Il monologo è un genere che può piacere. I gusti dell’uomo sono così vari che di certo ci sono persone rapite dalle scene in cui il soggetto compare da solo e si produce in esternazioni che non prevedono l’interazione con i presenti. In F1, da due stagioni, va in scena il soliloquio di Max Verstappen e della Red Bull. Chiaramente c’è una parte di appassionati che si esalta per questo, ma c’è altresì una fetta molto rilevante che comincia a stancarsi della solita rappresentazione teatrale che replica, con altri attori, quella vista con Mercedes, prima, con Red Bull prima ancora e con Ferrari all’alba del nuovo millennio.
Per evitare tutto questo e scongiurare il calo d’interesse tipico delle rappresentazioni dall’esito scontato, Liberty Media aveva ideato un sistema di pesi e contrappesi regolamentari che a Milton Keynes hanno spazzato via con una tale semplicità da far cadere le braccia a tutti i cervelloni che hanno lavorato ai nuovi testi di riferimento che, a questo punto, è necessario riaggiornare. Cosa che si sta facendo in chiave 2026.
Red Bull: la profezia di Russell è sempre più concreta
Ma mentre questo destino si compie, semmai accadrà, ci troviamo ad affrontare l’attualità apparentemente immutabile che racconta di una RB19 che va avanti come una ruspa su un campo da golf. George Russell, all’avvio della tenzone iridata, aveva messo tutti in guardia: “La RB19 è in grado di vincere tutte le gare”. Risate ne seguirono, specie da Milton Keynes.
Erano ghigni di consapevolezza perché i dati li avevano ben analizzati da quelle parti e sapevano che il vantaggio su una concorrenza smarrita era ampio e forse incolmabile nell’arco del campionato. E chissà se lo sarà per le prossime due campagne in cui le regole sono essenzialmente congelate.
Gli sforzi sovrumani che stanno compiendo i team inseguitori non hanno smosso di un millimetro la scala valoriale sin qui emersa. Cosa ci resta allora? La rassegnazione. Anzi no, peggio: l’adeguamento forzatamente entusiasta allo status quo. Siamo impazziti? No, l’ha sostenuto, anche in maniera piuttosto convinta, Damon Hill.
“Vincere tutti i gran premi in una stagione – ha spiegato il campione del mondo a The Independent – è qualcosa che nessuno è mai riuscito a fare. Continueranno a dire che non ci pensano, ma vorrebbero farlo. Max può conquistare tutte le vittorie da qui alla fine. Sarebbe un risultato incredibile sia per lui che per la Red Bull e aggiungerebbe grande tensione alle ultime gare della stagione“. Che fortuna!
F1: chi si accontenta gode. Forse…
L’interesse per la F1, in caso di calo da noia irreversibile, si riaccenderebbe vedendo la storia scriversi in presa diretta. Praticamente si creano le condizioni per dire, tra qualche decennio, “Io c’ero, ho visto quella straordinaria stagione in cui una macchina ha piallato impunemente la concorrenza”. Vuoi mettere la soddisfazione!
Uscendo dalla provocazione, bisogna ammettere che non siamo messi proprio benissimo se questo è il massimo che possiamo attenderci dal campionato 2023. Va detto: Red Bull non c’entra nulla in tutto questo. La colpa, semmai, è di chi ha “cannato” progetti venduti come rivoluzionari e che invece, alla riprova della pista, hanno pietosamente fallito.
Le responsabilità, ormai è una battaglia che FormulaUnoAnalisiTecnica conduce da tempo, è da suddividersi anche con chi questo quadro normativo l’ha definito bloccando di fatto la possibilità di chi insegue di recuperare. Il meccanismo del contingentamento delle ore di lavoro in base alla classifica non è errato.
Lo diventa, forse, quando il vantaggio è annullato dalla presenza di un budget cap fisso per tutti che non permette di mettere a frutto efficacemente le ore di lavoro in più. Servirebbe, probabilmente, anche un tetto di spesa mutevole in base alla graduatoria. Ma non sta a noi decidere cosa serve alla Formula 1 per evitare domini così schiaccianti. Ammesso, poi, che siano davvero evitabili…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing
Io penso che le modifiche regolamentari di 2 anni fa siano state pensate da persone in malafede o incompetenti. È risaputo che il maggior esperto di aerodinamica in circolazione si chiama Newey e che l’aerodinamica, forse è il settore meno costoso di una monoposto. Pensare un regolamento che introduce l’effetto suolo (bandito alla fine del secolo scorso) e sposta tutte le performance sul lato aerodinamico, è stato un regalo immenso a red bull. A mio parere, per rendere più interessanti le gare bisognerebbe diminuire l’importanza della aerodinamica, con alettoni standard e fondi sigillati, senza obbligo di usare tutte le mescole in gara. I sorpassi sarebbero tutti frutto dell’abilitá dei piloti e le gare sarebbero più combattute.