domenica, Dicembre 22, 2024

Ferrari SF-23: ma il simulatore ha “mentito” davvero?

Ferrari, Vasseur: “Se in Canada fossimo partiti davanti sarebbe stato possibile vincere. Vediamo se ne saremo capaci in Austria“. Questa la convinzione del team principal in merito alla competitività sciorinata dalle SF-23 a Montreal. Ora… Partendo da presupposto che congetturare a posteriori senza dubbio è un’arte agevole, analizzando il ritmo puro della Ferrari attraverso i dati della gara, l’affermazione del francese assume aspetti un pelo fantasiosi. Questo perché la Red Bull, come sappiano, in questo momento non ha rivali. Ma infondo un po’ di ottimismo non fa mai male.

Come sempre in F1 quello che contano sono i fatti. Da venerdì capiremo immediatamente se le prestazioni canadesi saranno facilmente replicabili. La fiducia dell’ambiente c’è, così come il parere di poter fare bene su una pista, il Red Bull Ring, che alla fine presenta caratteristiche in un certo qual modo simili allo scorso Gran Premio. Resta da capire come la rossa si comporterà nell’ultimo tratto del T2 e nel terzo settore di Spielberg, visto la presenza di curve in appoggio ad alta velocità di percorrenza.

Valutare gli ultimi aggiornamenti sarà cruciale. Nella giornata di ieri, a Fiorano, sfruttando il secondo e ultimo filming day concesso dalla Federazione Internazionale, Ferrari ha testato alcune novità che in linea teorica vanno a completare il pacchetto di update presentato al Montmelò: una nuova ala anteriore e un fondo rivisto nella sua parte iniziale.

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le modifiche alla parte iniziale del fondo sulla Ferrari SF-23 – 2° filming day Fiorano

Tramite lo scritto dedicato, l’esame preliminare degli aggiornamenti ha svelato le volontà dei tecnici di Maranello. L’obiettivo, nemmeno a dirlo, mira all’espansione della finestra di setup, punto nero del progetto 675 che non permette la massimizzazione della vettura italiana.

Il tutto si ottiene tramite una differente distribuzione del carico che, di riflesso, varia il gradiente di pressione mutando il lavoro dell’effetto outwash. Per di più, la modifica al fondo ottenuta attraverso l’innalzamento del bordo d’ingresso, punta unta a incrementare il volume d’aria interessato.


Ferrari: il passato che pesa sul futuro, Cardile confermato a capo dell’area tecnica

Come si può sanare un progetto fallimentare? Il quesito non è di facile risposta. I diretti interessati, oramai da diversi mesi, profondono sforzi immondi per “curare” il Cavallino Rampante. Ancora febbricitante, la SF-23 ha mostrato segnali incoraggianti che però non vanno considerati un punto di arrivo. Semmai si tratta solo dell’inizio di questa grande salita che per certi versi spaventa un po’.

Lo fa per ovvi motivi, tra i quali la carenza tecnica che in questo momento fa presenza all’interno della fabbrica di Maranello. In attesa di rinforzi, uno su tutto l’oramai famoso “Mister X“, ingegnere dalle doti iperuraniche che prenderà servizio in Via Abetone inferiore N°4 tra circa 18 mesi, il supplente numero 1 ha un nome: Enrico Cardile.

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Enrico Cardile, DT ad interim della Scuderia Ferrari al termine del GP di Monaco, affiancato da Riccardo Adami e Diego Ioverno

Il papà dell’ottima SF70H, vettura che nella precedente era regolamentare ha fatto scuola su determinati concetti, stringe lo scettro del potere e, come detto a inizio settimana, ha spinto molto per velocizzare il piano di sviluppo della monoposto. Il motivo è presto detto: valutare tutti i contro della SF-23, correggerli e gettare le basi per la nuova vettura che parteciperà al campionato 2024.

Le scelte tecniche del mandato Binotto si ripercuotono sul presente. Del resto non poteva essere altrimenti. Ma c’è un aspetto sul quale vale la pena soffermarsi. Fattore che ha ingannato fortemente una dirigenza credulona, trovando nelle parole di Benedetto Vigna l’esaltazione mediatica che, di fatto, passerà alla storia come una delle più grandi boutade del mondo Ferrari.


Ferrari: le “menzogne” del simulatore

Macchine simulatrici: insieme di procedimenti impiegati in diversi ambiti per archiviazione, elaborazione e trasmissione dati attraverso l’uso di elaboratori. Non possiamo sostenere che la gestione sportiva sia incapace di utilizzare questa tecnologia. Al contrario dobbiamo dire che tale contesto non viene amministrato al meglio. Su questo, visto i recenti e reiterati problemi di correlazione, credo che i dubbi siano davvero pochi.

In tempi non sospetti, prima dello scellerato accordo firmato da Montezemolo concernete la scomparsa dei test in pista, Ferrari dettava legge anche sugli aggiornamenti. La possibilità di toccare con mano le novità prodotte e porre rimedio a eventuali errori esisteva. Così come l’opportunità di validare le nuove parti, utilizzandole nei week end di gara solamente una volta ottenuta la certezza della loro effettività.

Le argomentazioni dei paragrafi precedenti ci portano al nocciolo della questione tramite un ulteriore domanda. Siamo così sicuri che, parola di Vasseur, “l’esito delle simulazioni hanno sottostimato determinati effetti negativi in merito al comportamento della vettura”? Oppure sono gli individui preposti all’inserimento dati che hanno sottovalutato tale aspetto?

Credo si faccia fatica a non propendere per la seconda ipotesi. Questo perché affidarsi ai simulatori senza possedere una giustezza in merito ai dati raccolti, di riflesso produrrà il tanto chiacchierato e assai dannoso quadro ingannevole, trasformando l’oggettività dei calcoli in possesso in soggettività, male oscuro del mondo simulativo.

La conclusione dello scritto vuole comunque rassicurare il lettore. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, infatti, lo scenario illustrato ha trovato risoluzione. Le parole di circostanza di Vasseur mirano a “spostare” la colpa sui computer per alleggerire la pressione. Credo sia normale. Tuttavia la GES sa perfettamente cosa è successo è ha preso seri provvedimenti per far si che non accada nuovamente.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari

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