Autocritica, umiltà e onestà intellettuale. Queste le doti che servono a chi intende riprendersi la scena dopo stagioni difficili, caratterizzate dall’amarezza che si vive per via delle aspettative deluse. Mercedes, all’alba della nuova era tecnica della F1 credeva di aver fatto bingo con il concept a sidepod zero che era rimasto celato nella prima sessione di test spagnoli per poi essere introdotto, lasciando tutti a bocca spalancata, nella seconda tre giorni del Bahrain.
Dopo i primi chilometri la mascella si è distorta ai protagonisti della Stella a Tre Punte che non hanno visto, in pista, quei guadagni che il simulatore aveva presentato come fossero l’eldorado. Da quel momento è partita una rincorsa tecnica furiosa che ha portato la W13 ad ottenere un’inattesa doppietta in Brasile, nel giorno in cui Red Bull, stranamente, perdeva la trebisonda tecnica e chiudeva con una polemica rovente tra Verstappen e Perez.
Quel trionfo, evidentemente arrivato in circostanze eccezionali, diede l’idea, che la storia ha detto essere distorta, che la filosofia “senza pance”, mondata dal porpoising e dal bouncing, potesse avere un futuro roseo. Ancora una volta l’asfalto si è presentato nelle vesti di una spietata nemesi perché ha bocciato nuovamente i guizzi di genio di Mike Elliott che per la sua smania di far funzionare ciò che non poteva andare è stato riallocato in altra mansione lasciando il tavolo da disegno a James Allison che ha il faticosissimo compito di riportare la scuderia anglotedesca ai fasti di qualche stagione fa.
Mercedes zero sidepod: cosa non ha funzionato
Proprio l’ingegnere ex Ferrari, uno che qualche macchina vincente l’ha firmata, ricorrendo a quelle tre doti presentate in apertura, ha ammesso che, durante la fase di delibera della W13, è stato commesso un errore figlio anche della presunzione e dell’ingenuità, come egli stesso la definisce.
Allison ha spiegato alla testata tedesca AMuS che la monoposto che ha chiuso al terzo posto nel campionato costruttori 2023 è stata progettata con l’ingenuo presupposto che potesse girare con un’altezza da terra più bassa di quella a cui, effettivamente, era in grado di muoversi.
Solo alla riprova della pista gli ingegneri si sono avveduti, non senza sconforto, che le quote stabilite in fase progettuale erano impossibili da mantenere. Quando l’evidenza si è palesata con la stessa forza di un pugno nello stomaco, non è rimasto altro che adattare il comportamento dinamico alzando la vettura. Quando ciò è successo il veicolo è fatalmente uscito dalla gamma di funzionamento ottimale.
Il campionato, quindi, si è trasformato in una palestra conoscitiva per capire come uscire dal problema e, contestualmente, per trovare un po’ di performance in una monoposto che nella prima fase di stagione era risultata del tutto inadeguata a tenere testa a Ferrari e Red Bull che mettevano in scena un duello serratissimo poi dissoltosi nell’accelerazione degli uomini di Milton Keynes e nella frenata brusca del Cavallino Rampante che si è perso tra update bloccati, problemi tecnici – specie sul fronte power unit – e qualche topica di troppo da parte dei piloti.
Con il procedere della stagione, ha spiegato Allison, è stato possibile ottenere un po’ più dalla vettura, anche alzandola. Ecco perché alla fine dell’anno le prestazioni erano migliorate sensibilmente, cosa che ha poi ingannato Elliott e i suoi che hanno insistito su un concept fallimentare.
Quello dell’altezza da terra è un altro concetto che non deve mandare fuori pista. E il modello 2023 lo racconta: risolto il pompaggio aerodinamico e superato il bouncing, la monoposto si è trovata ad avere un comportamento più neutro ma ad essere contestualmente lenta. Allison, indirettamente, si produce in una sorta di critica velata a chi ha curato prima il progetto e loda le virtù della Red Bull che non possono essere limitate e ricondotte solo all’altezza d’esercizio. Sarebbe un riduzionismo non fotografante dei fatti.
Secondo James Allison il segreto della Red Bull non è da ricercarsi nell’altezza da terra, come suggerito da alcune gole profonde del paddock a inizio campionato: “Penso che sia una spiegazione troppo semplicistica, che non rende giustizia alle qualità della loro macchina. Non credo che stiano girando molto più bassi rispetto agli altri e non credo neppure siano meno colpiti dai sobbalzi. Hanno un’auto molto efficiente che genera molto carico aerodinamico e hanno un comportamento in curva che dà ai loro piloti più fiducia”.
Mercedes: Silverstone “ultima spiaggia”?
Messa così si comprende chiaramente quanto lavoro serva per arrivare alle prestazioni della macchina anglo-austriaca. Il nuovo pacchetto installato sulla W14 non è servito per colmare le distanze. Nuovi upgrade, dunque, sono in cantiere. La prossima settimana, in occasione del Gp di Gran Bretagna, li dovremmo finalmente vedere deliberati. L’aggiornamento introdotto a Monaco ha più o meno prodotto quello che a Brackley si aspettavano.
A Silverstone, pista praticamente di casa visto che il team insiste in terra d’Albione, si consumerà un momento verità. La sensazione è che lo storico tracciato inglese possa essere il giudice di ultima istanza, la corte suprema contro il cui verdetto non è possibile ricorrere. Se le novità saranno in grado di chiudere il gap in maniera sensibile, allora la stagione potrà prendere una piega interessante.
Diversamente, Mercedes sarà costretta ad inseguire ancora sperando di sciogliere il nodo gordiano nel prossimo campionato. Il budget cap e il contingentamento delle ore di lavoro costringono il team a posticipare alcuni interventi, come ad esempio quello relativo alla posizione di guida troppo avanzata di cui si è lamentato Hamilton che la reputa una delle cause dei problemi ancora non fissati della W14.
“Lewis a ragione quando critica la maneggevolezza della vettura. È nostro compito risolvere questo problema, perché ha un impatto nei tempi sul giro. Ma se cambieremo la posizione del sedile sarà per molte altre ragioni e non perché pensiamo che da sola possa risolvere tutti i problemi di Lewis“, ha affermato Allison. Ma questi sono ragionamenti che si faranno più avanti. ora c’è un Gp d’Austria da affrontare con tutte le insidie che reca con sé visto che ci sarà anche la Sprint Race.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto copertina: Alessandro Arcari
Foto: F1, Mercedes AMG