I test Pirelli hanno dato una mano a Mercedes e Ferrari nel disporre di alcuni chilometri aggiuntivi per comprendere più a fondo la monoposto, seppur equipaggiata di mescole che vedremo solo da Silverstone in poi. Osservando la classifica traspare un’immagine profondamente diversa da quella reale, che potrebbe trarre in inganno i più. Prima di iniziare, un piccolo riassunto sulle configurazioni aerodinamiche utilizzate dai vari team.
Ferrari ha scelto la continuità tramite un approccio simile a quello dello scorso anno. Un’ala posteriore mediamente più scarica, abbinato ad un setup più rigido, utile a garantire una piattaforma aerodinamica più stabile. Il problema, ancora una volta, deriva da una minor capacità d’uso del carico proveniente dal fondo.
Tale aspetto di riflesso produce una velocità di punta minore, problema che viene “curato” abbassando il carico posteriore. Di conseguenza la stabilità della vettura nei tratti ad alta velocità di percorrenza non è al top. Sebbene in linea generale su questa pista si ricerca una spinta verticale minore, potendo disporre di un’efficienza super Red Bull utilizza un’ala posteriore più carica, aspetto che tende a curare l’atteggiamento talvolta sovrasterzante della RB19.
In Aston Martin hanno sdoppiato le specifiche tra i due piloti. Ad Alonso è stata affidata la versione meno carica, mentre Stroll ha adottato quella più deportante. Tra i top team sono stati gli unici a testare due stradi differenti in termini di carico. In Mercedes si è puntato sull’ala a cucchiaio per ambedue i piloti.
GP Canada 2023: Ferrari si concentra sul T3, senza trascurare i primi due settori
Durante le uniche libere del venerdì abbiamo notato un cambio di tendenza rispetto allo scorso anno, in linea rispetto a quanto ipotizzato ad inizio week end. Le due SF-23 hanno migliorato l’intertempo dell’ultimo settore, tratto della pista dove Ferrari si è molto concentrata visto che nel 2022 perdevano ben 7 decimi sulla RB18.
Gli ingegneri hanno deciso di iniziare con le Medium per poi passare poi alla Soft, mentre Red Bull ha preso il via della sessione direttamente con le Pirelli a banda rossa. Nel corso del secondo stint Leclerc ha lavorato per migliorare la percorrenza del primo settore con la Soft sino a quando ha potuto eguagliare i riscontri cronometrici di Verstappen.
Ad oggi i tempi sul giro push non contano molto. Questo perchè Ferrari e Red Bull marcato il loro crono molto presto, a differenza di Aston Martin e Mercedes. Ovviamente Hamilton e Russell hanno trovato un tracciato decisamente meno sporco e più gommato e per questa ragione resta difficile quantificare il gap guadagnato in tal senso.
Prendendo in esame la tabella a seguire, possiamo comunque sottolineare come Alonso aveva in tasca ancora 1 decimo e mezzo da limare durante il giro, al pari di Leclerc e Verstappen. In termini di ideal lap Mercedes si piazza davanti a tutti. Segue Ferrari, Aston Martin e infine Red Bull, quest’ultima con un potenziale ancora parzialmente inespresso.
I tecnici di Milton Keynes hanno lavorato parecchio per comprendere le mescole, nello specifico per centrare la corretta finestra di funzionamento durante l’arco del giro. La gomma posteriore, infatti, tendeva a surriscaldarsi facilmente creando un forte sbilanciamento con l’asse frontale. In una pista dove portare in temperatura l’avantreno non è semplice le peculiarità della RB19 non aiutano.
La sospensione con uno schema anti-dive più spinto tende a togliere del trasferimento di carico frontale, fattore molto utile per scaldare la gomma ed evitare fastidiosi bloccaggi. Oltre a questo, abbiamo potuto osservare una Red Bull con un certo quantitativo di bottoming in curva 8, ovvero alla staccata che immette nella penultima chicane.
Il confronto grafico tra Sainz e Verstappen ci consente di capire i punti di forza, tenendo in considerazione che la RB19 non si è ancora espressa a dovere, complice alcuni problemi di instabilità posteriore. Tramite i mini settori vediamo una Ferrari molto veloce sui rettilinei, ma anche in molti tratti guidati. In generale le due vetture si eguagliano sul piatto della bilancia.
Per quanto riguarda l’ultima chicane resta ancora difficile interpretare a dovere questa particolare cambio di direzione. Vediamo come la rossa porti maggiore velocità in entrata per poi perdere in fase d’uscita quando il pilota va sul gas. Red Bull si conferma molto composta nell’aggredire i cordoli.
Gp Canada 2023: Ferrari mostra un buon passo gara
Mercedes ha lavorato parecchio sulla lunga distanza con la gomma media. Lo ha fatto per trovare la messa a punto ottimale in questo tracciato e, naturalmente, al medesimo tempo per continuare il lavoro di ricerca in merito agli aggiornamenti. Sembra proprio che abbiano trovato un buon utilizzo di tutte e tre le mescole.
Seppure si parla solo di un venerdì, al momento la SF-23 pare aver fatto un passo in avanti netto in termini di understanding della monoposto, forse anche grazie ai test Pirelli effettuati nei giorni successivi al Gran Premio di Spagna. Più che un circuito più adatto alla Ferrari, la finestra operativa della vettura è parsa molto più ampia.
Da notare la costanza maggiore in relazione ai tempi sul giro durante le simulazioni high fuel, segno di una minor dipendenza dalla finestra operativa della monoposto. Sul finire della sessione i tempi si sono alzati più per le raffiche di vento, aspetto che ha peggiorato non poco la guidabilità delle vetture.
Buona la prestazione di Alonso anche se tre tornate sono troppo poche per considerare l’ultima sgambata in pista della AMR23 come vero e proprio long run, specialmente se comparato al lavoro svolto dal resto delle squadre. Mercedes soffre ancora di una certa instabilità al posteriore a detta di Lewis Hamilton. Ciononostante il paso è buono considerando che è stato realizzato nei minuti iniziali della sessione.
Autori e grafici: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari