Istruzione per l’uso: il titolo di questo articolo è provocatorio. Non si produce illazione alcuna, non ci sono prove a supporto della teoria secondo cui Mercedes stia aggirando il tetto di spesa. E’ bene sottolinearlo perché è già capitato che qualcuno si fermasse all’incipit senza comprendere che certe introduzioni volutamente “assurde” servono per preparare il campo ad un ragionamento più ampio. Ed è ciò che questo scritto si propone sommessamente di fare (non siamo mica l’oracolo Delfi).
Ritorniamo alla stagione 2022, la prima in cui ha operato il nuovo contesto normativo, la seconda in cui i team hanno dovuto sottostare alle regole finanziarie che individuavano un cost cap. Mercedes si è presentata ai nastri di partenza con una vettura problematica, afflitta dal porpoising, domato solo nella seconda fase della stagione non senza sforzi intellettivi ed economici.
Mercedes: una gestione finanziaria virtuosa
La storia ha raccontato di precisi aggiornamenti sfornati in maniera continuativa. Diversi interventi al fondo, sulle ali, all’area dietro le ruote anteriori. Fino ad arrivare al “pacchetto Austin” che si basava su un telaio alleggerito e su un’ala anteriore che poi la FIA avrebbe bocciato di lì a poco.
La cosa che colpì fu la tempistica poiché quelle modifiche arrivarono quando il campionato aveva ben poco da dire e quando i team annaspavano poiché i fondi economici erano sempre più ridotti. Ricorderete, tra le altre cose, la battaglia fatta dai top team per adeguare il budget cap all’inflazione galoppante? Prova tangibile che le fonti erano ormai inaridite.
Ebbene, in quel contesto Mercedes diede dimostrazione di perfetta gestione fiscale spendendo un tesoretto evidentemente accumulato, tramite un’amministrazione oculata, in stagione, razionalizzando le risorse in maniera certosina. Quasi maniacale. Un modello di amministrazione aziendale che, evidentemente, è così solido che anche in questo 2023 la Stella a Tre Punte può pensare di mettere in cantiere un profondo programma di revisione della monoposto che, come accaduto dodici mesi fa, non si era presentata al debutto in piena forma.
Al Gp di Montecarlo abbiamo osservato una versione profondamente rimaneggiata della W14 che ha definitivamente abbandonato il concept “zero pod” per abbracciare una filosofia che ricorda, con i mille distinguo del caso, quella della Red Bull che si è dimostrata essere vincente.
Non a caso si parla di vettura B. Gli interventi, messi in esecuzione sin dai test del Bahrain, quando si è compreso che la vettura 2023 non ne aveva per tenere testa alla Red Bull RB19 e forse anche alla Aston Martin AMR23 e alla Ferrari SF-23, sono stati massicci visto che hanno riguardato la riconfigurazione totale dei sidepod che hanno cambiato il bilanciamento aerodinamico dell’auto e la sospensione anteriore profondamente rivista.
Mercedes W14-B: in arrivo altri aggiornamenti
Già questi interventi basterebbero per pensare che le cartucce della Mercedes siano esaurite. E invece no, c’è dell’altro in cantiere e non si annuncia robetta marginale. “Porteremo un pacchetto di aggiornamenti più ampio a Silverstone e poi dovremmo averne un altro prima della chiusura estiva, ossia prima del Gran Premio del Belgio di fine luglio”. Questo è quanto riferito da Toto Wolff che ha spiazzato gli ascoltatori.
“L’apprendimento dell’auto ha accelerato molto da quando abbiamo cambiato parte dell’architettura concettuale. Dovremmo fare ulteriori passi in avanti nelle prossime quattro gare e stiamo comprendendo meglio le simulazioni, che sono correlate a ciò che stiamo vedendo in pista”.
Quello della correlazione è stato un aspetto che ha spiazzato Mercedes che di tale fattore, fino al 2021, aveva fatto forza e virtù. Le nuove regole hanno resettato il campo e gli ingegneri hanno perso punti di riferimento che ora, piano piano, si stanno ritrovando:
“La correlazione è stata il nostro problema nell’ultimo anno e mezzo. Ora stiamo vedendo buoni guadagni di prestazioni provenienti dalla galleria del vento. Abbiamo una migliore comprensione di ciò di cui la macchina ha bisogno per andare veloce e di come devono essere le configurazioni. I passi in avanti stanno diventando più grandi”.
Viene da sé che questo lungo e logorante lavoro di comprensione/calibrazione debba essere supportato da risorse umane adeguate e da capitali che supportano la sperimentazione, la creazione e l’installazione di nuove parti. Mercedes, pur arrancando nei confronti di Red Bull, si sta dimostrando maestra nell’amministrazione delle risorse.
Brackley, ad oggi, non ha mai sforato il tetto spesa nonostante abbia fatto evolvere le sue vetture sino all’ultimo stante. E’ vero che l’unica revisione fiscale federale riguarda il 2021 e che quella 2022 non si vedrà prima della fine dell’estate, ma è un fatto che nelle tagliole del giudice siano caduti gli uomini di Milton Keynes e non quelli della franchigia anglotedesca.
Mercedes non ha nemmeno dovuto bloccare lo sviluppo. Mentre Ferrari, tramite Mattia Binotto, aveva ammesso nel cuore del campionato 2022 che non c’erano abbastanza fondi a disposizione per far crescere la F1-75, una macchina che aveva strabiliato nella prima parte di campionato per poi appiattirsi pericolosamente tanto da essere quasi risucchiata dalla “malnata” W13.
Questa capacità di gestire la sfera economica è un aspetto che potrebbe pesare non poco in quel cammino che deve riportare la scuderia dalla proprietà tricefala a vincere ancora. La W14 B, lo ha detto di James Allison, è una base di sviluppo che ha ampi margini di crescita.
Questo percorso potrà realizzarsi solo se ci sarà polvere da sparo da utilizzare. E, considerando che altri due importanti step evolutivi sono in cantiere per le vetture di Hamilton e Russell, significa che anche quest’anno il meccanismo sta funzionando per il meglio.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG