Arriva il caldo e, puntuali, accadono due cose. La prima è il ritorno dei servizi ai telegiornali su come idratarsi, difendersi dal solleone e in quali ora è meglio uscire in base all’età. L’altro grande classico è il mercato. Non quello dell’ortofrutta né quello degli scambi borsistici. Ci riferiamo a quello dei piloti. Vero è che le line-up della squadre di F1 devono necessariamente completarsi con un certo margine di sicurezza, ma stavolta il treno delle congetture è leggermente in anticipo. Anche sul caldo asfissiante.
Usualmente le voci più fantasiose prendono corpo quando la Formula Uno è in pausa forzata. Le settimane di ferragosto, quelle in cui nemmeno le factory dei team possono accogliere tecnici e maestranze, sono quelle nelle quali le voci impazzano in un meccanismo ormai classico del modo di fare notizia quando la notizia non c’è. Bisogna pure riempire spazi e dare speranze ai tifosi da ombrellone che, tra una pallonata schivata e uno schizzo d’acqua dribblato, si informano dai nuovi giornali che sono quei telefonini sui cui schermi, ahinoi, passiamo troppo tempo. Fino ad ingobbirci.
Ma questo è un altro discorso. E visto che non siamo “Medicina 33” c’è da ritornare all’essenza del nostro lavoro: analizzare e capire se dietro i tanti spifferi prodotti da anonime gole profonde che tutto dicono ma poco sanno ci sia qualche fondo di verità.
Qualche giorno fa è stata la Red Bull ad aprire l’effetto cascata. Le chiuse sono state aperte definitivamente con l’appiedamento di Nyck de Vries, al cui posto è arrivato Daniel Ricciardo. Milton Keynes che alimenta un modello ormai noto nel quale sono stati quasi triturati piloti come Daniil Kvjat, Pierre Gasly e Alex Albon che sono passati tra le grinfie del cinico Helmut Marko che, quando deve mettere al centro gli interessi suoi e del team di appartenenza, non guarda in faccia a nessuno e va a avanti come un trattore.
L’avvicendamento tra de Vries e Ricciardo sa molto di mossa che ne anticipa altre di portata maggiore e i cui effetti sull’equilibrio della F1 potrebbero essere molto più seri. L’australiano ha dodici gare per rilanciarsi e per dimostrare di non essere la copia sbiadita di se stesso, quella che in McLaren ha deluso in maniera netta ed insindacabile.
Se la ricostruzione dovesse avvenire e sciorinando prestazioni di rilievo ecco che l’ex Renault potrebbe diventare un’opzione spendibilissima in chiave 2024 nel team di riferimento. Sì, proprio al posto di quel Perez che, pur avendo il contratto in scadenza al termine del prossimo campionato, potrebbe essere vittima del “vizietto” del superconsulente di Graz.
F1: Norris è al centro del mercato
Lo scenario che potrebbe profilarsi è più o meno questo: usare Ricciardo come sostituto di Perez sin dal 2024 o nel 2025 per poi preparare l’approdo di Lando Norris nel momento in cui il suo contratto arriva a scadenza naturale. Un’operazione che sta in piedi e sarebbe logica ma la cui riuscita dipende da tanti fattori perché Milton Keynes non può tenere in rosa un secondo pilota troppo debole in attesa dell’arrivo del britannico.
Fermi tutti! Da dove salta fuori il nome di Norris? Beh, stavolta usciamo dalle ricostruzioni più o meno logiche. E’ stato Marko a farsi vedere in pubblico col suo manager spendendo poi parole di stima per il ragazzo. Ancora, Horner l’ha invitato nella sua tenuta ad un barbecue al quale partecipavano altri protagonisti dlla F1. Nei tempi della comunicazione globale questi segnali hanno un valore. Ciò accadeva prima del Gp di Gran Bretagna.
Dopo Silverstone, quasi d’incanto, le quotazioni del talento di Bristol sono schizzate come il prezzo del carburante a seguito di una scaramuccia politica. Da un tratto Lando è diventato il desiderio morboso di ogni squadra di vertice che sarebbe pronta a sacrificare i propri gioielli per tesserare l’esponente della McLaren che ha un contratto con Woking valido fino a tutto il 2025. Quindi, nel caso, bisognerebbe alzare il telefono per fare una chiamatina a Zak Brown per capire cosa ne pensa di questi corteggiamenti spietati.
Lo smartphone del manager americano sarebbe particolarmente caldo in questi giorni perché, udite udite, la Ferrari, stando ai misteriosi bene informati, avrebbe addirittura fatto sottoscrivere una sorta di precontratto a Norris per sostituire (quando non si sa) uno tra Leclerc (che piacerebbe sempre alle Mercedes che non ha ancora annunciato i rinnovi di Russell e di Hamilton) e Sainz che sarebbe destinato alla Sauber – Audi. Magari Lando li sostituisce entrambi sdoppiandosi come personaggi più illustri hanno fatto un paio di millenni fa.
Senza voler cadere in blasfemie, Norris dovrebbe essere la metà di una coppia completata da Alex Albon, un altro pilota che, d’improvviso, ha scalato le quotazioni della F1 manageriale (perché questa è materia che sembra venir fuori da un videogioco) dopo che ha preso a sciorinare prestazioni di un certo rilievo.
Vi sembra credibile tutto questo con due piloti come Leclerc, un capitale su cui la Ferrari ha investito facendolo crescere fin dalle categorie propedeutiche, e Sainz che non ci pare di livello inferiore ai due suddetti conducenti?
Questo scritto, concludendo, non vuol dar conto di trattative e di scenari che stanno per concretizzarsi. Lo scacchiere della F1 è talmente complesso e condizionato da dinamiche non sempre leggibili che fare previsioni, in questa fase, è impossibile. Ci chiamiamo fuori da questo sterile esercizio di stile che forse ha il compito di attirare qualche lettore più che di informarlo.
Questa riflessione invita il lettore a valutare gli elementi concreti piuttosto che oniriche visioni che potrebbero concretizzarsi solo a fronte di un effetto domino che avrebbe le sembianze di uno tsunami. Sarebbe più consono – ed è ciò che proviamo a fare – analizzare le cose per quel che sono senza andare alla ricerca di comodi sensazionalismi da mezza estate che saranno utili per fare click ma non servono per offrire un servizio ai lettori. E al vero.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Williams Racing, Scuderia Ferrari, Oracle Red bull Racing, McLaren