Ci sono sempre tante cose da dire su Ferrari. Ogni giorno. D’altronde la storica scuderia italiana offre temi di spunto in ogni dove. La campagna agonistica 2023 è fallimentare. Lo sappiamo. Il tuffo nel mare della banalità dell’affermazione precedente, tuttavia, assume un aspetto interessante se si analizza una tematica in relazione con questo fatto. Sì perché alla fine dei conti, a subire “disagi mentali sportivi” non indifferenti sono piloti, tecnici e ingegneri.
I due “Carlo” non sono contenti. Come potrebbero esserlo. Lottano per il nulla accompagnato dal niente. Troppo poco un misero podio, considerando che chi ti sta davanti guida con la mano appoggiata alla scocca. Per quanto i ferraristi si impegnino, infatti, la consapevolezza di non poter gareggiare ad armi pari con Red Bull “uccide” lo spirito. Lo mortifica gravemente, insomma.
E allora la stampa si butta a capofitto sulla diatriba Leclerc vs Sainz che di fatto non esiste. Carlos vuole stare davanti al proprio compagno di squadra. Ok. Lo abbiamo già detto. La teoria dello spagnolo non è poi così campata per l’aria. Cercare di guadagnare punti sulla dirigenza ottenendo risultati migliori del tuo compagno va bene. Può aiutare. Per questo l’iberico si fa in quattro per mettere dietro il monegasco.
Charles invece, forte di una stima incondizionata che la scuderia versa su di lui, pensa prevalentemente a un aspetto: capire come massimizzare le potenzialità della Ferrari SF-23. Farla andare il più forte possibile. Rischiare tanto per raggiungere il solo obiettivo che lo rende appagato: vincere. Anche se di solo trionfo di tappa si parla. Questa la differenza emersa nell’impostazione attuale degli alfieri della rossa. Assodato il tema c’è un aspetto altrettanto interessante da valutare.
Ferrari: la strategia utile alla causa
Il futuro va in qualche modo “predetto” all’interno della massima categoria del motorsport. Lo si fa sul lato tecnico cercando di costruire una monoposto che, quando verrà messa in pista, dovrà corroborare i dati raccolti tramite lo studio simulativo. Ma quando il contesto appena descritto non fa presenza cosa succede?
Dal punto di vista sportivo tutto va in malora, è ovvio. E dal lato umano come viene gestita una situazione deficitaria? Male verrebbe da dire. Ricorrere gli avversari non è mai semplice, considerando che di certo non ti stanno ad aspettare. E allora inevitabilmente scatta una profusione extra. Un elemento logorante per tutti.
Così a un certo punto ci si arrende. Si alza bandiera bianca e si pensa alla stagione successiva. Ferrari lo sta facendo da un po’ malgrado continui ad aggiornare la SF-23. Le motivazioni sono note tenendo presente la continuità regolamentare. Racimolare know how nel 2023 usando i restanti Gran Premi come veri e propri test, significa ridurre il margine d’errore verso il progetto 2024.
E qui arriviamo al punto del discorso, finalmente. Il nervosismo che ogni fine settimana di gara si esprime libero diminuisce senza l’assillo del risultato. La preoccupazione costante si affievolisce nella mente del team, decisamente più libero di esprimersi senza avere a che fare con i “disturbi psicologici” che attanagliano i pensieri durante i momenti di sofferenza. Sperimentare serve, accanirsi su percorsi accidentati alla disperata ricerca del miracolo divino molto meno.
Ferrari lo ha capito da tempo secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione. O forse sarebbe meglio dire che l’atteggiamento di Vasseur mira proprio a questo punto focale. Per tale ragione, sebbene come detto proseguiranno gli aggiornamenti sulla vettura italiana nel resto del campionato, un fatto concreto si fa spazio all’interno della GES: saper perdere per tornare a vincere.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari