Ferrari ce la sta mettendo davvero tutta. L’impegno profuso durante gli ultimi mesi risulta encomiabile anche se, al momento, la SF-23 non riesce a performare come dovrebbe o forse potrebbe. Ne abbiamo parlato a più riprese, analizzando problemi e papabili soluzioni di un progetto, denominato 675, che sebbene sia stato attenzionato come non mai resta un punto interrogativo.
Prima di addentrarci nella sfida tecnica per scoprire i provvedimenti che le menti pensanti di Maranello stanno producendo in relazione agli aggiornamenti, parliamo della GES. La fabbrica italiana è in fermento. Nasconderlo sarebbe inutile. L’andirivieni di individui non sta certo facilitando le cose. Al contrario sta rendendo tutto maledettamente più difficile. L’incertezza regna sovrana, insomma.
Diversi ruoli importanti sono scoperti, mentre altri sono momentaneamente occupati da cosiddetti supplenti. Uno scenario nocivo che difficilmente può aggiungere una cifra all’attuale valore del Cavallino Rampante. Tuttavia sono in atto grandi manovre. Lo abbiamo riportato in tempi non sospetti, agli albori della campagna agonistica 2023. Tutto è nelle mani di Vasseur.
L’ingegnere di Draveil ha pieni poteri operativi concessi dalla dirigenza con il bene placido di Benedetto Vigna e John Elkann. La volontà annovera come desiderio primario quello di reclutare forze fresche da altre scuderie di primissimo livello che possano accelerare la curva di apprendimento verso lo scopo prioritario: tornare al vertice in meno tempo possibile.
Ferrari: la comunicazione “aggressive” di Vasseur
Il francese è arrivato in Ferrari per risollevare un team allo sbando. Su questo davvero pochi dubbi esistono. Parliamo di un incarico assai problematico in relazione al recente e nefasto passato, gestito davvero male sotto molti punti di vista. Tale strascico sta complicando uno scenario di per se già impegnativo, dove mettere insieme un gruppo di lavoro forte e coeso sta subendo ulteriori ritardi.
Le motivazioni sono già note ai più: accedere con fiducia in un contesto ai minimi termini spaventa le papabili acquisizioni di personale. D’altronde, ritrovarsi spaesati in una vera e propria Waterloo e dover ricostruire tutto da zero, rinunciando peraltro a realtà perfettamente funzionanti, intimorisce non poco.
Per di più, la sede italiana della storica scuderia figura per molti come ulteriore scoglio logistico nella propria carriera, considerando il conseguente cambio di territorio, abitudini e l’allontamento dalla famiglia. Ulteriori motivazioni che di fatto appesantiscono le decisioni. Senza contare il così detto gardening leave, prerogativa in vigore oramai da tempo all’interno della F1 che vieta l’immediata messa all’opera di ingegneri quando cambiano casacca. Un quadretto mica male, tanto per rendere l’idea.
Tuttavia la convinzione di poter di risolvere brillantemente la spinosa faccenda esiste. La recente ‘aggressività comunicativa” di Vasseur fa ben sperare a tal proposito. Ci riferiamo ai grandi nomi sul taccuino che, a quanto pare, stanno espletando tutti i crismi del percorso burocratico per arrivare a Maranello. L’attesa sarà lunga però. Si parla addirittura di un anno e mezzo prima di vedere incidere gli acquisti tramite un impatto deciso sulla squadra.
Le malelingue sostengono che l’uscita mediatica dell’ex Sauber sia studiata a tavolino per una semplice ragione. In pratica si tratterebbe di mettere le mani avanti e al contempo chiarire un fatto: sino al 2025 non avremo la squadra al completo come vorremmo. Pertanto, aspettarsi un nostro ritorno al vertice lottando per i titoli iridati non sarà affatto scontato.
Ferrari SF-23: i provvedimenti tecnici al vaglio
Nel mentre c’è il presente però. Un tempo nel quale la rossa deve necessariamente migliorare. E non solo per dare un senso all’attuale campionato, ma bensì per costruire solide basi sulle quali poggiare il futuro progetto tecnico oramai in fase di definizione. A tal proposito arriveranno ulteriori update. Sebbene la filosofia aerodinamica seguirà la medesima traccia, la strategia relativa alla messa in onda delle novità subirà un’accelerazione.
Le motivazioni sono semplici. Sebbene in GES stanno ancora cercando di validare appieno il recente pacchetto montato in Spagna e la spietata scure del budget cap resta uno scoglio che in qualche modo mette i bastoni tra le ruote ai tecnici di Maranello, verranno presentate alcune novità durante i prossimi Gran Premi. Questo per avere ulteriori campi di studio che possano indirizzare il team al meglio verso il programma 2024.
Gli accorgimenti avranno l’intento di “accomodare” la gestione dei flussi e far lavorare l’accoppiata beam wing/diffusore al massimo delle proprie possibilità. Questo è quanto e non è poco, considerando l’attuale status “annebbiato” del Cavallino Rampante. Si parla di modifiche consistenti al pavimento e non sono da escludere alcuni aggiustamenti al carico sviluppabile sull’avantreno.
Sul fronte meccanico gli studi continuano senza sosta. Solamente accarezzata l’idea di riprogettare lo schema sospensivo, impossibile per motivazioni legate a ingombri e cost cap, la raccolta dati massiccia ha preso corpo addirittura in gara. Lo abbiamo notato seguendo gli on board con attenzione, verificando come nel secondo stint canadese, Adami e Marcos, ingegneri di pista rispettivamente di Sainz e Leclerc, abbiamo richiesto continui test sull’handling per capire dove la vettura emiliana può migliorare.
In ultima istanza il fronte motoristico. In più di un’occasione abbiamo fatto notare il deficit ibrido che il propulsore 066/10 soffre rispetto a Red Bull. Le fasi di carica/scarica e immagazzinamento dell’energia recuperata dai moto generatori, MGU-H e MGU-K, non offre la medesima efficienza del motore Honda. Sebbene la potenza nominale in Cv sia superiore alla PU nipponica, il supporto dei circa 130KW di potenza non è sempre accessibile.
Questo significa che durante un Gran Premio, a differenza del giro secco (qualifica) dove si ha tutto il tempo di caricare al meglio le batterie e poter quindi disporre del completo surplus energetico necessario, il gap motoristico si fa sentire nelle fasi più concitate. Vedi sorpassi e difese. Purtroppo tale prerogativa resterà tale sino al termine del campionato, in quanto il freeze imposto dalla Federazione Internazionale vieta modifiche.
L’unica soluzione possibile, per non chiamarla “pezza momentanea”, consiste nel massimizzare le configurazioni delle mappature e di riflesso mostrare una certa abilità nello “spalmare” al meglio i 200CV generati dal sistema ibrido nell’arco della tornata. Azzeccare l’impostazione, in parte va a coprire le carenze velocistiche prodotte dal contesto sopracitato e facilita le fasi di trazione.
Autore : Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari