lunedì, Dicembre 23, 2024

F1: la FIA delibera la DT045 per contrastare la pratica dello spacchettamento

La massimizzazione delle prestazioni è l’obiettivo principale di ogni team di F1. Qualcosa da ottenere cercando di imporsi in ogni ambito: da quello tecnico, ovviamente, a quello sportivo. Ma anche sul fronte logistico e, ultimamente, anche su quello finanziario. Da due anni a questa parte la classe regina del motorsport ha iniziato a far fronte ad un nuovo ostacolo: il budget cap. Un vincolo stringente che ha avuto, ha ed avrà ripercussioni sulle dinamiche gestionali di ogni singola compagine presente nel paddock.

Un tetto di spesa è un limite pressante soprattutto per quelle scuderie – e vengono in mente Mercedes, Red Bull e Ferrari – che hanno apparati tentacolari e line-up di grandi proporzioni. Sono proprio i top team, quindi, che cercano di capire se vi siano le condizioni per usufruire di fondi extra per la loro naturale e complessa gestione. Ma anche per ottenere qualche vantaggio suppletivo.

Per evitare “furbate” i libri contabili delle squadre sono oggetto di controllo da parte dei revisori. Accesso possibile in ogni momento e senza preavviso. In F1 si è sempre cercato di arrivare al limite dei regolamenti tecnici per sfruttarli al meglio. Qualcuno, operando nelle ormai proverbiali aree grigie, in passato, si è mosso su sentieri borderline accumulando notevole vantaggio prestazionale. Il timore è che la stessa attitudine possa essere riscontrata anche nell’interpretazione delle regole finanziarie. 

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Sede del reparto powertrains della Red Bull sita in Milton Keynes

F1: la FIA emana la DT045 per controllare le F1 non activities

Place de la Concorde, recentemente, ha emanato una direttiva tecnica, la 045, con l’obiettivo di chiedere chiarimenti a Red Bull, Mercedes, Ferrari e Aston Martin sulle “F1 non activities”, lo spettro che rischia di aprire una nuova fase controversa nella massima serie dell’automobilismo. Il succo della questione è il seguente: le scuderie dagli apparati più grandi potrebbero ricorrere a “scorciatoie” non proprio aderenti ai testi normativi grazie alla loro grandezza e all’impossibilità di controllare puntualmente tutta la filiera produttiva

Pensiamo, ad esempio, a Mercedes. James Allison, prima di rientrare in pianta stabile ad operare sulla W14, era stato cooptato nel progetto dell’imbarcazione per la Coppa America per conto del team INEOS, co-proprietario di AMG F1. Chi controlla a cosa sta effettivamente lavorando un tecnico impegnato su due fronti? Potrebbe usare risorse dedicate alla “crew marittima” per sviluppare la vettura da affidare a Lewis Hamilton e George Russell?

Stesso dicasi della Ferrari che ha riversato molte risorse umane nel progetto WEC che ha portato, qualche settimana fa, alla vittoria della 24 Ore di Le Mans. Ma il ragionamento può essere applicato alla Red Bull che potrebbe trovare altre fantasiose vie per dribblare le limitazioni tramite, ad esempio, il reparto powertrains che è slegato dal tetto di spesa per la vita della scuderia e sottostà a diverse imposizioni fiscali. 

Il ragionamento, mutatis mutandis, è esportabile ad Aston Martin che ha stretto un fitto legame con Honda e che ha interessi operativi in Lagonda, il comparto auto stradali. Come vedete ci sarebbero decine di scappatoie per aggirare i vincoli regolamentari ed affidare ad altri settori mai del tutto sciolti dalle scuderie lo sviluppo delle vetture

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Frédéric Vasseur (Scuderia Ferrari) e Christian Horner (Oracle Red Bull Racing), stagione 2023

I top team devono aver paura per questo giro di vite? No, a leggere le recenti dichiarazioni rilasciate da Chris Horner sulla materia: “Abbiamo attraversato un periodo molto costruttivo con la FIA e ora abbiamo un’enorme quantità di processi in atto per quanto riguarda la conformità della nostra organizzazione. Con il passare del tempo i regolamenti si consolidano e si crea maggior chiarezza anche grazie a direttive come la TD045. I regolamenti maturano e diventa tutto più chiaro, mentre prima c’era un po’ di ambiguità. Non abbiamo dovuto apportare alcun cambiamento a seguito della suddetta direttiva“.

Le nostre strutture aziendali sono molto diverse. La Ferrari, ad esempio, è un’unica entità che racchiude anche l’intero settore delle auto stradali. Perciò – ha proseguito Horner la loro dichiarazione sarà per forza diversa da quella dei team che si concentrano esclusivamente sulla F1. Alla Red Bull abbiamo Red Bull Racing, Red Bull Powertrains, Red Bull Advanced Technologies e Red Bull Advanced Services. Si tratta di una serie di aziende che devono interagire tra loro. Abbiamo lavorato a stretto contatto con la FIA, che ha svolto un lavoro molto accurato sul cost cap”. 

Il team che recentemente ha inscenato una battaglia senza quartiere con la Red Bull, la Mercedes, ha ottimizzato un modello di gestione finanziaria che le ha permesso di ritrovarsi a fine anno un bel gruzzoletto da investire in sviluppi, come il pacchetto di update portato ad Austin, nel 2022, ha dimostrato. Il comparto finanziario è un fiore all’occhiello della Stella a Tre Punte e, come i rivali di Milton Keynes, non teme per la revisione fiscale recentemente effettuata dagli emissari federali. 

La maniera in cui è stato svolto l’audit nei nostri confronti è stata estremamente professionale. Per quanto sia difficile monitorare e regolamentare una materia così scivolosa come il tetto di spese la FIA, dopo una prima sessione, è tornata da noi con un centinaio di domande di chiarimenti. L’approccio è stato estremamente lodevole, gli sforzi per controllare il budget cap sono stati davvero encomiabili”.

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Toto Wolff, team principal e comproprietario del team Mercedes AMG F1

Wolff è certo che per il suo gruppo non ci sia nessun problema. Così come accade per Ferrari, anche Mercedes è composta da una sola entità aziendale “Abbiamo soltanto un ramo del team di F1 che ha clienti per quanto concerne l’America’s Cup. Non abbiamo creato alcuna società parallela o satellite rispetto alla Mercedes AMG F1 Team e non abbiamo niente da nascondere. Alla luce di come sta lavorando la FIA per sviscerare ogni aspetto relativo al budget cap credo che se qualcuno ha sfruttato in maniera irregolare le F1 non Activities imbrogliando verrà scoperto”. 

Dalle parole di Horner e Wolff si evince come la partita si stia giocando sugli spacchettamenti aziendali. E a questo la FIA pare voglia dare un serio giro di vite. Il manager austriaco ha tenuto a sottolineare che il progetto vela è direttamente controllato dal comparto F1 e che tutto il lavoro è puntualmente tracciato.

Horner, ammettendo che Red Bull è organizzata su più livelli, o per meglio dire su scatole di varie grandezze che si auto-contengono, afferma che la sua scuderia non è caduta negli stessi errori commessi nel 2021 quando si rese protagonista di un’infrazione che poi ha determinato la pena i cui effetti scadranno ad ottobre. Nei prossimi mesi avremo le risultanze degli audit federali, nella speranza che non nasca un’altra stagione di polemiche ed accuse reciproche.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG F1 Team

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