Il risultato della Ferrari al Gran Premio del Canada è insufficiente. La visione d’insieme relativa alle speranze del team italiano a Montreal non può essere vista diversamente. Già. Questo perchè dopo il massiccio intervento sulla vettura tramite gli aggiornamenti proposti in Spagna, la volontà del Cavallino Rampante mirava dritta al podio. Le potenzialità c’erano tutte quante. Il venerdì lo aveva fatto capire specie durante le simulazioni high fuel, dove la SF-23 aveva mostrato un race pace davvero buono se messo a confronto con il recente passato.
E invece no. Ancora una volta, il sabato, dopo l’ultima e senza dubbio complicata sessione di prove libere, in qualifica arriva l’ennesimo flop. Abbiamo congetturato argomenti alla mano sulla vicenda attraverso uno scritto dedicato che sottolinea un fatto: quando regna l’imprevedibilità la Ferrari soccombe sistematicamente. Un vero peccato, insomma, visto che le premesse erano buone.
Tuttavia i risultati della campagna agonistica 2023 non sono poi così importanti. Molto meglio capire la vettura, correggerla e presentarsi ai nastri di partenza del mondiale 2024 finalmente competitivi. I test Pirelli del dopo Spagna hanno marcato il cammino da seguire. Ci arrivano conferme che i tecnici hanno “scoperto” come gestire le mescole evitando contesti imbarazzanti, sportivamente parlando, limitando il forte degrado patito nel recente passato.
Ferrari: la strategia “strategica” massimizza il risultato
Il circuito intitolato a Gilles Villenueve porta con se peculiarità uniche. Ecco perché definire “corretta” la vettura modenese in merito all’ministrazione delle gomme pare ancora prematuro. Attendiamo l’Austria e vediamo che succede. Nel mentre possiamo constatare l’ottimo handling fornito dalla SF-23 che possiamo spiegare tramite un concetto: la finestra di messa a punto della rossa si è allargata grazie ai recenti update.
Per la validazione finale in pista della nuova veste aerodinamica della Ferrari serviranno ulteriori riscontri però. Far funzionare al meglio le novità non è mai semplice, soprattutto in corsa, con tempistiche brevi, sotto la belligerante scure del budget cap. In questo possiamo dire che Vasseur non aveva torto. Il manager di Draveil aveva parlato di step in avanti, poco visibile in Catalunya, ma comunque presente. Dopo il Canada le sue parole appaiono ancor più sincere.
Nel corso delle consuete interviste nel dopo gara il team principal della rossa, austero ma comunque soddisfatto, commenta in maniera positiva l’approccio messo in pratica durante l’ottavo round del campionato. Il francese evidenzia la fattualità strategica messa in atto nella giornata di ieri. Ogni tanto, anche la Ferrari ci azzecca verrebbe da dire…
La consapevolezza ottenuta durante le Fp2 sull’amministrazione delle gomme, ha spinto la combo muretto box/piloti verso una scelta ben precisa: allungare quanto più possibile il primo stint per girare in free air e poter così esprimere tutto il potenziale dell’auto. L’obbiettivo è andato ben oltre le più rosee aspettative visto che, i quaranta passaggi realizzati sulle Medium, come abbiamo spiegato dettagliatamente nell’analisi prestazionale di questa mattina, hanno fatto recuperare 20 secondi circa sul race time.
Ferrari: Leclerc contento ma non soddistatto
Per quanto concerne il secondo stint le cose non sono andate perfettamente secondo i piani. Comunque positivo, il long run che ha portato le SF-23 al traguardo ha prodotto qualche piccolo grattacapo. Già notato grazie agli on board della gara, malgrado il cattivo funzionamento del microfono non ci abbia consentito di capire al meglio determinate comunicazioni, la conferma arriva dal diretto interessato.
Al volante della numero 55 Carlos è incappato in un “curioso” problemino: la frizione toccava il suo ginocchio limitando il rendimento dell’auto in percorrenza. Oltre a questo l’iberico fa sapere che il passo con la gomma Hard non è stato perfetto alla stregua della performance sciorinata sulla Pirelli a banda gialla. Fattore non allarmante, intendiamoci, ma comunque in grado di ridurre il grip, diminuire la stabilità del veicolo soprattutto sui cordoli e alzare i lap time.
Per il monegasco tutto è filato liscio invece. Charles ha solo accarezzato il sogno di raggiungere il sette volte campione del mondo. Il ritmo non era poi così tanto diverso. Ciononostante la strategia a una sola sosta ha imposto un certo tyre management che ha frenato in parte il ritmo. Il suo feeling con la monoposto, molto buono, non ha comunque cancellato due aspetti: il dubbio sulla bontà del tracciato nei confronti della SF-23 e l’insofferenza nell’accontentarsi di un risultato di certo non brillante.
Sin dalle libere la “confidence” di Leclerc con la vettura italiana è parsa superiore, soprattutto grazie ad alcuni accorgimenti di set up per massimizzare gli update presentati in Spagna. Tuttavia, come detto, il sorriso sulla bocca del ferrarista stenta ad esplodere. La ragione è molto semplice: sebbene l’ottima gestione delle gomme compiaccia l’ex Alfa Romeo, lottare per la vittoria si attesta come unica vera soddisfazione per Charles.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari