ho letto un tweet assai interessante. Affermava che il principale problema in Ferrari è una combinazione micidiale di orgoglio e supponenza. Orgoglio che ci può stare (sei comunque la squadra che ha un palmares unico, un numero di tifosi incredibile e via discorrendo). Supponenza non so su quali basi, visto che non vinci nulla dal 2008 ma, in qualche modo, la seconda è un portato (o un’ancella) della prima.
Credo che in realtà grandi e dalla grande storia come Ferrari subentri quello che io chiamo effetto “Marchese del Grillo“. Non so se l’avete presente, e comunque lo trovate su You Tube e pure nei vari “meme”. Uno strepitoso Alberto Sordi ad un certo punto se ne esce con la celeberrima: “Io so io… e tu non sei un…”.
Quello che voglio dire è che ad un certo punto si può creare una spirale negativa, nel senso che si ritiene di essere all’altezza degli altri se non superiori, nonostante i risultati negativi (ma c’è sempre qualche scusa convincente per spiegare tutto…). E poi si diventa autoreferenziali, ci si incaponisce (in questo caso a livello tecnico/tecnologico) e si continua a perdere.
Anche perché diventando un poco supponenti, si pratica l’autarchia. Ci si convince cioè che ciò che si ha in casa sia il meglio, e che le eventuali promozioni interne bastino e avanzino. Ora, storicamente l’autarchia ha mostrato due cose: non funziona e tende a ridurre drasticamente l’elasticità mentale di un gruppo di lavoro.
Attenzione a non confondere l’autarchia, cioè una scelta precisa, anche “ideologica”, dall’arrangiarsi con poco, arte tipicamente italiana che denota invece una certa capacità adattiva in determinate circostanze. In ogni caso, storicamente funziona l’apertura verso l’esterno, lo scambio, la conoscenza di un mondo e modo di lavorare altro dal tuo.
E il secondo caso significa anche un approccio pragmatico e intelligente. Nel senso che sai di non sapere e studi per sapere, aprendoti all’esterno (vedi problemi telaio/aerodinamica).
Ferrari: le difficoltà dei cambiamenti
Ora, nella situazione non facile della Scuderia Ferrari, la SF-23 aggiornata rappresenta un coraggioso esempio di inversione di tendenza. Ammetti che un determinato concetto aerodinamico non funziona, e ti prepari ad esplorare quello dei primi della classe.
Tuttavia, anche in questo caso, trovi il neo che ti fa capire quanto sia difficile cambiare la mentalità del Cavallino Rampante. Ad esempio hai insistito testardamente (orgoglio e supponenza) sul concetto evoluto della F1-75 senza lasciarti una via d’uscita. Avresti potuto cambiare la zona dei coni anti-intrusione. Il tempo c’era. Non è stato fatto perché è emerso il Marchese del Grillo.
Cioè non hai pensato ad un’eventuale piano B nel caso le cose non andassero come ti diceva il simulatore. Con il risultato di avviare in modo molto più difficile (impossibile cambiare ora il telaio) il cambiamento verso i concetti Red Bull e Aston Martin in una zona nevralgica e di perdere una marea di tempo. Il tempo in questa F1 quasi totalmente ingessata è una merce terribile. Se non investi per tempo, perdi una marea di tempo.
Una cosa, il non pensare ad un piano B, rappresenta in potenza quando sia difficile cambiare la Ferrari. L’altra, la SF-23B, rappresenta in potenza che qualcosa forse sta cambiando. Ci attendono tempi interessanti. E speriamo non troppo deprimenti.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari