime gare, forse no (attendiamo anche a livello strategico le prossime gare).

Un fatto è certo però: se tutte le parti della scuderia non lavorano come un “meccanismo” perfetto, qualcosa si inceppa sempre. E allora a questa Ferrari, per vedere il gradino più alto del podio non basterebbe che Verstappen fosse costretto a ritirarsi in una gara, ma ci vorrebbe un allineamento di pianeti tale e una serie di variabili tali da far impazzire pure le intelligenze artificiali e i cervelloni della Nasa. E’ un team molto lontano dall’eccellenza. In tutte le sue componenti.

Ferrari

E i piloti? Ora il San Sebastiano di turno è Leclerc. E dire che la storia recente di Maranello è esemplificativa. Hanno triturato Fernando Alonso e Sebastian Vettel, entrambi arrivati campioni del mondo. E ora tocca al monegasco che ha le stigmate del campione anche se non ha ancora vinto un titolo (vedi alla voce mezzo che guida da 5 anni). Ma si fa un pessimo “servizio” alla Ferrari incriminando i piloti (compreso Sainz), perché quella diventa una comoda foglia di fico o un bello e grande tappeto sotto il quale nascondere la polvere dei tanti problemi della GES.

E sarà pure vero che Leclerc ha sbagliato e Sainz no (oddio, si è beccato un “impeeding” e la retrocessione di tre posizioni in griglia). Ma c’è un piccolo particolare: se quel meccanismo di cui parlavamo prima, inteso come squadra in tutte le sue componenti non funziona, i piloti sono costretti a fare i salti mortali, a correre sempre impiccati, a non essere sereni.

E, checché se ne dica, ciò influisce sulla concentrazione e sulla guida. Figuriamoci in condizioni meteo variabili. I piloti sono professionisti ma non sono dei Terminator. Quando si raggiunge la perfezione, raramente si sbaglia e quasi sempre si riesce a rimediare (vedi dominio Mercedes o Red Bull e vedi anche quinquennio rosso). In tutto questo caos (che si spera creativo ma per ora è distruttivo) arriva anche la prima sfuriata in mondovisione di Leclerc. Poi prontamene ritrattata.

Ferrari

Ma resta quel sasso gettato nello stagno. E poco importa se magari questa volta non tutte le responsabilità fossero del muretto. Credo sia importante la “sfuriata”, un cambiamento di passo nella dialettica fra pilota e muretto. In meglio. Il muretto deve fidarsi meno dei numeri e più dei piloti. Un problema che in Ferrari esiste da almeno 5 anni, da quando Arrivabene aveva detto che mancava un “pistaiolo”. Siamo ancora fermi lì.


Gp Canada 2023: Ferrari e il passo avanti concreto

SF-23. Voto: Eppur si muove. La figlia degenerata della F1-75 forse comincia a funzionare. Attendiamo Silverstone.

Leclerc. Voto: finalmente (lo sfogo).

Ferrari

Red Bull100. Voto: 100 e non più 100. Sperando che presto interrompano la loro sfilza di vittorie continuative (è una mera e recondita ipotesi) non resta che celebrarli degnamente. I migliori vincono, gli altri si lamentano.

Max Verstappen. Voto: idem come sopra.

Sergio Perez. Voto: meno male che esiste. Più forte dell’attuale dominio, sarebbe un dominio in cui fai sempre doppietta. Perciò, grazie Sergio per esistere. Noi tifiamo per te! Continua come nelle ultime gare!

Alonso e Hamilton. Voto: Il gatto e la volpe. E’ divertente vederli battagliare. Purtroppo per il secondo e terzo posto. Speriamo presto possano lottare con Max. Potrebbero essere scintille.

Aston Martin. Voto: 9. E’ un team ambizioso che ha un capo ambizioso, un pilota ambizioso e ingegneri ambiziosi. E continua a sfornare evoluzioni sulla monoposto. Dici poco…

Mercedes. Voto: idem come sopra, ma con due piloti ambiziosi.

Querelle casco Villenueve. Voto: si poteva evitare.

Haas. Voto: 7. Gunther piano piano si sta togliendo qualche soddisfazione.

Mimica di Totone per prendere in giro Alonso. Voto: attore consumato.

Ferrari

P.S.: Una settimana di pausa e poi siamo in casa Red Bull. E’ triste ricordare, nel disastro, i tempi felici (di appena un anno fa).


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Immagini: Scuderia Ferrari

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