giovedì, Novembre 14, 2024

Sergio Perez ha decapitato il campionato del mondo 2023

Provate a fare un esperimento. Cercate sul web le dichiarazioni di Sergio Perez rese ai media prima e dopo i Gran Premi di Miami, Monaco, Spagna e Canada. Osserverete una quasi totale sovrapponibilità. Leggerete, con i leggeri distinguo del caso, un’alternanza di propositi pregara – poi disattesi – e di mea culpa successivi impostati ad una nuova ripartenza che, sistematica, non si verifica. 

A guardare la classifica e le prestazione post Azerbaijan, quando Perez aveva pareggiato il numero di vittorie di Max Verstappen, sembrava che questo campionato potesse avere un sapore differente. E invece no, quattro Gp hanno fatto assumere al mondiale il sapore dello stamppot, tipico piatto olandese a base di patate, salsiccia e indivia.

Sergio Perez
Helmut Marko si congratula con Sergio Perez al termine del gran premio d’Azerbaijan

Sergio Perez era l’unico argine per contrastare la furia di Verstappen

Uscendo di metafora culinaria, questa è pur sempre una testata giornalistica che si occupa della massima serie del motorsport, si registra come ormai la forbice che si è aperta tra i due alfieri della Red Bull sembra essersi trasformata in un canyon americano attraverso il quale scorre un fiume ribollente e tumultuoso. 

Diciamolo senza ipocrisie: Sergio Perez era l’unica barriera che poteva opporsi alla furia di Max Verstappen che, più passano le gare, più diventa aggressivo. La fame del pilota di Hasselt non si placa mai, nemmeno dopo essere giunto a quota 41 vittorie. Un traguardo assai simbolico dato che equivale al numero di trionfi ottenuti da un pilota avvolto nel mito come è Ayrton Senna

L’implacabilità di Max di nota dalle reazione all’importante conseguimento. Anzi, alla mancanza della stessa visto che, quando gliel’hanno fatto notare in conferenza stampa, è sembrato più freddo di un ghiacciolo. Perfino uno che, casco in testa sembrava un androide, Michael Schumacher, non seppe contenere l’emozione quando ottenne lo stesso bottino. Verstappen no, è rimasto impassibile come una colonna di marmo nonostante abbia affiancato un mito senza tempo.

Ovviamente questo tipo di atteggiamento è connaturato al carattere dell’uomo: il sentimentalismo o ce l’hai o non lo puoi acquistare al mercato. Ma di sicuro è meglio una reazione compassata che una messinscena ostentata. Anche così si manifesta rispetto. Chiaro che questa graniticità incuta timore negli avversari che si sentono quasi incapaci di lottare con un pilota così maledettamente concentrato sul suo lavoro. Servono doti fuori dal comune per tener testa a “Max il terribile” e sembra che queste non siano in possesso di Perez che sta uscendo parecchio ammaccato dal terzo anno di convivenza.

Red Bull
La foto dei record: Adrian Newey e Max Verstappen festeggiano la centesima vittoria della Red Bull Racing e la quarantunesima personale per il pilota – Gp Canada 2023

Le difficoltà di Sergio Perez spianano il dominio di Verstappen

Con il Gran Premio del Canada la F1 è entrata nel secondo terzo del calendario. C’è un campione statistico abbastanza completo e rappresentativo ed è perciò possibile osservare dei trend che hanno valore probante: La Red Bull n°1 non ha rivali. Né interni, come dimostrato dalle scoppole che sta prendendo il buon Sergio che si impegna ma non ha il talento innato e cristallino del collega, né esterni, visto che Ferrari, Aston Martin e Mercedes ricordano l’orso che vuole rubare il miele ma che non può avvicinarsi all’arnia per non incappare in una serie di punture multiple.

L’impotenza tecnica, si spera temporanea, delle scuderie succitate non è una buona notizia per chi sogna e prova a realizzare una categoria iper-variabile e in cui i valori tecnici si fondono fino a diventare indistinguibili. Liberty Media rincorre questa chimera da anni e le tre colonne della struttura messa in piedi (balance of performance tecnico, budget cap e vettura di nuova generazione) non si sono rivelate efficaci per raggiungere l’obiettivo.

Anzi, c’è la sensazione che siano norme tecniche e fiscali troppo stringenti a non permettere a chi insegue di assottigliare le distanze che restano spalancate nonostante gli sforzi che i competitor stanno mettendo in campo.

Sergio Perez
Max Verstappen osserva con sguardo sfidante Sergio Perez – Oracle Red Bull Racing

Sergio Perez, dunque, era l’unico potenziale baluardo a salvaguardia della totale imprevedibilità della categoria. Un po’ ciò che Nico Rosberg fu per Lewis Hamilton. Difatti, anche durante i primi anni dell’era turbo-ibrida, i mondiali erano più accesi perché il tedesco dava filo da torcere all’inglese fino, nel 2016, a riuscire ad ottenere il titolo. All’ultima gara. Ma è chiaro a tutti che Perez non ha la caratura di Rosberg e che Red Bull non intende avere una coppia bilanciata. Politica, quella della punta singola, in cui la squadra ha creduto in tutta la sua storia ottenendo risultati di assoluto rilievo.

Tale schema che, per quanto efficace, hai dei limiti. Helmut Marko, uno che nella scelta dei piloti ha più di una voce in capitolo, come si muoverà in chiave 2025? Perez ha un contratto che scade alla fine dell’anno prossimo. Se l’opzione Daniel Ricciardo, che aleggia su Milton Keynes come una sorta di spettro, non dovesse essere “accesa” ecco che il team potrebbe fiondarsi su Lando Norris che da tempo ha attivato i radar per cercare qualcosa di più performante della sua McLaren da sogni costantemente infranti.

Il britannico potrebbe essere quella via di mezzo tra un pilota depresso come il messicano e uno alla Leclerc (nome non casuale visto che il suo contratto scade parimenti l’anno venturo) che potrebbe essere oggetto di veto da parte di Verstappen che non vorrebbe un competitor interno così maledettamente veloce. E magari uno così basterebbe per tenere un po’ più vivo un campionato che dopo otto gare sembra già chiuso da un pezzo…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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