mercoledì, Dicembre 18, 2024

Ferrari: nel mandato Vasseur manca l’uomo del presente

Grazie al ritorno della Ferrari nella massima categoria endurance, in questo week end l’attenzione mediatica del motorsport è focalizzata sulla 24 ore di Le Mans. Per la Formula Uno è un momento di riflessione, soprattutto per la storica scuderia italiana. Il ritorno in Europa del Circus dopo l’annullamento del Gran Premio di Imola è coinciso con il debutto dei primi importanti update sulle diverse monoposto.

Ad eccezione di Mercedes, diverse scuderie hanno presentato gli aggiornamenti in Spagna, tracciato che grazie al suo layout ha sempre fornito feedback significativi sulla bontà progettuale delle vetture. Per il Cavallino Rampante la tappa iberica doveva rappresentare la gara del rilancio in ottica prestazionale, in relazione all’importante pacchetto di novità apportate sulla SF-23.

Per gli uomini di Maranello non è arrivata la ricompensa all’enorme sforzo mirato a conferire maggiore consistenza alla vettura 2023. Lo spartito è stato il medesimo delle tappe precedenti: qualifiche buone, tralasciando il problema di Leclerc, e passo gara caratterizzato da un indecifrabile sfruttamento di tutti i compound messi a disposizione da Pirelli. Le congetture in merito alla sensibilità rispetto al carico di carburante non sono corroborate dall’analisi del passo gara dei due “Carlo”.

Nonostante la scialba prestazione in terra spagnola, Frederic Vasseur ritiene che gli update abbiano funzionato secondo le aspettative. In realtà la gestione degli pneumatici è stata ancora una volta complicata, per usare un eufemismo, e il balzo in avanti di Mercedes è la dimostrazione che un lavoro proficuo può produrre significativi miglioramenti anche nel breve termine.

Ferrari
lo sguardo attento di Frederic Vasseur, team principal della storica Scuderia Ferrari

La sensazione è che gli ingegneri di Maranello stiano brancolando nel buio, incapaci di riscontrare in pista quanto apprezzato in sede simulativa. Alla luce dell’entità degli aggiornamenti è intellettualmente corretto giudicare l’operato della gestione sportiva sull’arco di qualche gara. Ad esempio, il prossimo round in Canada potrebbe essere più favorevole alla rossa, trattandosi di un circuito che richiede un carico aerodinamico minore. Tra le altre cose il circuito di Montreal è sempre stato generoso con la Ferrari.

Al netto delle performance sciorinate in questa prima parte della campagna agonistica, risulta evidente come l’eredità di Mattia Binotto obblighi il numero uno del reparto corse a rifondare l’assetto organizzativo del team. Sin dal momento dell’insediamento, il dirigente francese ha affidato la titolarità degli aspetti tecnici alla sua prima linea, gestendo personalmente deleghe di carattere organizzativo e politico. La sensazione è che nella Scuderia Ferrari manchi l’uomo del presente.


Ferrari: la visione a lungo termine penalizza la GES nel breve periodo

Vasseur ha assunto le deleghe che dovrebbero consentirgli di rimodellare il reparto corse ma i cui frutti si apprezzeranno, nella migliore delle ipotesi, solo nel prossimo futuro. Nei mesi avvenire, invece, sarebbe necessario conferire alla direzione tecnica un profilo di spessore. Ad oggi diverse figure apicali si possono definire “semplici traghettatori”. Quando un gruppo di lavoro sinergico non è coordinato da una figura carismatica lo scarica barile diventa prassi, specie nella cattiva sorte.

In base a tali presupposti le divergenze tra le aree tecniche potrebbero acuirsi producendo uno sterile rimbalzo di colpe, dinamica confidata a più riprese da gole profonde all’interno del team durante i primi anni novanta. La scuderia modenese è l’unica squadra con un Racing Director già accasatosi altrove e, per di più, senza un direttore tecnico ufficialmente promosso nella posizione più delicata dell’assetto organizzativo.

Ferrari
Laurent Mekies e Frederic Vasseur (Scuderia Ferrari)

In tale contesto tutti gli ingegneri sono sulla graticola e le deleghe ad interim non conferiscono autorevolezza a chi deve dirigere gruppi di lavoro costituiti da decine di ingegneri. In attesa che Vasseur plasmi la Scuderia Ferrari molti tecnici possono cedere alle lusinghe della concorrenza e chi subentrerà avrà bisogno di tempo per integrarsi nelle dinamiche interne del team di Maranello.

Il passaggio di consegne tra Binotto e il manager transalpino è stata una pura formalità. La posizione dell’ex team principal della rossa era traballante da tempo e i vertici societari dovevano individuare una risorsa interna che gestisse la transizione tra i due mandati.

In tutte le realtà aziendali esistono le attività non ricorrenti e quelle operative dove, per non ricorrenti si intendono progetti/programmi a lungo termine, mentre si definiscono operative o “running” l’insieme delle attività quotidiane. Da questa prospettiva l’uomo del progetto a lungo termine è certamente Frederic Vasseur. Ma quindi la figura deputata alla gestione ricorrente, ovvero l’uomo del presente sportivo della rossa, dov’è?


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari

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