domenica, Dicembre 22, 2024

F1: FIA, Liberty Media e la meritocrazia irraggiungibile

Mohammed Ben Sulayem, dal momento in cui si è insediato nel suo scranno presidenziale a Place de la Concorde si è subito contraddistinto per il suo interventismo. All’inizio della sua avventura in veste di n°1 della Federazione Internazionale dell’Automobile ha avuto una bella gatta da pelare tra le mani: la sostituzione di Michael Masi, racing director della F1, e la riscrittura delle procedure resasi necessarie dopo i fatti di Abu Dhabi 2021 in cui Verstappen e la Red Bull riuscirono ad avere la meglio su Hamilton e la Mercedes proprio sulla sirena finale.   

Liberty Media, che alla FIA commissiona la scrittura delle regole, l’applicazione e, eventualmente, le sanzioni laddove si rende necessario, in prima battuta ha lasciato fare. Ma, essendo tutto sommato il padrone del giocattolo, ha iniziato a “risentirsi” quando il dirigente emiratino si è lasciato prendere la mano. Due gli eventi che hanno generato una frizione molto forte tra gli organi di potere della massima serie del motorsport


FIA – Liberty Media: divergenze superate

Il primo momento di tensione è legato alla questione Andretti. Ben Sulayem è stato uno sponsor forse troppo entusiasta dell’ex pilota e della sua cordata. Le dichiarazioni di apertura per la nascente franchigia americana (il quindici luglio potrebbe essere il giorno buono per l’annuncio ufficiale della discesa in campo dal 2025, ndr) hanno cozzato con la volontà del gruppo di Greg Maffei di andarci con i piedi di piombo stante l’ostilità della maggioranza dei team presenti che non volevano rinunciare ai vantaggi garantiti dal Patto della Concordia.

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Stefano Domenicali e Mohammed Ben Sulayem

Se questo primo capitolo, nel tempo, ha visto le parti riavvicinarsi anche perché il supporto di Cadillac ha fatto cadere molte paure sulla commerciabilità del gruppo americano, le tensioni si sono acuite sul giro di vite federale dato al dress code dei piloti e a ciò che questi possono – anzi sarebbe più corretto affermare non possono – fare nell’esercizio delle proprie funzioni. In uno sport sempre più aperto e sensibile a certe tematiche sociali, gli americani non hanno digerito la chiusura del dirigente tanto che i suoi ruoli operativi sono stati spacchettati e redistribuiti poco prima dell’inizio del mondiale.

Per molto tempo la voce dell’ex rallista non si è sentita e la sua assenza è stata notata nei paddock. A questo genere di cose si è aggiunto il drammatico lutto che ha colpito la sua famiglia. Il figlio Saif Muhammad bin Salim, agli inizi di marzo, era rimasto vittima di un incidente mortale, a Dubai.

Mesi sono serviti per ritrovare serenità e ritornare attivo. Le prime importanti dichiarazioni, che sanciscono la rinnovata intesa con Liberty Media, sono quelle rese a margine della presentazione del calendario 2024 che avvia il processo di regionalizzazione della F1 che da anni era stato invocato senza che vi fosse un seguito effettivo. 

F1
Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) tiene a bada Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) nelle prime fasi del Gp d’Austria 2023

Ma il manager sportivo non si è limitato a ciò e si è anche espresso su cosa sta accadendo in questo mondiale, sul dominio che la Red Bull sta imponendo e che ha scalzato quello precedente della Mercedes:

Se parliamo di ciò che è un bene o un male apriamo un portone. Voglio dire, è stato un bene [il dominio] Mercedes? Ora è il momento di Verstappen e della Red Bull. Cosa facciamo, puniamo il ragazzo che è stato bravo? No, andiamo a far sì che anche gli altri team siano bravi. Nessuno impedisce alle altre squadre di essere migliori. Non possiamo punire le persone che sono state le migliori, quelle che si sono impegnate di più. Non è giusto“.


F1, FIA: meritocrazia è la stella polare. Ma…

Parole importanti che non danno adito a chiavi di lettura fantasiose: la Federazione intende tutelare la meritocrazia. Concetto che lo stesso Domenicali ha dichiarato di voler proteggere senza rimettere mano alle regole in corso d’opera. Ma l’altra parte del ragionamento, ossia quella relativa al non impedire alle squadre di essere migliori, è debole. Specie se consideriamo la possibilità che (non) si dà a chi insegue di recuperare. I team attardati, soprattutto quelli dagli impianti meno avanzati, hanno meno strumenti per recuperare terreno.

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Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) effettua la sosta per montare le Soft – Sprint Race Austria 2023

Il budget cap e il meccanismo dell’ATR sono una specie di gabbia che tiene intrappolati gli slanci tecnici andando indirettamente a favorire chi ha accumulato un vantaggio considerevole come ha fatto sapientemente la Red Bull. Un contesto efficiente e pienamente meritocratico è possibile se e solo se verranno tagliati quei lacci di cui sopra.

In chiave 2026, quando le norme tecniche cambieranno, queste dovranno necessariamente essere riscritte certe procedure se si vuole che tutti abbiano davvero le stesse possibilità di concorrere per il bottino grosso.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari, FIA

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