Me lo vedo Domenicali, CEO della F1, con una vecchia calcolatrice meccanica grande quanto metà tavolo a ticchettare pesantemente sui tasti duri con gli indici e poi tirare la manovella per il risultato, e gli elastici ferma maniche per non sporcarsi con l’inchiostro fra lunghe pergamene mentre conta avidamente quanti soldi farà questo fine settimana. Tic Tic Tic… Track!
E me lo immagino quando vede lo spettacolo “finale” con classifica stravolta dopo ore di attesa, degno di un bar-bettola di un paesino sperduto chissà dove, quando nascono mischie furibonde causate dai fumi dell’alcol il sabato sera e si fa a gara a chi urla di più. Tic Tic Tic… Track!
“Ma come, io mi sono inventato i tifosi che vogliono la Sprint Race, mi ingegno a cercare di vivacizzare il più possibile lo spettacolo per far guadagnare sempre più soldi a Liberty Media… e questi si inventano i track limit che non hanno controllato e alla fine della gara ci vogliono ore per sapere il risultato? E chi glielo spiega ora a quelli di “Drive to survive”?
Le perplessità del Don, pur se su basi diverse, credo siano state anche di tanti spettatori che, per tutto il fine settimana, hanno assistito ad una girandola di segnalazioni, bandiere bianche e nere, giri tolti e poi aggiunti e poi tolti di nuovo, sino allo spettacolo pirotecnico delle sanzioni in gara ed alla coda infinta di “millemila” penalizzazioni dopo premurosa e affettuosa richiesta di Papa Stroll.
Ad un alieno che si fosse messo a seguire la gara, putacaso dopo anni di frequentazione anonima del pianeta Terra, sarebbero venute in mente diverse domande non banali: Se non fosse intervenuto il premuroso interesse dell’Aston Martin (va da se per il bene dello sport), tutto sarebbe rimasto come prima?
Risulta etico ribaltare, addirittura inventandosi parti del regolamento, la classifica finale? Magari si risponderebbe che i piloti sanzionati (vedi Ocon) non sono mai stati avvisati dagli steward che stavano regolarmente uscendo fuori dai limiti “virtuali” della pista. Se un pilota non sa che sta superando i limiti, non può adottare una condotta diversa. Inevitabilmente la nuova (e non sappiamo se definitiva a questo punto) classifica, concluderebbe l’extraterrestre, non ne sportiva ne giusta.
Altra domanda che si porrebbe l’alieno… ma se i sensori allertano in tempo reale la direzione di gara che tale monoposto ha superato i limiti, perché non sono stati avvisati moltissimi piloti? Misteri che resteranno tali perché Federazione Internazionale e trasparenza spesso e volentieri fanno a botte. Come nel bar di cui sopra.
Resta, alla fine, lo sgradevole retrogusto di uno spettacolo finto, avariato, allungato con roba scadente. Che ti fa sempre più pensare se ha senso, o meno, continuare a guardare questo circo itinerante che sembra sempre più wrestling mascherato, governato dal Barnum di turno e sempre meno sport.
F1, Gp Austria 2023: Ferrari vede la luce
Ferrari SF-23. Voto: 7.
Attendiamo Silverstone come prova definitiva di una monoposto che forse ha imboccato la strada giusta.
Sainz 1. Voto: spettacolare. Mi ha esaltato vedere Carlos guidare in quel modo e con quel piglio. Certo, una delle sue più belle gare.
Sainz 2. Voto: Però. Meritava il terzo posto. Certamente. E lasciamo perdere la sanzione finale ridicola (per i motivi spiegati in premessa). Ma lui ha sbagliato beccandosi 5 secondi in pista. E se non avesse esagerato, molto probabilmente avrebbe potuto difendere agevolmente la terza piazza.
Max. Voto: basta. E’ talmente superiore e dominante che può permettersi il lusso di rientrare a pochi chilometri dalla fine della gara per prendersi pure il punto aggiuntivo del giro più veloce. Non c’è niente da fare. Sta correndo in un altra categoria. Solo lui.
Perez. Voto: peccato. Mi stavo abituando al Perez delle retrovie. E mi piaceva tanto. Speriamo che il risultato di domenica sia solo una parentesi e che torni ad essere lo stesso delle ultime gare.
Mercedes. Voto. bo. E’ la grande delusa del fine settimana austriaco. E’ sembrata fare un passo indietro.
Aston Martin. voto: idem come sopra.
Aston Martin e le proteste post gara. Voto: incredibile. Da quando seguo la F1 non è mai capitato (che io ricordi) che un solo team riuscisse ad avere ragione contro la direzione di gara, riuscendo addirittura a causare un cambiamento significativo nella classifica finale. A pensare male (che ci sia un occhio di riguardo verso papa Stroll ai piani alti) spesso si fa peccato. Ma spesso si indovina (parafrasando il noto motto andreottiano…).
McLaren. Voto: 8. Hanno stravolto l’auto. E pare funzionare. Era ora.
Leclerc. Voto: 7 +. Non il migliore Leclerc in assoluto (vedi in particolare tutto il fine settimana). Ma almeno una gara costante, senza sbavature, consistente. E un secondo posto che sa di ossigeno puro.
Il bravo presentatore. Voto. Arbore.
Che senso ha fare la cronaca e non conoscere il regolamento, tanto da chiederlo ai tuoi co-conduttori, o non vedere quello che vedono gli spettatori dal loro divano e insistere su errori salvo poi correggerti dopo mezz’ora? La vera domanda è: cosa deve fare un cronista? Da quella risposta deriva tutto il resto.
Le musiche da discoteca. Voto: sono vecchio? Premessa: sarà sicuramente colpa mia… Ma mi spiegate che senso ha caricare di musica da discoteca (che paradossalmente mi sembra vecchia, antica, vintage) con ritmi martellanti e altro, mentre si presenta un evento come la F1?
Le gare sprint (o come diavolo si chiamano). Voto: vuoto pneumatico.
Servono? Danno valore aggiunto alla massima categoria del motorsport? Credo la risposta sia ampiamente negativa. Ma nonostante questo, in poco tempo diventeranno la regola del fine settimana della F1. Scommettiamo?
La Ferrari e l’italiano. Voto: bocciata.
Ho notato una certa difficoltà di Elkann a parlare in italiano. Non errori… ma una certa lentezza, come se la lingua di Dante e Manzoni non fosse la sua prima lingua (plausibile). Ciò non dovrebbe stupirci, considerando che sui social della SCUDERIA Ferrari si scrive sempre e solo in Inglese (fatti salvi casi del tutto eccezionali). Ora attendo con ansia coloro che mi daranno del provinciale. Magari sono gli stessi che dicono “legal” al posto di legale e “mission” al posto di missione (e ci sono tanti altri esempi interessanti su quanto siamo sì, davvero, provinciali…).
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Federazione Internazionale